Pov Derek
Mi sveglio sentendo un terribile bruciore al fianco e quando abbasso lo sguardo mi rendo conto di non indossare la maglietta e che sulla parte destra c'è una garza bianca con un puntino rosso in mezzo.
Ricordo di star tornando all'hotel con Bob quando abbiamo iniziato a sentire in lontananza degli spari, ci siamo diretti subito lì e la scena che ci si prentava era precisamente sei uomini intenti a sparare contro due che vedevo essere ben equipaggiati, poi al lato vedo una figura che riconosco molto bene ma quando poi noto una pistola su di lei scatto prima di poter pensare, la riparo con il mio corpo per poi sentire uno sparo e il dolore.
Provo a muovermi ma la ferita fa davvero male così mi rimetto giù e noto una stanza che non conosco: le pareti sono di un blu scuro, il letto unico, un comodino al lato dove trovo un termometro e delle medicine, una finestra che è coperta da una tenda bianca che danza con il passare del vento, dei quadri dai gusti totalmente discutibili e quello che mi colpisce è il profumo, profumo di mare.
In lontananza sento il rumore delle onde così capisco di trovarmi vicino al mare; tento di rialzarmi ma in quel momento la porta si apre rivelando la persona che stavo cercando.
Indossa una semplice maglia bianca lunga che le fa da vestito, i capelli sciolti le incorniciano il volto
"ti sei svegliato" constata avvicinandosi
"dove siamo" chiedo subito
"A casa mia" risponde non guardandomi negli occhi ma spingendo una mano sul mio petto per farmi mettere disteso. Non oppongo resistenza anche perché non ne ho le forze così mi distendo e poco dopo la benda mi viene staccata e dopo aver preso del disinfettante e cotone si dedica alla ferita.
Stringo i denti dal dolore ma poi quando una nuova benda viene sostituita da quella ormai sporca sospiro di sollievo
"come stai?" mi domanda ancora senza guardarmi
"ora meglio" rispondo invece io cercando i suoi occhi che non si posano sui miei nemmeno per sbaglio
"ottimo. Devi stare ancora un po di giorni a letto prima di poterti rialzare" quando si volta per andarsene la prendo per un polso fermandola
"Alexandra che succede? Perché non mi guardi nemmeno" domando non capendo questo suo comportamento. Il fatto che sfugga al mio sguardo mi innervosisce e non poco.
"non succede nulla sbirro, ora riposa" il suo tono secco mi fa solo che incazzare e il fatto che sia tornata a parlarmi in modo distaccato, ancora di più, così tiro il braccio sorprendendola e facendola cadere vicino a me.
Faccio una piccola smorfia per la ferita ma poi la blocco quando tenta di rialzarsi e capendo che così peggiora solo la mia situazione si ferma per non farmi ulteriormente male, la obbligo a portare lo sguardo sul mio e ci leggo un qualcosa di nuovo "mi dici che succede?" le parlo calmo come se fosse una bambina spaventata.
La vedo chiudere gli occhi per poi aprirli e guardarmi incazzata "perché ti sei messo davanti a me? perché mi hai protetta, qual'è il tuo scopo, ti ho detto che non ho bisogno di essere protetta specialmente se questo significa rischiare la tua vita per una come me"
"Che significa una come te mm? Alexandra io davvero non so cosa tu ti sia messa in testa ma non ho nessun secondo fine, nessun doppio gioco. Quando lo capirai che non sono Richard" le sussurro serio questa volta "ti ho detto che ti avrei protetta, mi sembra di essere stato chiaro con te la scorsa notte, perché ancora ti rifiuti di credermi, perché non ti vuoi fidare di me" sospiro davvero stanco.
"perché non so più cosa vuol dire avere fiducia" ribatte dura alzandosi con il busto in modo da essere più distante da me ma ancora non la lascio andare, non così, c'è qualcosa che non mi dice e che non vuole che veda.
"lo sai invece, solo che hai paura"
"io non ho paura" ribatte subito nascondendosi dietro quei mattoni che in carcere non hanno fatto altro che aumentare
"invece si, hai avuto paura ecco perché sei così incazzata con me. Però stò bene, sono qui e ti tormenterò ancora" la provoco con il solito ghigno divertito che so le fa alzare gli occhi al cielo
"stai vaneggiando sbirro. ricordi? Tu odi me ed io odio te" cerca di allontanarsi ancora ma invece la spingo solo di più verso me. Si ostina ad innalzare questi muri tra di noi ma io sono troppo stanco per farlo
"è vero, allora adesso ti mostro quanto cazzo TI ODIO!" gli dico prima di premere le nostre labbra con forza. Non è un bacio dolce, è un bacio aggressivo dove io mi muovo sulle sue labbra come se mi dovessi sfogare.
Non so come cazzo siamo finiti a tutto questo, non so come le cose siano cambiate e non so perché ho iniziato a vederla con occhi diversi ma ormai ho smesso di combattere contro il dovere e il cuore.
Questa ragazza divenuta donna mi fa impazzire su tutti i fronti e non so dove tutto questo mi porterà ma dopo aver visto la paura nei suoi occhi mi ha fatto scattare come una molla.
Non so ancora che rapporto abbiamo ma per me è diventata una sfida vedere quelle emozioni che lei si ostina a nascondere, emozioni che sono felice vengano fuori con me.
So qual'è il mio dovere e so cosa voglio fare ma so anche che non riesco a lasciarla andare.
Per questo la bacio con rabbia perché tutto questo non doveva accadere, non era previsto, ci dovevamo odiare e dovevo porre fine a questa cosa ma le cose sono cambiate e troverò un modo per fare sia il mio lavoro sia per proteggere questa donna che per troppo tempo non ha avuto altro se non lei stessa.
Vedo un angelo all'inferno e non voglio che bruci con esso, voglio che ritorni al posto dove appartiene: il paradiso.
Pov Alexandra
Non posso sentire queste sensazioni, non posso e non con lui. Non posso di nuovo. Non so cosa stà accadendo ma per un solo momento voglio solo essere Alexandra e non la combattiva Alex.
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Un clichè pericoloso
RomansaQuesta storia è nata come un clichè ma quello che ne seguirà non lo sarà altrettanto questo ve lo posso assicurare. Una ragazza e un bad boy ma non ci sarà quel finale che noi tutti conosciamo, c'è tutta una storia dietro da scoprire e starà a voi...