capitolo 42

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Spencer's point of view

<<l'intervento è finito>> Melissa uscì dalla sala operatoria dopo quattro ore, quaranta minuti e 10 secondi. Aveva il camice sporco di sangue, così come i guanti e la cuffietta. L'unica cosa che mi diede speranza fu il suo sorriso <<siamo riusciti a tenerla in vita>>

Dalla gioia la abbracciai. Non mi importava se fosse sporca di sangue, non mi importava se odiassi il contatto fisico. Lei era riuscita a salvarle la vita

<<posso vederla adesso?>> chiesi impaziente. Non volevo perdere altro tempo. Lei si era sacrificata per salvarmi. Nessuno aveva mai compiuto un atto così nei miei confronti.

<<prima che tu la veda voglio informarti di una cosa:potrebbe aver riscontrato problemi neurologici. Solo quando si sveglierà lo sapremo >> i suoi occhi sembravano desolati, come se fosse stata colpa sua. Come se non avesse compito un miracolo nel salvarla.

Non ero particolarmente intelligente nell'ambito medico, cioè si sapevo la parte teorica ma non avevo mai operato nessuno. Eppure nonostante non fossi un chirurgo sapevo che erano poche le possibilità che lei riuscisse a sopravvivere.

<<se le parlo mi sente?>> chiesi immediatamente. Avrei fatto di tutto per aiutarla a svegliarsi, era tutto quello di cui avevo bisogno in quel momento<<è poco probabile, ma se vuoi puoi provare>>dedussi che la risposta fosse un "no" e che stesse cercando di non farmi perdere le speranze.

Mi recai verso la sua stanza. Mi sedetti affianco a lei e la guardai. Era finita fin troppe volte in quel letto d'ospedale, giurai che da quel momento in poi l'avrei protetta meglio. Fino a quando sarei stato in vita nessuno le avrebbe più fatto del male.

<<Evelyn, devi svegliarti. Devi farlo. Pensa a me, ad Emily, ai tuoi genitori, alla squadra. Pensa ai tuoi pazienti, come farebbero senza te che gli salvi la vita? Sei l'unica persona che capisce ogni cosa, che capisce ogni situazione e ogni persona . Tu non lo sai ma sei davvero la persona migliore di questo mondo, riesci a rendere bella la vita di chiunque. Evelyn devo ancora dirti che ti amo, non l'ho ancora fatto e voglio farlo per sempre>> delle lacrime scesero sul mio viso

<<voglio vivere con te, sposarmi con te e avere dei figli, voglio che abbiano i tuoi stessi occhi e che caratterialmente prendano da te. Se tu non vuoi averne mi va bene, a dirla tutta mi va bene qualsiasi cosa tu voglia, basta che rimani qui con me e non te vai. Io non posso andare avanti senza di te, non posso perché sei te che colori la mia vita.Voglio farti conoscere mia madre, sai? sono sicura che le piaceresti se è una buona giornata. Voglio continuare a leggere con te, ad andare al cinema, a baciarti e a cucinare insieme. Voglio sentire la tua presenza accanto a me quando dormo e voglio "arrabbiarmi" perché mi tiri dei calci durante la notte. Io voglio te. Perciò ti prego svegliati>>

Passarono ore. I medici mi dicevano che sarei dovuto andare a casa a dormire, che mi avrebbero chiamato se fosse accaduto qualcosa e che con lei sarebbero rimasti i suoi genitori.

Io non volevo andarmene da lì. Non volevo che pensasse che l'avessi abbandonata.

Erano le 3:33 di notte quando aprii gli occhi. L'orario rappresentava un numero angelico, forse fu un miracolo il suo risveglio.

<<ti amo anche io Spence>> sussurrò sorridendo. Mi aveva sentito. Aveva sentito tutto il mio discorso.

Corsi verso di lei, le diedi un bacio e la guardai ancora. Ancora e ancora.

Non potevo crederci.

<<sposami>>esclamai improvvisamente. Non avevo programmato di chiederglielo, non ci avevo nemmeno mai pensato. Anzi ero sicuro che glielo avrei proposto a distanza di qualche anno, non di sicuro così presto.

<<ma che stai dicendo?>> rise sonoramente. Non si aspettava una proposta del genere da me. Da me che ero un ragazzo fin troppo riservato e timido.

<<sposami>> ripetei. Quella volta però consapevolmente. Io volevo passare la mia vita con lei e sposarci sarebbe stato un modo per sigillare la promessa.

<<ci conosciamo da poco>> in effetti era vero ma avevamo perso troppo tempo. Avevamo attraversato l'inferno insieme e non ci eravamo mai separati.

<<non importa. Io ti amo. Ti amerò domani. Ti amerò tra un mese. Tra un anno. Ti amerò per sempre>>

Lei rimase senza parole. I suoi occhi erano diventati lucidi. Presi un pezzo di nastro,che legava i fiori che le avevo messo in camera, e lo legai in modo da formare un anello.

Mi inginocchiai difronte a lei. In una stanza d'ospedale. Il luogo non era importante, tantomeno le circostanze. Importava che lei era viva, questo rendeva la situazione perfetta.

<<si Spencer ti sposo>> disse immediatamente.
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<<Quello fu probabilmente uno dei giorni più belli della mia vita, fino a quel momento era IL più bello ma poi divenne il giorno in cui siete nati voi ragazzi miei>>

Guardo i miei figli e sorrido. Evelyn si mette accanto a me dandomi un bacio sui capelli.

Abbiamo due gemelli, una di nome Alice e uno di nome Davide( in onore del suo padrino Dave Rossi).

<<questa è la storia di come ci siamo conosciuti io e vostra madre>>

the end.

spazio autrice
Siamo arrivati alla fine della storia. È stato davvero emozionante arrivare fino a qui, spero solo che vi sia piaciuta <33

sto pensando ad  una nuova storia sempre su Spencer, scollegata da questa, e probabilmente tra un paio di giorni sarà disponibile.

Grazie per essere arrivati fino a qua

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