6. Mare di bugie

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T R A V I S

È l'una e mezza di notte, sono sdraiato sul divano e non mi sono mai reso conto di quanto sia paradisiaco stare a casa senza una madre a romperti i coglioni e soprattutto a giudicarti per come sei e per cosa fai.
Ricordo da bambino io e Theia mangiavamo sempre insieme a pranzo mentre Lucas e Angel erano a mangiare fuori coi loro amici o avevano già pranzato, senza un preciso motivo nostra madre si incazzava con noi.

«Sei asociale»Theia odiava essere giudicata, era una ragazza molto fragile ma che si mostrava e si mostra forte e senza sentimenti.

«Ti verrà la depressione»un altro colpo al suo cuoricino, avrei preso a pugni la mia stessa madre.

«Sei apatica, non provi niente»BOOM! Cuore frantumato.

Lei prova fin troppo, ma non lo mostrerà mai. Andrà nel bagno a piangere non ti mostrerà tristezza davanti, mostra solo la rabbia, l'unico sentimento che non riesce a controllare. Quando capii che si faceva del male da sola quando andava a piangere nei bagni era tardi, io non potevo fare più niente, mi ero sentito inutile... impotente. Lucas la beccò nel bagno di casa con una lametta a rigarsi la gamba colma di cicatrici e di graffi, ora coperti da tatuaggi. Mi aveva giurato di non averci mai pensato, in quel momento il mio cuore si era frantumato in mille pezzi, incenerito e spazzato via dal vento.

E poi arrivò un po' di dolore anche per me.

«Sei troppo sensibile»ma...

«DEVI ESSERE UN UOMO»non... non lo sono? Pensavo. Evidentemente no...

«SEI UNA DELUSIONE»una delusione.

E da quel momento nella mia testa, per ogni errore commesso sento queste parole a ripetizione.

SEI UNA DELUSIONE

FAI L'UOMO

FALLITO

SII UOMO

DELUSIONE

DELUSIONE

DELUSIONE

Era un loop. Odio sentirmi dire Delusione, odio pensare di esserlo, mi vergogno quando piango, mi ripeto che devo essere uomo, devo comportarmi come gli altri ragazzi della mia età. E dà queste parole che nasce la mia paura di fallire e di non eccellere mai.

Con lo sguardo smarrito torno alla realtà,
sperando che Jason in cucina, non si sia accorto della mia debolezza. Mi alzo bevendomi un caffè e fumando mi una sigaretta con l'intento di calmarmi al più presto, okay forse bere il caffè per calmarsi non è un ottima idea. Salgo al piano superiore, controllando come al solito se la mia gemellina stia dormendo, apro la porta silenziosamente e la trovo rannicchiata in posizione fetale a dormire beatamente, strappandomi un sorriso sincero.

Richiudo la porta alle mie spalle e con passi felpati vado nella camera dei ragazzi.

«Andiamo, Thomas e Angel ci aspettano fuori casa»annuncio.

Prendono da sotto al letto cinque pistole lanciandone una, che infilo all'istante in tasca.

Scendiamo al piano inferiore e apriamo la porta uscendo velocemente, richiudendo la porta stando attenti a non fare troppo rumore e svegliare Cloe e Theia.

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