capitolo 37

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Spencer's point of view

I mesi passarono e tra me ed Evelyn le cose andavano di bene in meglio. Ero riuscito a sbloccarmi e ad essere più affettuoso, anche se facevo ancora molta fatica a capire come funzionasse una relazione vera e propria.

A causa del mio lavoro e a volte anche a causa dei suoi turni ci vedevamo poco durante la settimana, lei era tornata ad operare e io ero riuscito a tornare in campo con la squadra. Insomma le cose sembravano avere una svolta positiva, eppure ormai si sapeva che le cose non possono andare nel verso giusto per così tanto tempo.

Quella sera ricevetti uno dei soliti messaggi da parte di Garcia, era il giorno libero della squadra e io mi trovavo per negozi con Evelyn. Eravamo alla ricerca di un regalo da comprare al figlio di JJ che a breve avrebbe festeggiato il compleanno.

Immaginai me e lei alla ricerca di un regalo per nostro figlio. Quell'immagine mi dava un senso di tranquillità e di felicità, non vedevo l'ora che arrivasse quel momento.

<<devo scappare>> Evelyn annuì comprensivamente, era consapevole dell'importanza del mio lavoro e non aveva mai provato ad opporsi ad esso. Non le dedicavo il tempo di cui aveva bisogno ma nonostante tutto non me lo aveva mai rinfacciato.

<<stai attento>> mi diede un bacio al volo lasciandomi libero di correre verso quello che sarebbe stato un caso atroce e crudele, non solo per me ma anche per lei.

Fino a poco tempo prima non avevo mai avuto un vero motivo per tornare sano e salvo a casa, certo facevo di tutto per non ferirmi durante il servizio ma era strano doverlo fare per una persona. Era strano stare attento perché c'era una persona che mi aspettava con impazienza e preoccupazione. Era strano immaginare una persona che tenesse così tanto a me.

In dieci minuti arrivai alla sede locale dell'FBI, fui il primo ad arrivare e così ebbi il tempo di sistemare velocemente la mia scrivania. In quel periodo ero molto più disordinato, la mia scrivania rappresentava un po' la confusione che c'era nella mia testa.

<<in sala riunioni>> Hotch arrivò con la sua solita valigetta richiamando la nostra attenzione per il caso, non mancava più nessuno. Lui era stato l'ultimo ad arrivare.

Garcia, come al solito, ci annunciò il caso e ci trovammo sorpresi nel sapere che fosse a Quantico. Una rapina in 2 banche a distanza di poche ore , i ladri avevano appena chiuso l'edificio dall'interno della seconda, in modo che nessuno potesse accedere.

I vari passanti avevano sentito degli spari provenire dall'interno, tramite le telecamere presenti Garcia era riuscita a individuare alcuni degli ostaggi.

La cosa più insolita? erano tutti uomini/ donne di buona famiglia o comunque con dei risparmi in banca.

Era impossibile fosse una coincidenza, probabilmente i colpevoli avevano programmato da tanto tempo l'irruzione.

<<andiamo tutti sul luogo, Garcia informa le famiglie e chiedigli di non uscire da casa, potrebbero essere delle vittime anche loro. Noi cercheremo di patteggiare la fuoriuscita di alcuni ostaggi>> Hotch in modo rapido idealizzò un piano d'azione, era abituato a lavorare sotto pressione e per portare avanti il  ruolo di capo unità era necessario imparare a gestire le emozioni.

<<Spencer>> JJ mi prese in disparte guardandomi con uno sguardo desolato <<devi rimanere qui con Garcia>> non riuscii a capire. Ero stato reintegrato per tornare in campo, per di più Garcia riusciva a lavorare da sola. Io non ero abile al computer e lei lo sapeva.

<<perché?>> mi innervosii per quella richiesta insensata <<forse è meglio se ti siedi>>.

Non era possibile.

Immediatamente capii. Evelyn quel giorno sarebbe dovuta andare in banca a depositare i soldi ottenuti dalla morte di sua nonna. Loro non avevano mai avuto un legame, anzi si erano viste un paio di volte, ma aveva comunque deciso di lasciare qualcosa sia a lei sia a sua madre.

<<io devo venire. Voglio essere lì>> non potevano lasciarmi alla sede dell'FBI mentre la mia ragazza stava rischiando la vita.

Sapevo di non essere oggettivo e che al suo posto pure io le avrei detto di rimanere lì, ma era più forte di me. Avevo rischiato di perderla innumerevoli volte, a distanza di mesi stava accaduto di nuovo.

La nostra relazione non sarebbe mai stata una normale. Sembrava che lei attraesse tutti i crimini su di se e il mio lavoro la esponeva a tali crimini costantemente.

Mi alzai andando con lei verso il parcheggio, non avrebbe potuto dire nulla per fermarmi.

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