L U K E
Una scarica di eccitazione mi scorre per le vene, tutto ciò di cui ho bisogno, una moto a tutta velocità... il corpo di Theia contro il mio... ma una cosa che mi manca in verità c'è, ed è anche la più importante...
Quando per mio dispiacere siamo arrivati a casa, il suo corpo che si stacca dal mio mi fa sentire vuoto, come un puzzle incompleto. Il silenzio che cala fra di noi è molto imbarazzante, come se entrambi volessimo dire qualcosa ma siamo frenati da qualcosa, ma da cosa? Salgo le scale stanco morto, con l'intenzione di buttarmi immediatamente a letto, ma a frenarmi sono dei conati provenienti dal bagno che condividiamo io e la mia sorellina, allarmato apro la porta del bagno, trovo mia sorella con due dita in gola, avrei preferito vedere di tutto, qualsiasi cosa, ma questo Mai, vedere questo, mi ha fatto capire quanto poco io la conosca e quanto poco io l'abbia aiutata nei suoi sedici anni di vita.
<<Cloe...>>
<<Merda!>> Impreca alzandosi da terra.
<<Cloe, dimmi perché, perché l'hai fatto e perché non mi ha chiesto aiuto...>> Trattengo a fatica le lacrime ripetendomi costantemente: "Sei un fratello di merda!"
<<Non è facile da spiegare...>> Sussurra flebilmente. D' improvviso vedo il suo corpo oscillare a destra e sinistra per poi cadere, ma fortunatamente riesco a prenderla e portarla nella sua camera posandola nel letto.
<<Sono tuo fratello, sangue del tuo sangue, sei parte di me, se ti succedesse qualcosa morire insieme a te...>>
<<Avevo paura del tuo giudizio... >> Piange nella mia spalla sporcandomi la maglietta di mascara.
<<Non ti giudicherei mai sorellina. Mi vuoi dire perché?>> Le chiedo mentre continuo a stringerla.
<<Tutti mi dicevano che ero grassa, così ho cominciato a dimagrire e poi fermarmi è stato impossibile...>> Dice fra i singhiozzi.<<Poi tu torni a casa tardi, ti droghi, ti ubriachi e io ho paura di perderti...>> Mi stringe più forte che può con le sue esili braccia, sento così tanto il suo affetto che un singhiozzo mi esce fuori dalle labbra.
<<Scusa. Scusa. Scusa. Scusa. Scusa. Ti prego perdonami.>> Il respiro viene meno mentre pronuncio quelle parole strazianti, il respiro pesante, quasi inesistente, un mattone in gola e le vertigini. Prendo un grande respiro dalla bocca e butto fuori a fatica.
<<Io vado, per qualsiasi cosa chiamami...>> Tremo leggermente, mi alzo dal letto sentendo le ginocchia gelatina, mi passo un mano sul viso bagnato dalle lacrime, ho pianto? Vado verso la mia camera, tutte le porte sono chiuse e silenziose, tranne la camera di Theia, l'unico rumore che si sente nel corridoio è il grido delle sue lacrime, sbricio all'interno della camera, è accovacciata sul pavimento con una canna in mano e con il telefono all'orecchio.<<Mi manca...>> Sussurra.
<<Lo so amore della nonna, passerà, vai a fare la nanna che passa tutto.>> Sento la voce di sua nonna Gisella provenire dal telefono. Chiude la chiamata e i suoi singhiozzi disperati mi spezzano il cuore, una mano fra i capelli, lo spinello fra le labbra in cerca di zittire i lamenti disperati, di aiuto, vedo solo la sua figura stanca di vivere senza sua sorella. Improvvisamente sento dei conati e la vedo vomitare per terra, mi precipito dentro la stanza affrontando per la seconda volta la mia paura del vomito, le sostengo i capelli e quando smette di vomitare la porto in bagno a sciacquarsi la faccia.
<<Vattene.>> Mi guarda male.
<<Quando saprò che stai bene.>>
<<Allora aiutami. Prendi la forbice e dammela.>> La guardo ditubante. <<Ora.>> La vedo prendere la forbice dalle mani e afferrarsi una lunga ciocca di capelli.
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Like Scars (revisione)
ChickLit«ti renderò la vita un inferno»questo è quello che dice Theia a Luke dopo otto anni. Da bambini erano migliori amici e dopo un catastrofico evento Luke è stato costretto da sua madre ad andare via dalla California, dritto verso New York, lasciando...