Mercoledì 14 luglio 2021, ore 20:31, Londra, Hyde Park.
Erano in fila da mezz'ora, ormai. Louis proteggeva la mano di Harry con la propria, Niall e Gemma sostavano al loro canto, uno esibendo uno sguardo pensieroso, l'altra, invece, ostentando disappunto mediante l'oscillazione incessante dei piedi sul terreno e il respiro scartato dalle narici allargate.
Lui non aveva idea di come comportarsi. Sarebbe presto arrivato il loro turno, la cerimonia stava per essere officiata, e sua sorella non trovava la volontà di rivolgergli la parola. Non poteva tollerare che la situazione perdurasse fino alla fine del rito.
«Gemma» interpellò, associandovi un sospiro, come reazione alla mancata risposta. «Gemma, per favore, dimmi qualcosa...»
«E che cosa mai dovrei dirti, Harry?» rimbrottò, digrignando i denti. «Non ho la più pallida idea di che cosa dire».
«Dimmi solo che mi vuoi bene» supplicò, sbandierando l'accento di soggezione nella voce.
L'altra scosse la testa spirando una risatina contrariata. «Sai già che ti voglio bene, non chiedermi di ribadirlo».
«Ma io ne ho bisogno!» reclamò, snodando le dita da quelle di Louis per porsi frontalmente alla ragazza. «Niente di tutto questo avverrà se prima non saprò quanto mi vuoi bene. È importante che tu sia con me. Per favore, dimmi a cosa stai pensando».
«Oh, quindi la mia opinione conta qualcosa?» chiese Gemma, flettendo il collo e assottigliando gli occhi con aria di sfida.
«La tua opinione è fondamentale».
«Bene, ti ho già detto che trovo sia un'enorme cazzata» soffiò, puntando lo sguardo dritto nel suo.
I due fratelli erano divisi dalla lastra di vento che attraversava i pochi millimetri interposti tra i loro visi. Parlavano sottovoce, come se pretendessero di ricavare una conversazione privata lì, dentro il parco, nel bel mezzo di una funzione civile, in quella baraonda di fischi e di applausi.
Il sole era calato, il cielo era scuro, e le iridi color verde oliva della ragazza somigliavano a due placche di vetro. Era talmente furiosa con lui da non lasciar trasparire alcuna altra emozione che non fosse la rabbia.
«Hai detto che mi avresti seguito ovunque» rinfacciò Harry, ferito dal suo comportamento granitico.
«Sono qui, infatti» sottolineò l'altra.
«Sì, però non sei contenta».
«È vero, non sono contenta».
«Perché?»
«Perché ti stai lanciando da un aereo che vola ad alta quota, e non hai il paracadute» rispose la ragazza. «Io voglio salvarti, ma non so come farlo».
«Non mi serve un salvataggio, ma la tua comprensione!» replicò, alzando di poco la voce. «Io sono innamorato! Che sia oggi, oppure tra cinque anni, cosa cambierebbe?»
«Lo so che sei innamorato, ma siamo troppo giovani per assumerci un impegno così grande» contestò Gemma. Gli occhi, all'improvviso, furono sommersi da una falda di lacrime. Harry sentì la forza strisciare via dal cuore, dalle braccia, dalle gambe.
L'idea che non fossero sulla stessa lunghezza d'onda era insopportabile.
«Nostro padre ci ha raccontato di aver amato la mamma dal primo istante» rievocò, inseguendo con insistenza lo sguardo di sua sorella, che adesso mirava a un punto distante. «Te lo ricordi?»
«Certo che me lo ricordo» replicò con tono spento.
«Perché pensi che a me non possa accadere lo stesso, allora?»
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St. Mary Jane - The summer experience (PARTE 3) [Larry Stylinson]
Fanfiction«Conosci la leggenda di Zefiro? Era un vento, considerato violento e piovoso nell'Iliade di Omero, ma è ricordato anche come una brezza leggera, messaggera della primavera. Questo vento inveisce contro il mondo e poi se ne pente, si lascia aizzare d...