All I wanted

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I think I'll pace my apartment a few times

and fall asleep on the couch

and wake up early to black and white reruns

that escape from my mouth


Akiko's pov

-«Cosa?! Ti ha praticamente friendzonato!» berciò Kyoka dall'altro capo del telefono.
Rabbrividii dal fastidio per quella parola e affondai il naso nella sciarpa come se potesse servire a scacciare la sensazione, ma dovetti optare per dare la colpa al vento gelido che mi sferzava sul volto mentre percorrevo una strada particolarmente affollata.

-«Non dire assurdità, Kyoka. Non gli ho mica detto di provare qualcosa per lui!»

-«Ma è così! Quando ti deciderai ad ammetterlo?»

Sbuffai così forte che le valse come una risposta abbastanza eloquente.
«Guarda che non c'è niente di male, Akiko.»

-«Si, ma... mi dà sui nervi!»

Un uomo in giacca e cravatta alto almeno mezzo metro più di me mi venne addosso colpendomi con la sua fottuta valigetta su un fianco. Gli rifilai un'occhiataccia che comunque ignorò nella foga di affrettarsi verso la fermata della metro. Gli augurai mentalmente di perderla e di arrivare in ritardo al lavoro.
Normalmente non lo avrei mai fatto, ma ero fuori di me. Sentivo lo stomaco attorcigliarsi su sé stesso, espandersi fino ad inglobare i polmoni, il cuore e tutto lo spazio possibile nella cassa toracica. Avevo la nausea, ma pensai bene di attribuire quell'ansia al fatto che fosse il mio primo giorno di tirocinio.

-«Ti capisco. Ha fatto tutto da solo in questi mesi e ora si tira indietro! Che razza di idiota.» rispose Kyoka dopo un lungo silenzio.

-«Già. Mi consola il fatto che non abbia fatto in tempo a sbilanciarmi: avrei rischiato di dirgli qualcosa di cui mi sarei pentita. E sai che c'è? Sono contenta di non dover vedere la sua stupida faccia per almeno due settimane!»

-«Ma non avete deciso di provare ad essere amici?»

-«Si, ma... chi se ne frega, Kyoka! Non voglio avere niente a che fare con lui, e sono sicura che stargli lontana in questi giorni mi farà bene. Mi passerà. Qualsiasi cosa abbia pensato di provare.»

Mi ero sentita una stupida. A scuola avevo fatto finta di niente e per un po' avevo cercato di negare anche a me stessa cosa mi fosse preso a casa di Bakugo. La verità era che non avevo provato un briciolo di vergogna quando i suoi occhi avevano indugiato sull'unico indumento che mi impediva di restare completamente nuda davanti a lui. E mi era piaciuto passargli davanti così, perché sapevo che il suo sguardo mi stesse seguendo bruciandomi addosso. Quando mi ero chiusa la porta alle spalle avevo notato di fare fatica a respirare e che le guance ardevano dall'imbarazzo, ma era stata una sensazione indescrivibile. Come un torrente di lava che aveva attraversato ogni singolo muscolo, nervo, centimetro del mio corpo. Per un momento avevo osato essere disinibita e non me n'ero pentita.
Almeno finchè Bakugo non aveva ricacciato quel discorso giungendo alle sue stupide conclusioni.

Tornai alla realtà quando ancora una volta qualcuno non badò a dove diavolo stesse andando e mi venne addosso. Sebbene fosse più probabile che fosse stata colpa mia, assorta com'ero nei miei pensieri inopportuni, ignorai il contraccolpo e l'uomo stizzito che oltrepassai con noncuranza.
Kyoka, dall'altro lato del telefono parlottava riguardo il tirocinio. Cercai di carpire quante più informazioni possibili perché non sospettasse che non la stessi ascoltando.

-«Denki è davvero fortunato a fare il tirocinio con lui... A proposito, devo confessarti una cosa: ieri sera siamo usciti insieme!»

-«Cosa?! Sei uscita insieme a Kaminari?! E quindi ora lo chiami per nome?!»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 08, 2023 ⏰

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