I don't even know myself at all
I thought I would be happy by now
the more I try to push it I realize
gotta let go of control
gotta let it happen
Katsuki's pov
Mi lasciai sprofondare nella stretta sedia della biblioteca sbuffando. Akiko era di nuovo in ritardo. Era il nostro quinto ed ultimo giorno di ripetizioni e come ogni pomeriggio, aveva diligentemente abbracciato la sottile arte del farmi incazzare, presentandosi tassativamente almeno una decina di minuti dopo l'orario prestabilito.
Scarabocchiai un rettangolo tridimensionale su un foglio di appunti di inglese che avevo preso a lezione un paio di settimane prima, e riordinato velocemente nell'attesa della piccola demone che giusto in quel momento stava varcando la soglia del reparto scolastico. Si guardò attorno, posando i suoi soliti sguardi meravigliati sugli scaffali impolverati, come se non fosse mai stata in questo dannato posto, come se stesse vedendo per la prima volta.
Akiko sembrava sprigionare una sorta di aura luminosa che la avvolgeva completamente quando la si vedeva entrare in una stanza, i ciuffi chiari dei capelli che normalmente le rigavano il viso le fluttuavano attorno alle guance paffute, carezzando gli zigomi e le orecchie in modo quasi impercettibile. Ed ogni volta che guardava le cose aveva questa fastidiosissima espressione in volto, come se non stesse vedendo ciò che vedevano gli altri. Come se le cose potessero realmente apparire incantevoli, inenarrabili, se viste attraverso i suoi occhi. Mi dava sui nervi. Mi faceva venire voglia di lanciarle un'esplosione in mezzo agli occhi solo per levarle dalla faccia quella cera da rimbambita sognatrice e riportarla alla mera, squallida realtà.Dopo lunghi istanti che sembrarono durare un'eternità, raggiunse il tavolo quasi saltellando: anche solo entrare in biblioteca le metteva il buon umore, ed era solo in quelle rare volte che non la si vedeva apatica ed irritabile come in ogni qualsiasi altro momento della giornata.
Si accomodò di fronte a me in quello che era diventato un po' "il nostro tavolo": il settimo, tra gli scaffali etichettati di Storia e Letteratura, dove una mezzaluna stilizzata era intagliata nel legno scuro dal lato di quello che era diventato "il mio posto", chissà da quanto tempo, da qualche anonimo senpai annoiato in piena sessione studio. Ah, tanta empatia, amico mio!La Mei lanciò sul banco la sua borsa di tela, un po' logora agli angoli che sembrava costantemente sul punto di cedere a causa dei diversi chilogrammi di peso dei libri con cui la riempiva.
La borsa atterrò con un sonoro tonfo che risuonò sordo nel silenzio chiericale della biblioteca, attirando l'attenzione della signora Sasaki, la bibliotecaria, che ci rivolse un'occhiataccia da dietro le spesse lenti dei suoi occhiali.
Quello di Akiko era stato un gesto così rozzo che quasi mi vennero i brividi per la scena dissonante a cui avevo assistito pochi momenti prima. Insomma, in un attimo era riuscita a distruggere l'immagine angelica che si era dipinta addosso con la sua entrata armoniosa.
Dopodichè, come se non bastasse, si abbandonò sgarbatamente di peso sulla sedia sospirando calma, e lanciò un'occhiata appena divertita al cipiglio nervoso che mi si era evidentemente formato sulla fronte. Ricacciai in fondo alla gola un enorme quantitativo di insulti ed attributi poco carini da rivolgerle per la mancata puntualità e perchè come le volte precedenti, l'avesse fatto appositamente per provocarmi. Almeno questa soddisfazione non gliel'avrei data.
Così ingollai amaramente l'odio e la rabbia (e tanto orgoglio) che avevo tramutato in forma semantica, e cominciai a delineare il piano di studio da seguire quel pomeriggio. Chiaramente non prima di averla guardata in tralice ed aver sbattuto il grosso libro di inglese quasi sulle sue piccole dita aggrappate al bordo del tavolo.Ma ero solo riuscito a scatenarle un risolino sommesso.
*
-<<Quindi quando parliamo di Compounding ci riferiamo a nuove parole formate da quelle già esistenti, il cui significato è dato dall'unione dei due significati della parola matrice, possono essere formati da un sostantivo più un sostantivo, un aggettivo più un sostantivo, un verbo più un sostantivo, un aggettivo più un aggettivo, un sostantivo più un aggettivo, una preposizione più un verbo->>
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Why won't you show yourself? [ITA]
Fanfiction[Katsuki Bakugo x OC] [+Other ship] - Lemon/smut & Fluff. Enemies to lovers/friends to lovers. OOC (passive-aggressive Bakugo). Può contenere tracce di slow burn. Questa storia racconta ogni cicatrice. Dal capitolo 6: «La prima volta che vidi Aki...