Spencer's point of view
Dopo aver risolto il caso, grazie anche all'aiuto essenziale dato da me e Garcia, ci ritrovammo a bere tutti in un locale vicino alla sede dell'FBI.
Evelyn e Savannah si erano aggiunte a noi e fui felice di notare che andarono d'accordo, avevano iniziato a parlare di medicina isolandosi dal resto del gruppo e questa era una cosa decisamente positiva.
Il locale era gestito da un amico di Emily, infatti nonostante fosse pieno di gente noi riuscimmo ad essere serviti immediatamente.
Io decisi di non prendere niente di alcolico, principalmente perché avrei dovuto guidare e onestamente non mi piaceva nemmeno l'alcol, se non qualche tipologia di vino.Infatti ero dell'idea che a nessuno piacessero gli alcolici ma che tutti bevessero per compagnia o semplicemente perché a piacere è l'effetto che provoca. Quando ci si ubriaca spesso i problemi vengono posti al secondo piano, vengono nascosti per fare spazio alla gioia e questo era abbastanza positivo per chi doveva continuamente scacciare certi pensieri dal cervello.
<<come sta andando tra di voi?>> Emily mi si avvicinò con un drink in mano e ondeggiando a ritmo con la musica. Quella sera era presente una band che suonava dal vivo, erano piuttosto bravi infatti mi stupii di sapere che non fossero molto conosciuti.
<<penso bene>> a dire il vero non lo sapevo nemmeno io, non ci eravamo ancora etichettati e non sapevo nemmeno se potessimo definirci un "noi".
Mentre stavamo parlando con la coda dell'occhio guardai verso il palcoscenico. Il cantante aveva lo sguardo rivolto verso Evelyn che stava chiacchierando e ridendo con Savannah.
Pensai che probabilmente fosse un caso ma quando, durante il ritornello, si sporse verso di lei capii che le stava dedicando la canzone. E a rendersene conto non fui solo io, infatti anche Derek mi guardò cercando di capire le mie intenzioni.
Cercai di mantenere la calma continuando a parlare con Emily, eppure la mia testa era rivolta a lei. Non sapevo che cosa fosse quella strana sensazione che stessi provando, sapevo solo che non era affatto piacevole.
Sapevo solo che avrei preso quel ragazzo per i capelli e lo avrei volentieri picchiato. Non solo per fargli del male ma per fargli capire che non avrebbe dovuto posare i suoi occhi sulla mia ragazza nuovamente.
Mi avvicinai ad Evelyn dandole un bacio sui capelli, volevo ad ogni costo che capisse che non era libera. Non stavamo insieme ma ero talmente legato a lei che se qualcun altro si fosse messo in mezzo ne sarei uscito con il cuore a pezzi.
<<che dici andiamo a casa?>> le dissi vicino all'orecchio in modo che riuscisse a sentirmi nonostante il volume della musica alto
<<mah io onestamente starei qua ancora un po' molto volentieri, semmai ti raggiungo dopo>>Mi pietrificai sul posto. Non volevo lasciarla da sola lì, eppure mi resi conto che non potevo tenerla legata a me. Dovevo fidarmi di lei e dei sentimenti che mi aveva detto e dimostrato di provare.
Perciò decisi di andare a casa e aspettarla prima di andare a letto, non riuscivo proprio a rimanere nello stesso locale di quel ragazzo. Non sapevo se sarei riuscito a frenare i miei impulsi.
Non mi era mai capitato di sentirmi così protettivo nei confronti di qualcuno.
Mi resi conto per la prima volta cosa volesse dire il termine gelosia, lo avevo sempre associato ad un'idea di possessione eppure mi ero sbagliato.
Io ero geloso di lei perché ero consapevole di volerla vicino a me per sempre e il solo pensiero di poterla perdere mi faceva impazzire.Io non pensavo di meritarla, lei mi sembrava troppo per me e questa mia insicurezza faceva in modo che io temessi di essere sostituito da un ragazzo migliore di me.
Dopo un'oretta Evelyn tornò a casa e mi sembrava più cupa del solito, forse per la stanchezza<<cosa ti è successo poco fa?>>chiese rivolgendomi uno sguardo severo, voleva che parlassi con lei delle mie emozioni. Per me che ero sempre stato abituato a tenermi tutto dentro era davvero impensabile fare una cosa del genere.
<<non so a cosa tu ti stia riferendo>> mi sedetti sul divano cercando di sembrare indifferente alla situazione, eppure se aveva capito che fosse successo qualcosa non mi avrebbe creduto così facilmente.
<<smettila>> si affiancò a me guardandomi negli occhi <<parlami>> volevo davvero farlo. Volevo dirle che avevo avuto paura di perderla e che si potesse interessare ad un altro ragazzo.
Avevo timore di aprirmi, non volevo che lei fraintendesse il mio stato d'animo come una mancanza di fiducia nei suoi confronti.
Eppure decisi di buttarmi e di aprirmi una volta per tutte, lei lo meritava e per fare funzionare quello che si stava creando bisognava fare ricorso sempre e solo alla verità.
STAI LEGGENDO
nightmare |criminal minds|
FanfictionCOMPLETA ⚠️fanfiction su Spencer Reid, dalla serie criminal minds prenderò solo i personaggi. Ogni altra cosa è frutto della mia immaginazione. Amore platonico è un modo usuale di definire una forma di amore priva della dimensione passionale Platone...