capitolo 17

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Pov's Maria

"Deciso la meta?" chiesi a Sabrina abbracciandola da dietro,sbirciando dietro il computer. Finalmente avevamo avuto la possibilità di spostarci senza problemi ne con il lavoro né con la vita privata.
"Non lo so Marì,me fai sceglie solo a me" continuò a scendere e a salire ma non riusciva a trovare un posto adatto per noi.
"Perché non andiamo a Parigi? Ci sei sempre voluta andare" proposi sbirciando un po' i prezzi e un po' gli hotel. Ammetto che i prezzi erano veramente alti,ma quando ero con lei non badavo a spese,volevo renderla felice in ogni modo.
"No Marì,costa un sacco" si lamentò ma io già iniziai a fare i biglietti.
"Okay,metto la data per dopodomani così ci organizziamo" le sorrisi e smanettai al computer. Menomale che c'era Gabriele che era un ottimo insegnante!

Feci i biglietti e iniziammo a guardare cosa mettere in valigia e cosa no. Sicuramente alcune cose le avremmo comprate lì e poi non potevamo portare tutto dato che c'era un certo peso da raggiungere.
"Che dici? Questo lo porto?" alzai gli occhi e notai un vestito corto,senza spalline,brillantinato, nero.
"Per uscire con me si" le risposi gelosa. Non amavo condividere le cose e di certo non condividevo Sabrina con altre persone, specialmente vestita così.
"Flavio? Che gli dirai?" chiesi tornando seria. Ormai stavamo insieme da qualche mese ma lui ancora non sapeva niente di tutto ciò.
"Viaggio di lavoro,quando torno gli parlo" mi rispose ma non mi guardò minimamente. Non risposi e tornai a guardare fuori dalla finestra,mentre lei continuava a sistemare già la sua prima valigia. Saremmo state via una settimana e dubitavo seriamente che Flavio credesse ad una stronzata del genere. Non capivo perché ancora non gli diceva niente,eppure a detta sua "non si vergogna di una relazione con una donna".
"Marì me senti?" mi riscossi dai pensieri e tornai su di lei.
"No,stavo pensando" risposi sincera.

Pov's Sabrina

Mi avvicinai a lei e l'abbracciai.
"Parlerò di noi a Flavio,se e questo che ti preoccupa" le dissi baciandogli la spalla scoperta.
"Mi chiedo perché tu non l'hai fatto già un mese fa.." tornò a giocare con le sue mani. Lo faceva spesso quando era nervosa o quando doveva dirmi qualcosa ma non sapeva con quali parole.
"Tra un impegno e l'altro non riuscivo,lo sai" mi allontanai da lei e notai il cambiamento del suo comportamento. Sapevo già come sarebbe andata a finire: una litigata ovviamente!
"Se una cosa la vuoi veramente,trovi del tempo no?" incrociai i suoi occhi e presi un lungo respiro prima di rispondere.
"Non me va de litigà Marì. Non ho un tempo per dire determinate cose" risposi sistemando le ultime cose.
"Non si tratta di litigare,ma cazzo..stiamo insieme ormai da quasi un mese e Flavio non ne sa ancora niente. Vuoi farmi fare la parte dell'amante? No dimmelo,perché non sono molto brava a recitare quando sono con lui" sbottò infastidita ormai dal mio comportamento. Non sapevo cosa dire,se ne andò senza darmi il tempo di replicare.

La trovai fuori a fumare,perché era quello che la faceva sentire meglio quando stava così. Le toccai un braccio ma si scostò per non essere toccata da me.
"Non toccarmi" rispose come avevo già previsto. Mai però si era comportata così, specialmente con me.
"Parlerò di noi,te lo giuro,ma mi devi dare del tempo" spense la sigaretta e buttò la parte restante,anche se lei era abituata a fumare l'iqos.
"Devo andare,ci vediamo" mi superò senza degnarmi di uno sguardo,prese la sua giacca e se ne andò. Ero indecisa se parlare adesso o no con Flavio,e pure forse non l'avevo ancora fatto per paura? Paura della sua reazione,della nostra presunta relazione...e se sarebbe finita dopo due mesi? Dio che confusione!

Aspettai Flavio che rientrasse da lavoro assorta nei miei pensieri. Non le scrissi nemmeno un messaggio,non guardai i suoi profili Instagram fake,non chiamai a casa sua per vedere se era arrivata.
"Ciao amore sono tornato,sei in casa?" mi asciugai le lacrime che avevo versato e cercai di risultare presentabile,piazzando un po' di correttore per non far vedere i segni rossi.
"Si sono qua" sorrisi e andai in cucina come se niente fosse. Appena entrai sentì un profumo del tutto femminile,anzi..ne ero quasi certa perché lo indossava anche Alessandra,la mia truccatrice.
"Perché hai un profumo femminile addosso?" gli chiesi e lui si bloccò di colpo,davanti alla mensola con i biscotti. Nessuna risposta,un accenno,una risata,una lacrima...nulla! "Hai un'altra Flà?" ritentai.
"Ma che dici,no..lo sai che a lavoro ci sono molte donne no?" tentò di avvicinarsi a me ma lo fermai.
"Dobbiamo parlare.." dissi non avendo poi tutta questa sicurezza. "Non possiamo andare avanti così,non riesco più a tollerare le tue stronzate che mi dici ormai da mesi. Senza giri de parole: non voglio più stare con te.. ho un'altra persona.." dissi torturandomi le mani,pronta a una sfuriata qualsiasi.
"Chi sarebbe?"
"Sto con Maria e a breve partiremo per un viaggio,ma ti voglio fuori di qui entro doma-" non finì in tempo la frase che sentì un calore sulla mia guancia. Mi aveva appena tirato uno schiaffo,cosa mai fatta prima in tanti anni di matrimonio con lui.
"Mi fai schifo" lo guardai sbalordita,ma più che altro per quello che mi aveva fatto.

Andai in camera e preparai la borsa,non avrei di certo passato la notte con lui,con la paura che potesse farmi qualcosa. Guidai senza avere pudore e arrivai in meno di due secondi sotto casa di Maria,anche se ormai era tardi,le luci erano spente e lei sicuramente starà dormendo. Guardai l'ora: 01:10, sicuramente le avrei fatto venire un infarto stavolta. Fortunatamente il portone era aperto,quindi salì le scale di fretta,tranne le ultime due rampe perché non riuscivo più a controllare il mio cuore che continuava a battermi fin dentro le orecchie.

*Bussai più di una volta*

"Ciao" dissi non appena mi aprì con la faccia di chi non stava per niente dormendo.
"Sabrina,ma che hai fatto alla faccia?" notò la parte dolorante rossa e sicuramente ci stava anche qualche segno.
"Ho lasciato Flavio e lui mi ha dato uno schiaffo" le dissi senza giri di parole.
"Mi dispiace,entra" mi fece spazio ed entrai come un ladro,senza fare rumore. Mi fece strada fino alla sua stanza,anche se la conoscevo benissimo ormai e mi posizionai lì,in quella stanza così familiare per me. "Mi sento in colpa,scusami..non avrei dovuto insistere" sorrisi,anche se in fondo dovevo essere arrabbiata perché in questa situazione mi ci aveva messo lei.
"Sarebbe successo comunque è poi non e la prima volta.." mi schiarì la gola e guardai per terra.
"Che vuol dire? Ti ha picchiata altre volte?" mi chiese non credendo alle mie parole.

Pov's Maria

"Lascia stare..voglio solo dormire,domani andrò dai miei genitori" mi disse ma la mia mente era ferma a quell'affermazione. Ma come poteva mettere le mani addosso a Sabrina? L'unica donna dolce,sensibile,bella,che avesse nella sua vita. Mi avvicinai a lei e gli presi le mani stringendole nelle mie.
"Mi dispiace per come mi sono comportata. Non voglio che vai via,resta qua,con me..però per sempre" le accarezzai la guancia che aveva colpito poco prima Flavio e si allontanò di poco da me,per paura. "Non ti farei mai del male,lo sai" sorrisi e gli spostai quel piccolo ciuffo che cadeva ogni santa volta.
"Avevo paura.." abbassò la testa e io cercai di capire cosa intendesse.
"Che intendi?"
"..che non mi amassi più.." tenne ancora lo sguardo abbassato e sentì il mio dito bagnato. Salì sul letto,incrociai le gambe e mi avvicinai a lei sollevandole il viso per guardarmi. La guardai negli occhi e le asciugai le lacrime che ormai ero abituata a vedergli ogni volta che qualcosa la faceva stare veramente molto male.
"Ci saranno tante litigate tra noi,ma questo non metterà mai in dubbio quello che provo per te,capito?" annuì e mi lanciai sulle sue labbra. "E poi,andiamo a Parigi no? La città dell'amore" sorrisi sulle sue labbra e le feci il solletico.
"Dai Marì ferma" mi fermai sopra di lei e ci guardammo. "Che? Che c'ho che non va?" mi chiese.
"Nulla,sei bellissima" le baciai il collo e toccai il suo fianco. "La nostra prima volta voglio che sia speciale..." ed io sapevo già il fatto mio,per quello che avevo combinato in una delle stanze a Parigi.

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