Cap 12

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La notte si dimostra più complicata di quanto immaginassi, nonostante ho potuto riassaporare la morbidezza di un vero letto accompagnato da un nostalgico quando lontano odore di pulito delle lenzuola, non riesco comunque a dormire, il silenzio ora mi sembra cosi assordante da essere insopportabile, questo accade quando per anni urla e schiamazzi vari ricoprono la notte.

Per le prime ore non faccio altro che rigirarmi nel letto a due piazze poi mi arrendo all'idea di dormire e mi affaccio alla finestra osservando le luci della città, le poche macchine che camminano, l'abbaiare dei cani, il cinguettio ci alcuni uccellini notturni, il vento che smuove i miei capelli orami asciutti.

Chiudo gli occhi un attimo per concentrarmi sui rumori poi mi dirigo nel salottino accendo la tv e uso quell'aggeggio chiamato telecomando come se fosse la prima volta e dopo un po trovo una telenovela che con il passare del tempo mi fa addormentare sul divano.

* "Richard ma come fai a conoscere tutti questi siti, conti di entrare nei server della nasa?" scherzo seduta sul letto mentre al mio fianco il mio ragazzo smanetta velocemente al pc

"Quasi piccola hahaha, controllo solo delle cose, non posso di certo usare google per quel che interessa a me" mi schiaccia un occhiolino mentre continua a digitare

"E di cosa si tratta" chiedo curiosa "Mah nulla di importante una sciocchezza ma devo stare attento dato che quì non sono l'unico esperto, ti ho insegnato dei trucchetti niente male ma stò notando che se non faccio attenzione rischio che l'allieva superi il maestro" chiude il portatile per poi buttarsi addosso a me facendomi ricadere nel letto

"Hai paura che scopra tutti i tuoi segreti Richy?" so che gli da fastidio quando lo chiamo così

"sarebbe un problema se diventassi come me, ti dovrei rapire e farti mia sempre per corromperti" dice prima di baciarmi quando poi all'improvviso la sua mano finisce sulla mia bocca tentando di soffocarmi. *

Mi sveglio dall'incubo ed anche se ancora frastornata intercetto una presenza vicino a me, con uno scatto prendo la mano che si stava avvicinando per piegarla fermandola in una morsa dolorosa.

Mentre blocco quella che era la mossa lui con uno scatto in avanti libera il braccio, fa leva sulle gambe in modo da farmi perdere l'equilibrio e farmi finire nuovamente sul divano; mi ritrovo così le mani bloccate e un Derek ansante che mi fissa cupo.

Riprendo fiato e metto a fuoco i dettagli della casa che mi fanno realizzare che quello di prima era un'incubo e che non mi trovo più nel carcere. Riporto l'attenzione sull'uomo sopra di me che non sembra intenzionato a lasciare la presa.

"mollami" dico infastidita dalla posizione in cui siamo capitati

"prima ti calmi poi ti lascio. Si può sapere che ti prende? Non hai mai reagito così nemmeno in cella" mi studia come se fossi uno strano animale

"la prossima volta evita di toccarmi" ribatto solo con tono rigido

"quelle che hai appena usato sono mosse di difesa, come le conosci"

Alzo gli occhi al cielo per poi puntare lo sguardo su una superficie a caso "e dire che ci fai lo sbirro, certe domande le potresti anche evitare" sento che non risponde alla provocazione così riporto lo sguardo su di lui ma non stà guardando me, sta guardando più in basso e solo ora noto che nella lotta la maglia che indosso si è alzata rivelando la cicatrice sul mio fianco.

Sentendo la sua presa più lenta libero le mani spingendolo in modo che oltre a riacquistare spazio ho modo di abbassarmi velocemente la canottiera.

Il suo sguardo si fa ancora più cupo e mi guarda come se fossi il suo peggior nemico "come te la sei fatta"

"ancora una domanda totalmente inutile sbirro"

"Avevi detto di non avere cicatrici" il suo tono seccato mi fa sbuffare

"non sono cose che ti riguardano" incrocio le braccia mettendomi sulla difensiva gesto che lo fa infuriare

"CAZZO ALEXANDRA SMETTILA DI ESSERE SEMPRE SULLA DIFENSIVA, STIAMO CERCANDO DI DARTI UNA MANO MA SE NON ABBASSI UN PO QUEI MURI CHE TI OSTINI AD ERREGGERE NON OTTERRAI NULLA"

"non sapevo di starti così a cuore sbirro" ironizzo sapendo di farlo solo arrabbiare di più

"tu non sai nulla" sussurra ma lo sento lo stesso. "preparati andiamo in centrale"

Poco dopo siamo fuori dalla palazzina e stiamo per entrare in centrale solo che rispetto a ieri noto una persona nuova e più mi avvicino più noto essere la ragazza che ho incontrato ieri.

Io la guardo e vedo che lei fa lo stesso "non familiarizzare con lei" sento dire da Derek al mio fianco

"perché" chiedo solo

"non otterrai nulla di buono da lei, pensa a quello che devi fare e riga dritto"

"nervosetti eh"

Improvvisamente vengo sbattuta contro il muro di un corridoio isolato mentre Derek mi blocca tra il suo corpo e il muro

"chiariamo una cosa Alexandra" rafforza il mio nome prima di proseguire "so che stai cercando di provocarmi in tutti i modi fin da quando hai messo piede in quella maledetta cella e fidati se ti conviene che io rimanga calmo. Dispongo di un ottimo autocontrollo ma continua ad incalzare la mano e fidati che non ti piacerebbero le conseguenze" ribatte con voce bassa a poca distanza dalla mia figura.

"pensi di intimorirmi così?" alzo un sopracciglio fronteggiandolo

"no, ti stò avvertendo, veniamoci incontro e avremmo una collaborazione pacifica, continua così e sarò io stesso a rimandarti in carcere. Sono stato chiaro?!" il suo tono diventa sempre più duro

Lo fisso senza dire nulla, mentre il suo sguardo si sofferma un po troppo sulla mia figura, passa a rassegna tutto il mio viso quando accorgendosi della poca distanza che ci separa riporta lo sguardo nel mio prima di allontanarsi senza aggiungere altro.

So bene che sospetta qualcosa ma come ho già detto questa volta non mi affiderò alla giustizia.... Questa volta no..


Un clichè pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora