THEIA POV

Finalmente è arrivato questo maledetto giorno e poi Jonny, ovvero l'allenatore, con romperà più le palle per gli allenamenti ancora più duri del solito. Entro nel seminterrato ancora col pigiama addosso e indosso i guantoni neri. Posizione e pugno. Vado avanti così per un'altra ora, fino a quando non sento di poter morire, di sentirmi male, con la tachicardia per lo sforzo. Con la fronte sudate, e sicuramente con l'odore di una capra, salgo in cucina a bere un bicchiere d'acqua ghiacciata, che con grande fortuna una buona parte mi finisce addosso, tutto ovviamente senza salutare nessuno. Salgo in camera mia e mi chiudo nel mio bagno, nel materasso accanto al mio c'è ancora Cloe che dorme , no, non ha saltato scuola è SABATO finalmente direi. Mi spoglio del pigiama e dell'intimo che butto a terra, mentre i capelli li lascio legati in una crocchia disordinata. Mi infilo nel box doccia sobbalzando quando l' acqua bollente viene a contatto con la mia pelle, facendomi imprecare. Mi sciacquo dall' appiccicume e rimango non so quanto a pensare.

Come andrà l'incontro?

Sarò brava?

Vincerò?

Farò una figura di merda? Probabile sono Theia Jones, la regina delle figure di merda.

Cazzo che ansia e pensare che mi vedranno solo delinquenti. Che c'è? Io non ho specificato che l'incontro fosse legale. Mi avvolgo nel telo candido e indosso l'intimo monocolore nero, un leggins, reggiseno sportivo bianco e slego i capelli dalla crocchia per legarli in una coda alta. Mi guardo allo specchio e solo ora mi rendo conto di essermi addormentata completamente truccata, sembro una strega.

Che palle la vita. Mi lamento mentalmente. Cambio posizione ogni minuto e cazzo! Non c'è una posizione comoda?!

??? SCONOSCIUTO???

«Sai cosa devi fare»dissi e poi uscì.

FIONA

Ho intenzione di dirglielo giuro, aspetterò dopodomani. Halloween. Ma la paura che mi padre le faccia qualcosa mi sta divorando viva. Cammino in mezzo a quel lusso e ogni passo che faccio vomiterei l'anima, pensare com' abbia fatto tutto quel denaro mi fa ribaltare lo stomaco. Sento che c'è qualcosa che puzza con il lavoro di mio padre, è nervoso, non che sia una novità, ma si capisce da lontano un miglio che c'entri il lavoro. Indosso i soliti jeans strappati e una maglia larga e ora sono pronta. Cosa le dovrei dire? Scusa se sono una stronza. Si lo so ho sbagliato. Mi odio anch'io. Facciamo nessuna delle tre. Controllo l'orologio e sono le 18:30 dovrei andare. Decisamente. Salgo nella Ferrari rossa e parto verso il vecchio centro commerciale. Le finestre rotte, la porta spaccata e piena di immondizia. Che schifo! Ho le scarpe nuove e soprattutto ancora bianche.

<<Su chi scommetti Lee?>> chiede Nico, un uomo tatuato da testa a piedi e pelato, mi ci potrei specchiare.

<<Theia Jones>>lancio cinquanta dollari in una scatola leggendo "T.J." e l'altra invece "J.S" ovvero Jane Smith, quella ragazza mi sta sui coglioni, non che sia una novità, io odio il 90% delle persone. 

Mi appoggio al ring, dove mio zio sta allegramente rimorchiando una ragazza sulla trentina, squadro la donna, i capelli biondi, gli occhi vuoti e il fisico magro stretto in un abito rosso.

<<Piccola>> urla appena mi vede.

<<Zio!>>lo rimprovero a gran voce mentre mi scompiglia le due trecce alla francese.

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