Domenica 27 marzo 2022, ore 22:17, Lewes, St. Mary Jane, stanza di Harry e Louis.
Harry sgrovigliò il turbante, esoscheletro dei capelli, e ne usufruì per frizionarli. Scaraventò il telo fradicio sul letto, dunque si spogliò anche dell'accappatoio, appallottolandolo in un cantone del materasso insieme all'altro straccio.
Si accinse a raggiungere l'armadio dal quale arraffare l'intimo pulito e un pigiama, ma fu bloccato da due mani aggrappate ai fianchi.
Louis era dietro la sua schiena. Le labbra tratteggiarono i tasselli della spina dorsale, e indugiarono a lungo sulla nuca.
Harry chiuse gli occhi. Avvertiva il fiotto del suo respiro caldo sulla cute, l'anello della bocca che lo bagnava. Trasalì, nel momento in cui il ragazzo cacciò fuori la lingua e si accanì contro la carne del collo per aspirarla.
Inspirò profondamente.
Accadeva spesso che Louis si proponesse in quel modo, che lo istigasse, che lo invogliasse a fantasticare su cosa sarebbe successo di lì a poco.
A dirla tutta, era avvenuto tante di quelle volte da reputare l'episodio quasi irritante. Andava sempre così: Louis insisteva per fare l'amore, ma il suo corpo non reagiva agli stimoli. E alla fine si accasciavano su quel letto, delusi e tristi.
Di solito, in quelle occasioni, Louis si coricava su un fianco, in direzione della parete, per nascondergli le lacrime.
Per lui il sesso non era indispensabile. Certo, ci pensava di continuo, ma poteva sopravvivere anche senza ottenerlo. Ciò di cui avrebbe fatto volentieri a meno, invece, era l'istante in cui si trovava costretto a realizzare di come suo marito non riuscisse più a eccitarsi in sua presenza.
Sì, in sua presenza. Lo aveva sentito masturbarsi sotto la doccia. Aveva preferito evitare di riferirglielo, però ne era consapevole, e non era semplice accettarlo, farsene una ragione.
Fece per andarsene, assoldando un comportamento brusco e sgarbato. Era l'unica maniera per svincolarsi dalla sua presa e farlo desistere.
Louis però non si arrese. «Ma dove vai?» rivendicò, tirandolo a sé.
Harry, mosso dalla sua irruenza, fece una piroetta sul posto e lo fronteggiò.
Lo sguardo precipitò in basso, sulla sua erezione, robusta e grondante di liquido pre-seminale. Era talmente disabituato a quella visione da aver dimenticato come fosse.
Il ragazzo si avvinghiò alle sue labbra, occupando le guance con ferocia ostinata. Per qualche secondo Harry smise di respirare.
«Vuoi farlo davvero» ansimò appena poté, sinceramente meravigliato.
«Sì» confermò l'altro, incidendo un cipiglio. «Tu non vuoi?»
«Certo che lo voglio, però... ero convinto che a te non... andasse...»
«Cazzo, sono solo stressato, va bene?» sbottò il ragazzo, pressando i palmi sul suo petto. «Mi manca questo, Harry... mi manca addormentarmi con il sudore seccato sulla pelle, con la tua voce ancora registrata nella mente, con la percezione dei tuoi muscoli che si contraggono su di me quando hai un orgasmo... mi manca averti, Harry, ti prego, non farmi sentire un mostro...»
«Non volevo farti sentire un mostro, vorrei solo la certezza che tu sia sicuro di...»
«Lo sono» replicò di fretta, spingendolo contro il materasso.
S'insinuò tra le sue cosce aperte, trasferendo le labbra dalla bocca al collo, incessantemente. Sputò sulla mano un mucchietto di saliva e la trasmise al membro rigido, distribuendola dalla base alla punta. Avevano il lubrificante a disposizione, ma per recuperarlo avrebbero dovuto protendersi fino ai cassetti del comodino, e in quel momento avrebbe rappresentato un ostacolo.
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St. Mary Jane - The summer experience (PARTE 3) [Larry Stylinson]
Fanfiction«Conosci la leggenda di Zefiro? Era un vento, considerato violento e piovoso nell'Iliade di Omero, ma è ricordato anche come una brezza leggera, messaggera della primavera. Questo vento inveisce contro il mondo e poi se ne pente, si lascia aizzare d...