CHAPTER 26.

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Mi svegliai ed erano le sei del mattino, le mani di taylor erano ancora sul mio corpo e sinceramente non volevo alzarmi. Volevo rimanere lì, con lui. È strano da ammettere, ma è così. Sentii la sua mano muoversi in cerca della mia, finché non la trovò stringendola.
"Taylor." Dissi.
"Aileen. È presto, dormi."
"No, non ho sonno."
"Va bene." Rispose dolcemente stringendomi di più.
"Taylor." Dissi alzando la testa.
"Uhu?"
"No, niente."
Mi guardò e mi accarezzo i capelli.
Avrei voluto dirli di quanto mi sarebbe piaciuto rimanere su questi materassini, anche se scomodi, avrei voluto stare con lui più tempo, si, era questo che volevo.

-

"Aileen, taylor, sveglia dai." Disse una voce famigliare. Sentii sghignazzare e così aprii li occhi. Eravamo ancora abbracciati, ed eravamo sotto gli occhi di tutti. Shawn serrò la mascella e andò via, mentre gli altri commentavamo. Taylor sembrava tranquillo, si alzò e ringraziò Nash. Io corsi in braccio a Nash, facendo una faccia quasi arrabbiata.
"Menomale che sei arrivato." Dissi.
"Volevo lasciarvi dormire insieme, eravate tanto dolci."
"Mh, no, ascolta, ceh, no, hai capito male." Dissi ridendo nervosamente.
"Dai Aileen, tieni ti ho preso una merendina almeno fai colazione." Disse porgendomela.
"Grazie." La afferrai e la divorai in poco tempo.
Corsi in bagno, giusto per darmi una sistemata. Entrai e vidi una ragazza seduta per terra con la testa tra le mani. La vedevo molto spesso, ed era sempre sola. Andai davanti allo specchio e sentii singhiozzare.
Non potevo far finta di niente, così mi avvicinai e gli porsi un fazzoletto.
"Ehi, cos'è successo?" Chiesi sedendomi al suo fianco.
"Niente." Singhiozzò.
"Non è possibile, so che non ci conosciamo ma comunque se hai bisogno puoi rivolgerti a me."
"Grazie." Disse asciugandosi le lacrime.
"Comunque io sono Aileen."
"So chi sei, io sono Tamara."
"Uhm, piacere."
"Sei la sorella di Nash, non è vero?"
"No, sono sua cugina."
"Ah, okay. Come mai parli con una come me?"
"Come te? In che senso?"
"Davvero non capisci?"
"No."
"Guardami, sono sempre sola, sono una sfigata."
"No, non è così. Vieni con me." Dissi tirandola da un braccio.
Non posso sopportare queste cose, non riesco a guardare questa ragazza soffrire. Mi dispiace così tanto, l'ho provato anche io. Non so perché, non so per cosa, ma so che Tamara non sta vivendo una vita degna di essere vissuta.

Spazio autrice:

Ehilà scusate l'attesa, ma ero veramente impegnata. Tra l'Expo e la partenza dei miei genitori. Ma eccomi qui, per voi. Scusate se non è molto lungo. Lasciatemi un commentino. :)

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