Come on now, sugar

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Just remember me when you're good to go


Akiko's pov.

-<<Zia Yukiii? Hai visto la mia cravatta?>> urlai salendo in tutta fretta le scale per tornare in camera mia e cercare meglio. Superai gli ultimi due gradini con un balzo.
Avevo setacciato a fondo il piano di sotto in cerca della cravatta dell'uniforme, che avevo sbadatamente slacciato e lanciato da qualche parte sul divano rincasando la sera precedente. Tentativi vani: dell'indumento non vi era traccia.

-<<Si tesoro, se l'era messa il gatto>> fu la risposta che arrivò da oltre la porta della camera padronale.
Mi maledissi un'altra volta per essere particolarmente in ritardo, nonché bersaglio privilegiato del Grande Demone Celeste* quella mattina. 

Giusto in quel momento adocchiai nello spazio ristretto tra il muro e la scala che portava su in soffitta una palla di pelo grigia, formidabilmente coordinata alla fascia verde acqua che la avvolgeva: Reiko, infida e malevola gatta, se ne stava supina a contorcersi spasmodicamente in un gioco appassionato con l'oggetto della mia ostinata ricerca. 

Mi avvicinai di soppiatto con l'obiettivo di sfilargliela prendendola alla sprovvista, ma sebbene anche la moquette ovattasse il già impercettibile rumore dei miei piedi scalzi, la piccola creatura demoniaca, con l'udito soprannaturale di cui disponeva, scattò improvvisamente scappando via a caccia di un altro rifugio, trascinandosi tra le zampe l'indumento che avevo disperatamente bisogno di recuperare al più presto.

La faida tra la sottoscritta e il Grande Demone Celeste –che quella mattina aveva deciso di reincarnarsi in un gatto sovrappeso- andò avanti ancora a lungo, più di quanto potessi permettermi.
Fuori in strada, il clacson della Nissan parcheggiata davanti al portone del garage suonava impazientemente sotto la costante pressione della mano di zia Yuki, intimandomi di darmi una mossa e, quasi certamente, tirandosi addosso l'odio dei vicini per il baccano che stava procurando.


Un lungo slalom a intermittenza tra il traffico dell'ora di punta accompagnò le mie imprecazioni interiori mentre continuavo a lanciare occhiate nervose al cruscotto, dove numeri digitali di un orologio che desideravo fosse puntato parecchi minuti in avanti, ribadivano meramente il mio abissale ritardo.

Poi finalmente, come un miraggio, il sentiero per il cancello dello UA si materializzò completamente deserto sotto le mie gambe, che si muovevano frenetiche e in automatico in una corsa contro il tempo già persa in partenza.
La tessera ID, già pronta nella mia mano sinistra, scivolò sul display di riconoscimento per un tempo che sembrò infinito, prima di consentire al cancello di scorrere via, e non appena l'apertura fu larga lo stretto necessario per permettere il mio passaggio, scivolai dentro riprendendo la mia corsa furiosa.

L'aula era vuota, eccezion fatta per Aizawa sensei che sedeva annoiato dietro la cattedra, scambiandosi sguardi assonnati con l'alunno davanti a sé che portava in viso la medesima espressione. Il resto della 1-A doveva essere già negli spogliatoi (o nel Ground Beta, a giudicare dall'orario) per la lezione pratica con All Might. 

Un blocchetto di pagine che consisteva nientemeno che nel test che avremmo dovuto affrontare era già preparato rivolto in giù sul mio banco e su quello di Shinso.
Chissà se Aizawa sensei mi avrebbe consentito di completarlo.
Chissà se le parole impastate dal sonno che stava pronunciando nella mia direzione e di cui riuscii a comprendere nient'altro che "Mei" e "Ritardo" fossero la risposta all'interrogativo che mi ronzava in testa.

-<<Ehm...Sensei Aizawa, le porgo le mie umili scuse per il mio imperdonabile ritardo>> mi inchinai profondamente.

-<<Imperdonabile è la parola giusta, dal momento che questo ritardo potrebbe costarti l'espulsione>>

Why won't you show yourself? [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora