7, Perché siete qui?

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Sabato 25 dicembre 2021, ore 13:16, Amesbury, Wiltshire, Inghilterra, chalet della famiglia Malik.

Aveva atteso quel momento con tutta la concitazione di cui un ragazzo giovane quanto lo era lui sarebbe stato capace.

Aveva fantasticato su come sarebbe stata quella giornata, da che aveva saputo di dover viverla, circa un mese addietro. E adesso che quelle fantasie svestivano il ruolo di immaginazione per concretizzarsi in realtà, si sentiva come avvolto in un'aura onirica decorata con bastoncini di zucchero e batuffoli di neve.

Era tutto come lo avrebbe illustrato, se fosse stato un pittore. Tutto come lo avrebbe recitato, se fosse stato un attore.

La tavola era imbastita di stoviglie, di candele e di bibite fresche, appena estratte dal frigo.

Harry trafficava tra la cucina e la sala da pranzo, trasportando piatti colmi di pietanze fumanti, pescate dalle pentole strappate al fuoco un minuto prima.

L'abete sistemato in un angolo, agghindato da lucine a intermittenza, sopra a un tappeto di scatole imballate nella carta lucida e opaca, era l'attrazione preferita dei tre cuccioli d'uomo invitati all'evento: Cady, Kyle e Nathaniel.

Dal soffitto pendevano lustrini color oro e argento, cartoncini ritagliati a forma di renne, di cristalli bianchi e di babbo natale.

Margaret e Gretchen disquisivano sul sofà, poco distanti da Leonard e Paul, che facevano altrettanto, ma con due smorfie più scaltre intagliate sui volti.

Janette indossava un cappello pomposo da cuoca e aveva un grembiule impolverato di farina legato in vita.

Si respirava gioia, amore, il suono delle risate. Si respirava il Natale. L'atmosfera era talmente magica da rendere l'esperienza più somigliante a un film che a una realtà.

Harry era felice. Avrebbe potuto approfittare dell'occasione per ragguagliare i famigliari sul matrimonio, ma non voleva interferire con quella giornata perfetta, perché se l'avesse rovinata, nessuno mai avrebbe potuto restituirgliela.

Preferiva che rimanesse tutto così, intatto, genuino, straordinario.

Louis lo abbracciò dalla schiena, cogliendolo di sorpresa, mentre Harry sistemava l'ultimo piatto sul tavolo. Sentì le labbra del ragazzo ammaccarsi contro la spalla e volse il capo, chiudendo gli occhi.

«Smettetela di comportarvi come se foste in luna di miele» biasimò Rebecca, occupando un posto sull'altro versante. Dopo averlo detto, occultò le labbra tra i denti e sgranò gli occhi.

Lei era l'unico adulto al corrente della situazione. Harry era certo che non lo avesse fatto di proposito e che il commento le fosse sfuggito, però in quel momento avrebbe voluto tagliarle la gola.

Louis le scagliò contro uno sguardo terrificante.

«Sono così contenta che tu sia qui» sospirò Gemma, sedendo al fianco della donna. «Nessuno di noi riesce più a sopportarli».

«Io penso siano carini» discordò Gretchen, collocandosi al fianco di Leonard. «Louis è sempre così premuroso, nei riguardi di Harry. Un vero gentiluomo».

Proprio mentre Gretchen esprimeva quel pensiero, Louis stava scostando la sedia per aiutare Harry a sedervisi.

«Sì, è un privilegio che spetta soltanto a lui, però» intervenne Mei. «Di solito è molto meno gentile. Più che altro è un teppista».

«Non sono affatto un teppista» si difese l'interessato, flettendosi sulla seduta. «Io sono cortese con tutti».

«Ah, sì» replicò Hanna con tono sarcastico, allargando le palpebre.

St. Mary Jane - The summer experience (PARTE 3) [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora