28, Louis

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Venerdì 10 settembre 2021, ore 16:25, Brighton Beach, East Sussex, Inghilterra.

Louis riemerse dal mare con i polmoni che tiravano dalla smania di riempirsi e le palpebre spremute come la polpa di un'arancia succosa.

Rubò all'universo una massiccia razione di ossigeno e rantolò, sfregando i polpastrelli corrugati contro le ciglia fradicie di acqua e salsedine.

Zayn spuntò al proprio fianco pochi secondi più tardi, pure lui madido di goccioline trasparenti, pure lui con i capelli schiacciati sulla testa e un sorriso puerile reciso attorno ai denti.

«Ho vinto» testimoniò il ragazzo.

«Hai vinto una partita su tre, perciò hai perso» confutò.

«Però ho vinto adesso, cioè, in questo esatto istante, dopo l'ultima sfida, il che ti farà ricordare di aver fallito» rilanciò l'amico.

«Fottiti» replicò Louis, sollevando il dito medio.

«Vuoi la rivincita?»

«No» rifiutò, incamminandosi verso la riva. La massa densa di liquidi rallentava e aggravava le sue capacità di moto. «Ora ho troppo testosterone in circolo e devo liberarmene».

«Ti prego!» biasimò Zayn, pedinandolo, evidentemente controvoglia. «Che cosa hai intenzione di fare?»

«Secondo te?» chiese, esponendo i palmi al cielo.

«Siamo in spiaggia» sottolineò l'altro. «Non è il luogo adatto. Va' a realizzare le tue porcherie altrove».

«Sai che invece è una delle mie fantasie ricorrenti?» perseverò Louis, pestando i sassolini umidi della battigia. «Il pensiero di scopare qui insieme a Harry mi fa schiumare il sangue».

«Lo dici solo per darmi fastidio, non è vero?» grugnì l'amico, infilando le dita tra le ciocche annerite e ammucchiate dall'oceano.

«La verità ti infastidisce?» considerò a propria volta.

Zayn sospirò e lasciò cascare le spalle, documento di uno stato d'animo incline all'esasperazione e al ribrezzo. «Non oserai» minacciò, ringhiando fra i denti.

«Non ti sento!» ridacchiò lui, forgiando con la mano una conca sull'orecchio, tanto per alimentare la sua collera.

Salticchiò sulla ghiaia cocente, attenendosi a un tragitto zigzagato delineato dalle macchie d'ombra proiettate dagli ombrelloni, e si precipitò in ginocchio tra le cosce aperte di Harry.

Il marito sobbalzò per lo spavento e rannicchiò le gambe, esiliando gli occhiali da sole sopra la fronte. Rimosse una delle due cuffiette e increspò una smorfia stigmatizzante.

«Ma che accidenti ti prende?» lo sgridò, appigliandosi con maggiore tenacia alle pagine del libro capovolto sull'addome.

«Metti via questo affare» ordinò Louis, impugnando il volume per gettarlo in terra. Sorrise, intanto che ascoltava la canzone divulgata dall'auricolare ormai profugo: «The tide is high but I'm holding on, I'm gonna be your number one...»

Era tipico di lui. Era tipico che Harry se ne stesse sul lettino a leggere un frivolo romanzo rosa e ad ascoltare un brano datato di un gruppo britannico attualmente sciolto formato da sole ragazze. Era tipico che sbuffasse innanzi al suo essere inopportuno, ed era tipico anche che Louis trovasse la seccatura solcata nei suoi lineamenti incredibilmente adorabile.

«Devi smetterla di trattare male me e i miei libri» protestò Harry, imbronciando le labbra rosse.

Louis si chinò a catturarle, quelle labbra, e trasferì la bocca lungo la sua mandibola, poi sul mento, appena sotto di questo, e infine sul collo. «Tagliatelle» bisbigliò sulla sua pelle calda, sudata, bronzea di sole, cosparsa di crema protettiva all'essenza di cocco.

St. Mary Jane - The summer experience (PARTE 3) [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora