capitolo 26

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Spencer's point of view

Quando aprii gli occhi la prima cosa di cui mi resi conto fu quella di essere legato ad una sedia, ero imbavagliato, di fianco a me era presente un lettino con degli aghi sul mobiletto.

Dovevo essere in un ospedale abbandonato. Sperai vivamente che quegli aghi fossero lì solo a causa del posto in cui eravamo e soprattutto che Alison non li avesse messe lì per usarli su di me.

La bionda psicopatica entrò nella stanza ridendo, durante il corso dei miei anni avevo incontrato davvero tanti criminali eppure ogni volta che ne incontravo uno mi stupivo per la cattiveria che una persona potesse raggiungere. Con lei non fu da meno. La sua risata, in un contesto come quello, mi alterava come solo poche cose riuscivano a fare.

Covai dentro di me una forte voglia di ucciderla, non solo per quello che stava facendo a me ma per quello che aveva fatto a Evelyn. Se quella notte io non l'avessi raccolta al ciglio della strada probabilmente non sarei mai diventato vittima di Alison, eppure non avrei nemmeno conosciuto colei che mi stava insegnando ad amare.Perciò non rimpiangevo nulla.

<<sai>> la bionda si avvicinò a me accarezzandomi il viso con una lama affilata <<non capisco il motivo per cui tu, così tanto intelligente, possa provare dei sentimenti per una come lei>> la sua faccia disgustata mi fece intuire che si stesse riferendo ai miei sentimenti per Evelyn. Decisi di stare in silenzio, provocarla la avrebbe solo fatta arrabbiare.

<<non dici nulla?>> si sedette sulle mie gambe facendomi irrigidire, odiavo averla così tanto vicino. Mi venne da vomitare.

Con la testa mi allontanai il più possibile da lei, per quanto la corda che mi stringeva il corpo me lo permettesse.

<<qualcuno qui è molto capriccioso>> si alzò delle mie gambe e con la furia negli occhi se ne andò sbattendo la porta. Avevo guadagnato tempo.

Chiusi gli occhi immaginando di essere altrove, di essere a casa con Evelyn. Di essere sul divano a guardare una serie tv comica solo per sentire la sua risata, non perché mi piacesse o perché la ritenessi interessante.

Io avevo sempre odiato il contatto fisico ma lei, lei la avrei tenuta tra le braccia per tutta la vita. Avrei dato qualsiasi cosa per essere con lei, per sapere che era al sicuro.

La vera domanda però era come facesse Alison a sapere della mia "frequentazione", non sapevo nemmeno come descrivere la situazione che si era creata, con Evelyn. Probabilmente era da un po' che ci pedinava, doveva essere molto abile nel farlo. Infatti dedussi che non fosse la sua prima volta, altrimenti la avremmo trovata immediatamente.

<<indovina un po' chi è tornata>> Alison entrò nella stanza con qualcosa in mano, non riuscii nemmeno a metterlo a fuoco a causa della stanchezza che aveva invaso il mio corpo <<ci divertiremo un po', sarà proprio un vero sballo>>evidenziò con la voce l'ultima parola per farmi intuire cosa mi sarebbe successo da lì a breve.

Volevo urlare, piangere, dimenarmi e vomitare allo stesso momento, eppure mi limitai a chiudere gli occhi e a respirare. A respirare a pieni polmoni, ripetendomi che sarebbe andato tutto bene, che se Alison era lì con me voleva dire che Evelyn era al sicuro, che mi avrebbero trovato e soprattutto che non sarei caduto nuovamente nella dipendenza.Una volta uscito da quell'incubo avrei avuto il desidero e, forse anche la necessità, di tornare a drogarmi. Mi era già successo e sapevo come ci si sentiva. Ma quella volta doveva essere diverso, doveva per forza.

<<Hai già capito immagino>> si avvicinò a me con un ago, uno di quelli appoggiati al mobiletto, e una faccia apatica, forse leggermente divertita. Come se non le importasse di nessuno al di fuori di se stessa e della sua vendetta <<non a caso il tuo QI risale a 187>> si era informata su di me e probabilmente su tutti i componenti della squadra.

Capii immediatamente tutto. Non mi aveva rapito solo per arrivare ad Evelyn, mi aveva preso perché sapeva che la squadra mi avrebbe trovato.Lei voleva che mi trovassero.Lo voleva perché aveva in mente un piano più grande, aveva in mente di ucciderci tutti e considerando il suo lato narcisista lei sarebbe morta con noi.

Non feci nemmeno in tempo a replicare che l'ago mi venne piantato nella vena e immediatamente la mia vista iniziò ad offuscarsi, così come il mio cervello che non aveva più intenzione di attuare ragionamenti sensati.

Vedevo solo una nebbia, sia davanti a me sia nei miei pensieri. Ero stato drogato di nuovo

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