23, Justin

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Mercoledì 13 aprile 2022, ore 20:10, Lewes, St. Mary Jane, stanza di Harry e Louis.

«Sei comodo?»

«Comodissimo» ironizzò Harry, a sopracciglia inarcate.

«Lo so, ma puoi sopportare?»

«Sei uno dei pochi che me lo chiede, negli ultimi tempi» rifletté tramite una marcata inflessione velenosa. «Sì, certo, ce la faccio. Stai anche sudando per colpa mia».

«Non preoccuparti di questo» sorrise l'altro, rimettendosi subito al lavoro.

Harry era tra le sponde della vasca da bagno, completamente nudo. Fasciature di pellicola trasparente infagottavano le ingessature al gomito e al ginocchio, per evitare che fossero contaminate dall'acqua.

Inginocchiato sul pavimento vi era Justin: l'infermiere che il Preside Morris aveva assunto per sorvegliarlo e medicarlo in qualsiasi occasione, a qualunque ora del giorno. Qualche ciuffo della sua ramata, folta chioma, cascò a eclissare una delle due iridi castane.

Era intento a strofinare la spugna sulle sue gambe, concentrato unicamente sulla missione. Più forza applicava, e più i bicipiti guadagnavano volume, sovrastati da sentieri di vene verdastre, turgide.

Era giovane, attraente, munito di un sorriso seducente e rassicurante, al tempo stesso. Non passava mai inosservato, questo era un dato di fatto, ma la sua professionalità, il modo in cui si prendeva cura di Harry, la sua scrupolosità e solerzia risultavano dettagli assai più accattivanti per chi, come Harry, non poteva far altro che reggersi alla parete mediante il braccio operativo e lasciarsi lavare da un perfetto sconosciuto.

Proprio mentre ragionava su quello, da una zona poco distante della stanza si udì uno scatto.

«Eccomi!» annunciò la voce affannata di Louis. Si affacciò allo stipite, ficcando il telefono nella tasca dei jeans con fare sbrigativo. «Avete iniziato senza di me!»

«Stava diventando tardi. Anche Justin deve cenare» evidenziò Harry, adoperando un tono di rimprovero.

«Giusto... sì» si rammaricò l'altro, prostrandosi innanzi alla vasca. «Lo so, è che devo ancora abituarmi a questa situazione e ai nuovi orari e... sì. Mi dispiace».

«Va tutto bene» rincuorò Justin, adagiando gli avambracci sul bordo per riposarsi. «Io ed Harry ce la caviamo anche da soli».

Forse Justin non si accorse dell'espressione risentita che Louis sfoggiò dopo le sue parole. Harry però sì. E pensò, senza esprimerlo a voce, che non avesse alcun diritto di irritarsi: se avesse voluto scongiurare quel genere di frase, avrebbe dovuto impegnarsi affinché gli appuntamenti fossero rispettati, senza deroghe.

«Però quando ci sei tu è meglio» rettificò l'infermiere.

Louis increspò un sorrisetto e si gongolò, benché cercasse di non farsi notare. «E' colpa di Niall» si scagionò, acchiappando una seconda spugna dal cofanetto riposto su un angolo della vasca. «Quando si tratta di golf diventa logorroico, te lo giuro» condivise col ragazzo, inzuppando la spugna di acqua e sapone, prima di sfregarla sul ventre di Harry.

«Ah sì?» s'interessò l'altro.

«Eh sì» ribadì il ragazzo. «Non lo conosci ancora abbastanza da giudicarlo, perciò devi fidarti di me. È una persona parecchio seccante».

«A me sembra simpatico» obiettò Justin.

«Perché sei troppo buono» commentò Louis, ispezionando il corpo spoglio di Harry, imbrattato di grumi di schiuma sparsi in ogni dove. «Cosa c'è da fare ancora?»

St. Mary Jane - The summer experience (PARTE 3) [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora