Evelyn's point of view
Aprii gli occhi e nuovamente mi ritrovai in ospedale, era la seconda volta nel giro di una settimana che ero arrivata lì a causa di Alison. Avevo la flebo attaccata e sentivo un peso sulla gamba, quando mi resi conto che fosse la testa di Reid sorrisi.Era rimasto lì con me, era rimasto sulla scomoda sedia ospedaliera per starmi accanto.
Il suono di un bip costante fu una delle prime cose che notai, stavano tenendo monitorato il mio battito cardiaco e la mia pressione come era da prassi fare.
Restai immobile per un minuto, respirai sapendo di essere al sicuro. Non sapevo se avessero catturato la mia ex migliore amica psicopatica, ma sapevo che in quel preciso momento potevo stare tranquilla.
La guancia di Reid era appoggiata sulla mia coscia coperta dalla sua giacca, i suoi capelli erano più disordinati del solito. Mi resi conto che era la prima volta in cui lo vedevo dormire, solitamente era lui che mi teneva controllata durante il mio sonno. Sembrava un'anima innocente e pura.
Provai a chiudere gli occhi pure io lasciandomi trasportare da quella tranquillità che mi avvolgeva, eppure sussultai non appena vidi i capelli biondi di Alison nella mia mente.
Sbarrai gli occhi mentre il monitor segnò acusticamente il mio battito cardiaco accelerato,
lo stesso medico che mi visitò la prima volta si fece spazio nella stanza correndo verso di me. Sapevo solo il suo nome perché me lo aveva detto la volta prima, nonostante avessi lavorato in quell'ospedale non l'avevo mai vista.Ed era normale, un medico legato a me da un legame di amicizia non sarebbe mai stato oggettivo e professionale.Lei entrò nella stanza aprendo le tapparelle per illuminare tutto, portai una mano davanti agli occhi infastidita dal sole mentre Melissa prese una penna iniziando ad annotare delle cose.
Nel frattempo gli occhi di Spencer si aprirono,
non appena notò il mio stato di coscienza sorrise profondamente. Non disse nulla, lo fecero i suoi occhi.<<dottor Reid le chiedo di uscire in modo che possa visitarla>> Il medico si rivolse al ragazzo che si alzò immediatamente dandomi un bacio in fronte prima di allontanarsi, quel gesto mi riempì il cuore.
<<ti vedo dimagrita rispetto l'ultima volta>> poco prima che lasciassi l'ospedale la settimana prima mi aveva detto che avrei dovuto mangiare di più per rimettermi in forze, cosa che oggettivamente non avevo fatto <<però non sono qui per questo>> tirai un sospiro di sollievo ascoltandola ad orecchie aperte, non sarei riuscita a sopportare una romanzina su quanto fosse importante il cibo, questo perché lo sapevo benissimo pure io.
<<ricordi qualcosa dell'accaduto?>> annuì mentre ricordi frammentati si insediarono nella mia mente.Melissa posò la sua mano sulla mia, per confortarmi e per farmi capire che potevo fidarmi, ma io mi ritrassi istintivamente facendole spalancare gli occhi <<non voglio parlarne ora>> deglutii velocemente sforzandomi di sorridere, sulla mia coscienza c'erano 3 cadaveri <<oh ok, allora vado>>si allontanò con la testa china lasciandomi da sola.
<<Si può ?>> Spencer bussò entrando velocemente con un mazzo di rose, come avesse fatto in così poco tempo a procurarsele lo sapeva solo lui <<no>> dissi ironicamente alzando gli occhi al cielo in modo scherzoso <<ah allora aspetto>> rispose in modo ingenuo rendendosi conto solo dopo pochi secondi che effettivamente il mio tono non fosse serio <<dai vieni>> lo intimai di farsi avanti spostandomi leggermente per fargli un po' di spazio sul lettino, aveva delle occhiaie tremende. <<come stai?>>Spencer allungò i fiori verso di me facendomi arrossire, non mi sarei mai aspettata che una persona potesse essere così buona con me <<bene penso>> sorrisi leggermente guardandolo <<perché sei andata lì Eve? perché non me ne hai parlato? potevi aspettare che tornassimo, sapevi i rischi eppure hai deciso di fare tutto di testa tua, come se la tua vita non valesse nulla>>egli strinse i pugni cercando di non guardarmi, stava tremando, non voleva farsi vedere in quelle condizioni da me <<io volevo solo proteggere voi, proteggere te Spence>> sospirai leggermente, odiavo vederlo in quelle condizioni, soprattutto perché era colpa mia.
<<e chi avrebbe protetto te?>> finalmente alzò la testa guardandomi negli occhi, essi erano un misto di rabbia e tristezza <<mi dispiace>> gli presi la mano per farlo calmare tirandolo poi verso di me, lo avvolsi in un abbraccio accarezzandogli leggermente i capelli <<ho avuto paura di perderti>> con quelle parole mi si strinse il cuore talmente forte che iniziai a piangere,iniziai a piangere per tutto quello che era successo.
<<perché piangi?>> mi asciugò con un tocco delicato la lacrima che scese improvvisamente rigando il mio viso. Mi girai immediatamente dandogli le spalle, non volevo che mi vedesse in quelle condizioni. Lui non era come gli altri, lui era Spencer, sapevo che non mi avrebbe mai e poi mai giudicata ma piangere mi faceva sentire fragile e lo ero stata per troppo tempo, era arrivato il momento di essere forte. Mi aveva già vista piangere eppure mi girai lo stesso.
<<uhm niente, anzi guarda non sto neanche piangendo. Ho solo qualcosa nell'occhio. Un ciglio forse.. Ma non è nulla, davvero>> sorrisi girandomi nuovamente verso di lui <<ehi, riconosco una persona che piange>> scossi la testa negando l'evidenza. Spencer non mi credette e si dispose di fianco a me in piedi,
<<perché piangi?>>era la seconda volta che me lo domandava, non voleva proprio mollare.<<Io.. non lo so. Davvero, non lo so, queste lacrime sono venute fuori all'improvviso, non lo so, e non si vogliono fermare, non si fermano.>> crollai immediatamente sia per il troppo impatto emotivo sia per la stanchezza, se non fossi stata sdraiata probabilmente sarei caduta in ginocchio.
<< io non voglio piangere. Non voglio..>>presi la testa tra le mani cercando di contenermi, non era da me scoppiare in quel modo.
Spencer si sedette nuovamente di fianco a me e mi prese le mani leggermente tremante <<Sai? mia madre una volta mi ha detto che piangere senza alcun motivo significa avere troppo per cui piangere. Significa essersi trattenuti troppo a lungo. Mi ha anche detto che siamo come dei grandi contenitori che piano piano si riempiono, e sopportano, sopportano, sopportano, ma come sai, a tutto c'è un limite. Anche i contenitori forti e grandi hanno un orlo e arrivati all'orlo non ce la fanno più a tenersi dentro tutto. Scoppiano. Piangi, piangi tutte le lacrime che non hai pianto fin'ora. Sei stata forte, ma ora dimentica tutto e butta fuori il dolore, io sono qui.>>feci aderire il mio viso alla sua spalla, sapevo che non gli avrei dovuto mostrare quel mio lato sensibile, eppure avevo bisogno di sfogarmi e lui era lì, lui c'era sempre.
<<Spence?>> interruppi quel momento estremamente perfetto esponendogli la mia versione <<non sono una persona forte. Sono fragile, come carta da zucchero facile da sgretolare. Sono paranoica e alla perenne ricerca di conferme perché in passato non ne ho mai avute. Uso il sarcasmo per mascherare le mie insicurezze, come se potesse fungere da meccanismo di difesa. Posso sembrare forte ma non lo sono>> era la prima volta che lo ammettevo ad alta voce e farlo mi fece rendere conto che con lui potevo parlare di qualsiasi cosa, con lui potevo aprirmi.
<<io credo te sia la donna più forte che io conosca>>
Impulsivamente mi avvicinai sempre di più a lui appoggiando le mie labbra tremanti sulle sue, le riuscivo a sentire. Riuscivo a sentire le farfalle nello stomaco mentre i nostri cuori iniziarono a battere in modo sincronizzato. Stava succedendo sul serio.
Non so il motivo per cui lo feci, sentivo semplicemente che fosse la cosa giusta da fare.
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nightmare |criminal minds|
FanfictionCOMPLETA ⚠️fanfiction su Spencer Reid, dalla serie criminal minds prenderò solo i personaggi. Ogni altra cosa è frutto della mia immaginazione. Amore platonico è un modo usuale di definire una forma di amore priva della dimensione passionale Platone...