Capitolo 25

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Pov's Maria

Arrivai alla sua porta e bussai,sentendo i suoi passi dall'altra parte.
"Che significa?" mostrai il bigliettino non appena mi aprì. Bella come sempre,con la sua solita camicia da notte,i capelli sfatti, struccata,con il viso stanco.
"Sono stanca,domani ho la sveglia presto,vai a casa Marì" tentò di chiudermi la porta in faccia ma io entrai,senza chiederle in permesso.
"No,spiegami..vuoi lasciarmi?" ormai la rabbia aveva preso il sopravvento e sapevo già come sarebbe andata a finire..come sempre!
"Non possiamo stare insieme. Siamo troppo diverse e in più mi menti Marì..dimmi..a che serve?" incrociò le braccia al petto e mi guardò severa.
"Mi dispiace se non ti ho detto di Alexia,ma era per evitare proprio questo. Abbiamo chiarito,siamo solo amiche,lei adesso e fidanzata" mi avvicinai e le presi il viso. "Ti prego Sabrina..non prendere decisioni affrettate" mi prese le mani e le allontanò.
"Ho accettato un lavoro fuori Italia,domani partirò" sputò fuori e mi sembrava quasi di cadere da un momento all'altro.
"Per quanto tempo? Ti aspetterò.." mi tremavano le gambe,pensavo seriamente di cadere.
"Due anni se tutto va bene" la guardai e mi allontanai da lei. Era finita davvero? In quel modo?
"Quindi.. e finita?" deglutì a vuoto. Non rispose,non riuscì a dirmi niente,solo a guardarmi. Presi la mia borsa e me ne andai,senza guardarmi indietro,senza ripensamenti.

Pov's Sabrina

Fissai per un tempo indeterminato quella porta,nella speranza che si aprisse per vedere lei..l'unica donna che ho sempre amato. Non sapevo dire se adesso era un bene solo per lei,solo per me o per entrambi,ma forse la lontananza ci aiuterà a capire un sacco di cose. Presi il mio borsone e ci infilai le ultime cose dentro,compresa una nostra foto che facemmo all'inizio di tu si que vales.

*8:30*

Presi le mie ultime cose e mi diressi all'aeroporto. Il volo per Chicago era tra meno di venti minuti,il che vuol dire che avevo tempo per caricare i bagagli sopra.
"Sabrina?" mi girai di colpo e mi cadde la valigia,come al solito.
"Cazzo,Flavio..vuoi farmi morire?" ripresi ciò che era caduto e la infilai insieme alle altre. "Che ci fai qua?" chiesi guardandolo.
"Quello che fai tu..ma come stai? Maria? È con te?"
"No,non è con me..io parto per lavoro" cercai di sviare il discorso "Maria" e concentrarmi solo ed esclusivamente sul mio lavoro,anche se sarà difficile.
"Oh capisco..beh io starò a Chicago per qualche giorno,se ti va possiamo vederci e parlare" propose ma evidentemente lui aveva già rimosso quello che mi aveva fatto. Non risposi e salì sull'aereo,consapevole che io tra 10 ore più o meno,l'avrei rivisto. Presi il telefono e scrollai un po' Instagram,anche se l'ultima foto che avevo postato aveva creato un po' di confusione. L'avevo scattata di prima mattina,dopo aver fatto l'amore con Maria,come se entrambe sentissimo un qualcosa di strano,qualcosa che sarebbe accaduto molto presto...e infatti!

*9 ore e mezza*

Mancava mezz'ora e sarei arrivata finalmente. Non avevo mangiato nulla in quelle ore,non avevo fame,ripensavo solo a lei. Non mi aveva ne chiamata e ne tantomeno scritto un messaggio..ma effettivamente come darle torto! Mi mancava,eccome se mi mancava,ma e stato meglio così.
"Signora siamo arrivati" mi risvegliai dai miei pensieri quando un hostess mi si avvicinò. Sorrisi,presi le mie cose e scesi da quell'aereo,anche se ero al quanto indolenzita.
"Qualcosa mi dice che hai litigato con Maria" ancora lui? Ma mi seguiva?
"Senti Fla,non ho dimenticato un cazzo di niente di quello che hai fatto e si,ho litigato con Maria ma non sono cazzi tuoi okay?" sbottai furiosa.
"Scusami non volevo,mi dispiace" mi mise una mano sulla spalla ma mi staccai.
"Devo andare" presi le mie valigie e raggiunsi l'hotel. Non ero nemmeno arrivata e già me ne volevo andare, magari tornare da lei,ma non servirebbe a un cazzo.

Pov's Maria

"Mà,ma che e sta casa? So entrati i ladri?" ero seduta in un angolino a piangere,dopo aver distrutto mezza casa. Se n'era andata,ma non per uno,due o tre giorni..per sempre! "Mamma..che è successo?" mi si avvicinò ma non volevo essere toccata da nessuno,se non da lei.
"Se n'è andata.." risposi sottovoce. Si sedette accanto a me e mi abbracciò,facendomi poggiare il viso sul suo petto.
"Un giorno una persona speciale mi disse: *troverai la tua persona,ci vuole solo tempo* e io pensai che era una stronzata sta cosa. Sabrina è la tua persona come tu sei la sua e qualsiasi cosa sia successa vedrai che tutto si sistemerà. Quando mi sono lasciato io ho avuto la tua stessa reazione,non volevo vedere nessuno,volevo stare solo..con il mio dolore! Ma ho pensato..ne vale davvero la pena? Magari lei adesso chissà dove sarà a divertirsi e io sto qui a piangere,a rimpiangere il passato,i bei momenti.. anche quelli cattivi perché un po' ti insegnano che la vita non può essere sempre rosa e fiori. Non voglio dirti che lei adesso sta a divertirsi con qualcun altro però magari ha bisogno di tempo,sai..non è facile capire che la persona che ami parli con un'altra,per di più la stessa che ha rovinato la vostra relazione" smise di accarezzarmi i capelli e mi asciugai gli occhi. "Vedrai che tornerà,sta tranquilla" sorrisi e guardai la maglia che avevo addosso. Era sua,aveva ancora il suo profumo e questo mi aiuta a sentirla più vicino. "Serata schifezze?" propose e io risi. Si,questo era il "nostro momento" quando stavamo giù di morale.
"Va bene" gli baciai la guancia e lo ringraziai con lo sguardo.

*23:00*

La nostra serata era giunta al termine,anche se un po' mi dispiaceva,vorrei passare più tempo con Gabriele. Mi ritrovai fuori,a fumare come ogni sera anche se..mancava lei,la mia persona,proprio come aveva detto mio figlio. Ogni giorno pensavo e ripensavo a quanto fosse bello se un giorno io e Sabrina ci sposassimo,magari adottare un altro bambino o vederla girare per casa con il pancione. Certo,l'età purtroppo c'era ma chi ha detto che non potevamo provarci? Ho sognato tanto questa relazione e poi? Vedi com'è andata a finire.

Spensi la sigaretta e mi diressi a letto,pronta sicuramente ad una notte di insonnia per colpa sua. Mi girai su un fianco e notai il posto vuoto,proprio com'era il mio cuore da quando se n'era andata.
"Ti amo" sussurrai accarezzando le lenzuola,consapevole che forse non glielo avrei più detto.

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