Domenica 13 marzo 2022, ore 16:01, Palace Pier, Brighton.
Erano in spiaggia, sopra ai ciottoli grigi e arancioni, a pochi metri dal soppalco del molo.
I gabbiani planavano e garrivano su una parallela installata tra le loro teste e il cielo. Le onde del mare si gettavano a lambire la battigia producendo affabili ruggiti.
C'era silenzio. Non esistevano molti temerari disposti a tuffarsi nella rete di quell'aria umida, gelida, contrassegnata ancora dalla egemonia dell'inverno, eppure Harry non riusciva a immaginare nulla che potesse incerottare il suo cuore più di quello. Più di quell'oceano placido, più di quella brezza frizzante che forava le narici e affollava i polmoni.
Lì, seduto su quei sassolini, si sentiva in pace. E invece dentro di sé era già scoppiata una guerra sulla quale era impossibile eccellere.
Zayn aveva appena infuocato l'estremità dell'ennesima sigaretta, difendendola dalla prepotenza della corrente. Liam se ne stava al suo canto, con i palmi infossati nella ghiaia e le gambe distese a oscillare mediante un moto di nervosismo.
Il sole era basso, tiepido, eclissato da qualche nuvola dispettosa.
Harry strizzò le gambe con le braccia e affondò il mento sulle ginocchia.
«Perciò... non ha mai frequentato la Carlos III» arrischiò. Non era una domanda.
«No» testimoniò Liam. «Subito dopo aver ottenuto il diploma si è trasferita qui, da Janette. È questa la sua casa, adesso».
«E i suoi genitori?» chiese, con una vena di irritazione sulla quale preferiva non soffermarsi. Una parte di sé era consapevole di detestare la situazione, senza affibbiare responsabilità a nessuno. L'altra parte di sé, però – quella irrazionale, quella infantile, quella che si sforzava di cacciare – disprezzava Alyssa per averla determinata, la suddetta situazione.
«Hanno scelto di ignorarla» spiegò l'amico, inspirando a fondo. «Hanno tagliato con lei qualsiasi rapporto quando hanno saputo della gravidanza».
«Ma è assurdo» giudicò, esterrefatto. «Sono i suoi genitori, cristo. L'amore di una famiglia dovrebbe sormontare anche questo».
«Sono d'accordo, e vorrei che fosse davvero così... ma la realtà è un'altra. I suoi genitori la ripudiano» precisò, mentre ammirava la retta dell'orizzonte. «Lei ha noi. Siamo noi la sua famiglia».
«Sì...» esalò Harry, accoccolandosi all'interno del suo stesso abbraccio.
Nell'immediato silenzio che venne a crearsi, meditò su quanto fosse presuntuoso, da parte sua, condannare la reazione di due persone a lui sconosciute, considerando i sentimenti che avvertiva nei riguardi della ragazza.
Loro erano la sua famiglia. Non aveva dubbi su questo, ma nessuna famiglia è perfetta, come avrebbe voluto credere che fosse.
Era una nozione che padroneggiava da tempo, ormai.
Le famiglie felici si somigliano sempre l'una con l'altra: ogni famiglia infelice lo è in un modo particolare.
Avrebbe voluto sgravarsi di quel peso che percepiva fondergli lo stomaco, ma se lo avesse espresso ad alta voce, avrebbe dovuto poi rendersi conscio che fosse vero, e non soltanto una stramberia recondita confezionata dalla mente.
Occultò allora la faccia servendosi della postura assoldata, dello scudo forgiato dalle gambe e dalle braccia, così da sottrarsi dall'esaminazione degli amici e sfogare una smorfia dettata dalla più schietta demoralizzazione, impastata alla vergogna di sentirsi tanto malvagio.
«Puoi dirlo» incalzò Zayn, soffiando con lentezza il fumo. «Ti abbiamo portato qui apposta. Non ti biasimiamo».
«A che ti riferisci?» indagò, sobbalzando. Girò di poco il collo per guardarlo meglio.
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St. Mary Jane - The summer experience (PARTE 3) [Larry Stylinson]
Fanfiction«Conosci la leggenda di Zefiro? Era un vento, considerato violento e piovoso nell'Iliade di Omero, ma è ricordato anche come una brezza leggera, messaggera della primavera. Questo vento inveisce contro il mondo e poi se ne pente, si lascia aizzare d...