Cap 20

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"non sono ancora scappata se è questo che ti stavi chiedendo"

"assolutamente no, sapevo che eri a casa con lo sbirro sexy" ammicca

"ancora devo capire come fai a sapere tutto" sbuffo una risata divertita

"segreti del mestiere, ma aggiornami che succede"

"il mio ex entrerà in America la prox settimana e mi hanno chiesto un piccolo aiuto"

"cosa ci guadagni aiutando loro, sai meglio di me che tipi come il tuo ex se tornano è perché sanno di poter giocare al gatto e topo con la polizia in totale tranquillità"

"oh ma lo so bene, l'unica cosa che ci guadagno è la mia libertà"

"scappando non avrai la tua libertà, considerando che sarai braccata dalla polizia e dal tuo ex"

"ho già un piano in mente ma ho bisogno del tuo aiuto"

"spara" si avvicina a me concentrata in quello che gli stò per dire

"devo andarmene di qui, l'unica cosa che mi tratteneva erano i miei genitori ma sono più al sicuro senza di me, devo passare il confine e mi costruirò una nuova identità"

"dove pensavi di andare"

"Spagna. Ho già fatto le mie ricerche su possibili isole adatte per riprendere un attimo fiato, allontanarmi da qui e riordinare le idee. Un posto perfetto dove non verrò rintracciata"

"posso aiutarti, ho delle conoscenza e qui nessuno mi si fila, però ad una condizione" la guardo ascoltandola "mi porti con te. Sai si da il caso che la prox settimana sono libera di andare dove mi pare e non ho mete, quindi la tua fuga in un'isola sperduta in spagna mi alletta assai"

"affare fatto allora. Tu prepara il tutto, ti darei una mano anche per i documenti ma"

"tu non fare mosse false, ti ricordo che lo sbirro ha occhi solo per te" mi schiaccia un occhiolino.

"lo sbirro sarà troppo impegnato con la missione per tenermi sotto controllo e poi l'impresa sarebbe stata uscire di casa sua piena di telecamere ma qui in centrale ho il via libera"

"perfetto allora. Mi metto al lavoro. Presumo che non ti faranno venire qui in centrale per tutta la settimana quindi ci vediamo alla prossima e per all'ora sarà tutto pronto" mi dice prima di andare via.

Guardo la ragazza quasi sconosciuta che è diventata mia complice, nonostante la mia grande diffidenza nelle persone qualcosa in lei mi spinge a fidarmi, sono quelle sensazioni a pelle, forse sarà il suo sguardo o il suo modo di fare. Il nostro approccio è stato un po particolare e di sicuro non ci siamo messe a parlare di capelli e treccine. In lei vedo un'alleata e se voglio andarmene una mano mi serve.

Mi guardo intorno e non posso fare a meno di farmi la stessa domanda che per anni mi sono fatta: ma come ci sono finita in questo modo. Una vita del tutto diversa, ma ormai ho smesso di credere di trovarmi in un film e ho iniziato ad agire. Ho trascorso molto tempo a pensare, mesi, giorni, anni ed ora la parte difficile non è nemmeno iniziata.

*

Inutile dire che in questa ultima settimana Derek era molto nervoso e preoccupato, di notte lo sentivo rimanere sveglio fino a tardi e quelle volte che rimaneva a casa durante il pomeriggio non alzava lo sguardo dal pc nemmeno per un secondo. Il giorno tanto atteso si stà avvicinando per entrambi e mentre lui era occupato con il suo lavoro io ho ridefinito meglio il piano per uscire dalla centrale. Domani è il grande giorno.

Sono le 2 di notte quando mi alzo e vado in cucina per bere un bicchiere d'acqua e per fare due passi, troppo nervosa per rimanere a letto e a quanto vedo non sono l'unica perché il divano e perfettamente intatto con tanto di coperta e cuscino piegato segno che il suo proprietario non si è nemmeno disteso, sento la doccia e capisco che si stà facendo il bagno.

Una volta finito di bere appoggio il bicchiere e faccio per tornare in camera ma la strada mi viene bloccata da un Derek che è appena uscito dalla doccia con le goccioline ancora che scendono dal petto tonico, un solo asciugamano legato attorno ai fianchi che lasciano scoperta la V pronunciata maggiormente da un braccio alzato occupando a frizionare i capelli con un altro piccolo asciugamano.

"Alex!, che ci fai sveglia" domanda sorpreso di trovarmi davanti a lui

"ehm si, sono andata a prendere un bicchiere d'acqua"

"non riesci a dormire?" mi chiede abbassando la mano e buttando l'asciugamano dei capelli alla rinfusa dentro il bagno ancora aperto da dove esce una piccola nube di vapore all'odore di muschio selvatico.

"a quanto pare nemmeno tu. Nervoso per domani?" nonostante un po di imbarazzo tengo il mio tono distaccato e freddo

"è un giorno importante e un arresto che potrebbe cambiare molte cose" dice guardandomi in maniera che non riesco a decifrare, sembra voglia dirmi qualcosa ma non riesco a decifrarlo.

"già" dico solo "torno in camera" mi muovo cercando di non guardare il suo fisico che smuove in me sensazioni che da tempo non era abituata a sentire

"ti rendo nervosa Alexandra?" siamo ritornati al nome completo "se per vedere una reazione dovevo essere quasi nudo lo avrei fatto molto tempo fa. Quindi te lo faccio un certo effetto eh" la sua voce è sempre più divertita dal mio imbarazzo

Infatti con la faccia credo un po rossa rispondo come una bambina indispettita dalla situazione "non montarti la testa sbirro, non posso dire che ho visto tanti corpi data la mia situazione ma sono comunque una ragazza e gli occhi così come gli ormoni li ho anche io, quindi non ti stupire" apro la porta della camera decisa a terminare questa conversazione ma la sua mano blocca la porta prima che si chiuda.

"che vuoi ora sbirro?" gli chiedo sbuffando peggio di una locomotiva

"le mie mutande" ribatte divertito


Un clichè pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora