IV, Four Season

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Mercoledì 14 luglio 2021, ore 23:28, Londra, Aqua Shard.

Erano situati al trentunesimo piano del The Shard, un imponente grattacielo appartenente al quartiere di Southwark.

Gli ampi infissi sfoggiavano il suggestivo scenario di una Londra guarnita dal raffinato sfolgorio del Tower Bridge, e degli edifici disposti tutto intorno a esso, proiettato sul lungo specchio flessuoso del Tamigi.

I quattro ragazzi sedevano intorno a un tondo tavolo collocato nei pressi di una finestra. Louis ed Harry si tenevano per mano, ostentando quel legame sul ripiano di legno. Niall straparlava e gesticolava di continuo, con le guance zuppe di bollore e gli occhi accesi di allegria. Gemma innalzava un calice dopo l'altro, proponendo una raffica di brindisi riservati a qualsivoglia ragione.

Avevano svuotato molteplici portate e diverse bottiglie di champagne. Quattro, per la precisione. Dentro ciascuno di loro, in quel momento, esisteva una quantità di alcol che superava di gran lunga la massa di raziocinio. Harry, però, non riusciva a immaginare un'occasione che fosse più consona di quella per lasciarsi andare.

Si sentiva superbamente libero e felice.

«Sapete a cosa stavo pensando?»

«No, Niall. Grazie al cielo non viviamo nella tua testa, perciò non abbiamo la minima idea di cosa stessi pensando».

L'amico produsse un verso rozzo di disappunto e proseguì, indifferente: «Meno di un anno fa, io ed Harry eravamo nel bosco a spiare Louis e Pauline».

«Ho visto le foto» replicò l'interpellato, stiracchiando sgraziatamente il collo e il torso a ridosso dello schienale.

«Quel pomeriggio ho capito sul serio quanto tu piacessi a Harry, e di come temesse che l'interesse non sarebbe stato mai ricambiato».

«Sì...» mormorò Harry, quasi soltanto a sé stesso.

«Ho assistito ai tuoi sbagli, ai tuoi miglioramenti e alla tua maturazione, Louis. Dentro di me ho sempre saputo che un giorno avresti trovato il ragazzo giusto... ed è successo» disse con voce bassa, come fosse un segreto. «E adesso siete qui. Quel ragazzo giusto, alla fine, lo hai persino sposato» concluse, piantando un indice contro il tavolo.

«L'ho sposato...» ripeté Louis, con un sorriso assorto attaccato al viso. «L'ho sposato!» riespose con più impeto, bastonando il tavolo con un palmo. «Ho sposato lo psicopatico che mi osservava di nascosto!»

«Io non sono uno psicopatico» obiettò Harry, increspando le sopracciglia.

«Suggerisco un brindisi» proruppe Gemma.

«Lo champagne è finito» evidenziò Niall.

«Non del tutto» confutò l'altra, agguantando la bottiglia di Armand de Brignac per distribuire il contenuto gassato nella cupola dei quattro bicchieri.

«L'ultima bevuta» vincolò Harry, sollevando la flûte.

«A Harry e a Louis» onorò la ragazza, con cadenza biascicante e vagamente solenne. «Brindo a voi, e a noi. Brindo al vostro primo incontro, al vostro percorso, all'averci consentito di veder nascere e fiorire questo sentimento. A voi, a noi, e a questo amore. Che sia sempre d'ispirazione per tutti».

Quando Gemma finì di parlare, per un secondo, nessuno dei presenti si mosse. La condizione di ebbrezza la rendeva schietta e sorprendentemente affettuosa.

Avevano le braccia flesse ad angolo retto, e i calici semivuoti puntati al soffitto.

Louis condusse il dorso della sua mano alle labbra per baciarlo, e pretese di avere anche l'altra, per ammirare il cerchietto sistemato attorno al suo penultimo dito.

St. Mary Jane - The summer experience (PARTE 3) [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora