Not a single word about this - Part II

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I must steel my heart to your warm gaze
I'll claw out my eyes
and see you no more

Akiko's pov

Troppe cose stavano succedendo tutte insieme.
Yuki e Takashi avrebbero avuto un figlio, avevo rivisto la mamma, ma non avevo potuto interagire con lei in alcun modo; Todoroki c'era stato per me nel momento più critico, e per la prima volta avevo avuto il coraggio di raccontare a qualcuno la mia storia senza timori.

Shoto ed io ci eravamo ricuciti le ferite del passato a vicenda, e inaspettatamente per entrambi nessuno dei due voleva abbandonare l'altro prima che fosse pronto a tirare i conti con la realtà.
Da quel momento avevamo trovato l'uno nell'altro una sorta di alcova per le nostre storie, simili e dolorose, e con un accordo tacito ci eravamo impegnati a custodirle e a scacciare via i demoni che portavano con loro. Sapevamo fin troppo bene come ci sentivamo, e trovare qualcuno che per la prima volta lo comprendesse e sapesse come prendersi cura di quello scrigno di trascorsi, era ciò che alimentava quel rapporto appena nato.

All'inizio, però, non ce n'eravamo ancora resi conto.

Dopo l'episodio dell'ospedale psichiatrico passai una prima notte alquanto difficile.
L'insonnia non aveva voluto saperne di lasciarmi vincere quella battaglia contro la stanchezza, e, se lo aveva fatto anche per pochi minuti, gli incubi erano riemersi dal passato per gareggiare ancora una volta contro di me.
Era come se volessero ricordarmi che non avrebbe avuto importanza dove fossi andata: loro sarebbero sempre tornati a braccarmi.
Facevano parte di me, e non importava dove andassi. Non potevo fuggire da me stessa.

Del resto sapevo di dovermi mostrare felice per i miei zii, ma qualcosa me lo impediva.
Per quanto ne sapevo, Yuki non poteva avere figli: non era una donna sterile, ma c'erano davvero pochissime probabilità che potesse iniziare una gravidanza. Le cure che aveva fatto in quegli anni però, dovevano aver dato i loro risultati dal momento che a quanto pareva, e dovevo ancora realizzarlo, la loro vita stava per cambiare radicalmente. Forse lo avrebbero considerato un miracolo, o un segno del destino se vedevano le cose così come le avevo viste io fino a quel momento.

E il destino per me aveva riservato una bella fregatura.
Odiavo illudermi, e forse era per questo motivo che la sensazione di vuoto nel petto non accennava a scemare per lasciare il posto alla razionalità.

Avevo passato una nottataccia, ma ero comunque abbastanza lucida da sapere cosa mi aspettava quella mattina: l'ultima dura simulazione e la prova finale teorica prima delle vacanze di Natale, le stesse che ormai sembravano aver perso qualunque attrattiva, vanificando ogni effetto positivo che avrebbero potuto avere sul mio pessimo umore.

Il corso degli eventi mi aveva investito come la tempesta di neve che si abbatteva contro i vetri dello Yuei, e non potevo fare altro che sentire la necessità di esternare tutto quanto.
Avevo bisogno di parlarne con qualcuno, ma chi?

Kyoka? Era la mia migliore amica, ma per qualche ragione ancora non mi sentivo pronta ad affrontare l'argomento con lei, e mi sentivo una stupida per questa scelta che internamente stavo compiendo.
Era successo solo una volta che le accennassi qualcosa sul mio passato, sui miei genitori.
Lei non aveva mai insistito e andava bene così.

Non era che non mi fidassi di lei o avessi paura della sua reazione, forse semplicemente mi sentivo a disagio a parlarne con lei perché veniva da una situazione familiare totalmente diversa. Forse non mi avrebbe capito fino in fondo, e ricacciare quell'argomento sarebbe stata solo una sofferenza inutile.

E poi c'era Bakugo. Gli avevo mandato quell'sms con l'intento di spiegargli all'indomani a scuola com'erano andate le cose, e forse parlarne con lui non sarebbe stata una brutta idea.
Dopotutto lui c'era quando avevo avuto un momento terribile, e nel suo strano e impacciato modo mi era stato accanto e mi aveva aiutato ad uscirne. E poi era successo l'inverso.

Why won't you show yourself? [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora