VII, Wembley Stadium

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Martedì 24 agosto 2021, ore 16:03, Londra, Exhibition Road, alloggio di Liam, Zayn e Nayeli.

Una giornata soleggiata che si affacciava al tramonto dell'estate. La distesa di pietra lavica cementata al suolo rifletteva il blu opaco del cielo. Aleggiava un vento fresco e secco che sfiorava appena pelle e capelli e poi si concedeva una piccola pausa dominata dal caldo torrido di Londra.

L'appartamento dei tre esordienti studenti universitari distava un solo isolato dal prestigioso Imperial College, collocato in fondo al lungo, ampio stradone. Prima che partissero le lezioni era necessario imbottire gli armadi, la dispensa e i novanta, spaziosi metri cubici dei comodi quattro vani, così da approntare l'ufficiale trasferimento; quale migliore occasione per Harry, Louis, Gemma e Niall, di conoscere la nuova e tanto decantata dimora?

Sorpassarono, a turno, l'inferriata di acciaio ebano che introduceva all'elegante portone in vetro, e scarrozzarono i bagagli per la bellezza di due rampe, fino al primo livello del palazzo. L'ascensore era temporaneamente fuori servizio. Sembrava una maledizione: gli ascensori si negavano al suo conforto, proprio come al St. Mary Jane. Non che gli dispiacesse, dopotutto, giacché Harry poteva sfruttare l'occasione per bruciare qualche caloria superflua e sacrificabile.

«Sono venuto a rilassarmi, non a sgobbare» brontolò Louis, sbattendo sul pavimento un borsone che apparteneva a Zayn, e sganciando una bretella dello zainetto in cui aveva ammassato l'equipaggio essenziale al pellegrinaggio di una notte. Il programma prevedeva che si trascorresse la nottata insieme, e che si partecipasse al concerto di Ed Sheeran, allestito al celebre stadio di Wembley. L'indomani avrebbero fatto ritorno a Brighton, dove erano attesi dalle famiglie. Nessuna fretta.

«E sta' zitto, santo cielo!» biasimò Zayn, disincagliando la serratura dell'ingresso.

Gli interni erano già ammobiliati, squisitamente agghindati da colori spumeggianti e focosi. Dalle finestre rettangolari penetrava l'intenso bagliore perlaceo del sole. Piani di noce levigati rivestivano le ante di credenze e guarnizioni. Le piastrelle in basso scintillavano come il pannello di uno specchio; a Harry parve di camminare su un tappeto di acqua cristallizzata.

Ogni dettaglio tra quelle mura gridava ricchezza. Non poté trattenersi dall'arricciare il naso e, subito dopo, dal liberare un sospiro. Chissà se lui e Louis avrebbero potuto permettersi un lusso simile, l'anno seguente.

«Non avete badato a spese» commentò Gemma, non risparmiandosi di esprimere la sua consueta, impavida schiettezza. Sollevò il naso al lontano soffitto e imbastì una smorfia di approvazione, e invidia, e ammirazione.

«Siamo tre promettenti studenti e futuri fenomeni del mestiere, tesoro» spiegò Nayeli, trainando una minuta valigia su ruote. «È fondamentale che casa nostra sia accogliente. Capisci, non riusciremmo a concentrarci, altrimenti».

«Se questa la definisci accoglienza» borbottò Niall sottovoce. L'amica, avviatasi verso una delle camere, non si fermò ad ascoltarlo.

In entrambe le stanze da letto era installato un vasto letto a due piazze, e nella sala, adibita a varie tipologie di svaghi – per esempio: la libreria, il gigantesco televisore da settanta pollici, l'angolo bar, il tavolo da pranzo – era disposto un divano talmente generoso da poter accogliere senza fatica i loro sette corpi, tutti in una volta.

Louis vi gettò un'occhiata curiosa, al principio, che in un istante mutò in qualcosa di inopportunamente malizioso. Harry, accorgendosene, gli tirò una gomitata.

«Che c'è?» sbottò il ragazzo, restituendogli il gesto.

«So a cosa stai pensando, e la risposta è no» soffiò tra i denti, preoccupandosi che il messaggio giungesse soltanto a lui.

St. Mary Jane - The summer experience (PARTE 3) [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora