RELAZIONI PERICOLOSE

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CAPITOLO 8

Dario  Alimenti dimostrava circa 60 anni e da oltre quaranta era sulla breccia, di corporatura robusta e piuttosto trasandato nel vestire. Aveva fatto mille mestieri nella sua vita, facchino, venditore di aspirapolveri a domicilio, tra i tanti. Ricordava spesso con gli amici quel periodo, di quando riusciva ad entrare in confidenza con i suoi modi spicci ma gioviali con casalinghe piuttosto disponibili a farsi convincere. Di aspirapolveri ne vendeva poche ma il bilancio delle sue visite a domicilio era piuttosto positivo.
Successivamente comincio' ad entrare nel giro dei trasporti come autista di camion, prima di approdare alla ditta Alberti.Era il crocevia di gran parte degli affari  che risolveva attaccato al suo cellulare, impartendo ordini o risolvendo piccole beghe di lavoro con la sua voce impastata dalle troppe sigarette, dal pesante accento emiliano. Da addetto alla logistica pian piano si era insediato nel ruolo di responsabile della gestione. Dal suo gabbiotto prospiciente l'accesso alla rimessa per i mezzi, che di notte era la postazione del guardiano, Dario stava controllando i turni di lavoro su un brogliaccio pieno di fogli volanti tenuti insieme da una spirale metallica. Neanche lui come Guendalina aveva un buon rapporto con l'informatica e continuava a ignorare che tutte le trasferte erano profilate nel server aziendale, con i nomi degli autisti e le bollette di carico.
Mentre meditabondo pensava in cuor suo che per quello che faceva per la ditta non era soddisfatto del suo rapporto  con i proprietari e sopratutto con Guendalina. Era perfettamente consapevole di essere utile, sapeva risolvere grane piccole e grosse, ma alla conclusione di qualche affare nel quale si era speso, si sentiva messo in sottordine e questo gli  creava uno stato di frustrazione, venato da una sorta di rammarico, pur impegnandosi senza tregua sul lavoro non si vedeva riconoscere poi quelle soddisfazioni che riteneva di meritare.
I conti della ditta, da tempo, non erano più' così' floridi. Il tracollo certo non inaspettato aveva come causa principale la diffusione sempre più' capillare delle nuove forme di commercio veicolate da internet. Dario sapeva il fatto suo, furbo e smaliziato aveva intuito che il futuro era nell' e-commerce e  riuscì' a inserire l'azienda  nei nuovi canali di distribuzione, entrando nel business  delle consegna door to door. Tali attività'  risultavano piuttosto vantaggiose sul piano commerciale  ma richiedevano capitali per provvedere ai nuovi servizi per le consegne, nuove forme di gestione del magazzino e soprattutto una più' ampia  rete dei mezzi di trasporto. La ditta, dunque, aveva necessità' di avviare nuovi rapporti con partner commerciali in grado di offrire una copertura finanziaria. Il primo tentativo che gli Alberti fecero fu di rivolgersi alla banca con cui la ditta intratteneva da anni rapporti di collaborazione.
La banca di un tempo rappresentata dal vecchio ragionier Riva sempre disponibile, per consuetudine di lavoro, ad andare incontro alle esigenze dei clienti aveva cambiato modalità di intervento. Il pensionamento del vecchio direttore coincise con l'arrivo di nuovi manager più' attenti al raggiungimento dei budget aziendali che alla cura dei clienti. Inizialmente Dario presento' il suo piano di ammodernamento alla banca locale e successivamente ad altre banche che si erano insediate più' recentemente. Nei suoi approcci  incontrava orecchie molto pigre: condividevano a parole i nuovi obiettivi ma si ritraevano per mancanze di solide garanzie.
Un giovane funzionario dopo aver rifiutato il fido che la ditta richiedeva, con una certa cautela fece capire a Dario che poteva tentare altre strade, accordandosi  con finanziarie che si occupavano di prestare denaro e  non certo a tassi di mercato. Anzi, si offrì' di metterlo in contatto con una persona molto seria e irreprensibile che lavorava in comune  in grado di aiutarlo.
Dagli onori della cronaca emergono sempre più' frequentemente vicende di famiglie criminali che, per le loro operazioni finanziarie, ai tradizionali canali bancari, vincolati ad operazioni contabili tracciate, preferiscono interventi diretti nel tessuto produttivo, utilizzando  aziende di piccole dimensioni  in difficoltà, costrette ad accettare   capitali di dubbia provenienza per andare avanti.
La ditta Alberti si trovava proprio in questo dilemma. Un pomeriggio Dario, fu avvicinato dal geometra DeVita, funzionario del comune, che conosceva di vista. Era una giornata di sole e la vista del lago, seduto al caffè' sotto i portici, gli metteva una certa allegria.
" Non ci conosciamo direttamente ma conosco la vostra attività',  posso sedermi? " disse l'uomo cerimonioso e senza attendere risposta si accomodò'. Chiamo' con un cenno il cameriere e ordino' un caffè' " e lei cosa gradisce? mi permetta di offrirle qualcosa. " Dopo due chiacchiere in generale il suo interlocutore entro' decisamente in argomento. "Amici che operano sul territorio mi segnalano che state cercando nuovi canali finanziari per i vostri progetti", con un tono mellifluo ma decisamente diretto. Con un eloquio tanto pomposo quanto ambiguo, Devita gli prospetto' di metterlo in contatto con gente in grado di supportare economicamente la ditta.
Dario se rimase sorpreso non lo diede a vedere, e ad una certa diffidenza iniziale segui' un reale interessamento alla proposta di questo DeVita, cogliendo al volo l'occasione che gli si presentava. In quel momento vide soltanto gli aspetti positivi, ma ben presto si rese conto che stava entrando in un giro piuttosto pesante, perché' le relazioni di DeVita erano decisamente chiacchierate. Si ripromisero di incontrarsi ancora per mettere a punto una eventuale collaborazione con  un gruppo di interessati ad investire in attività' commerciali ma che intendevano rimanere protetti da una finanziaria. Dario fece presente che era certamente interessato ma non decideva lui, ma la titolare e rimasero d'accordo di fissare a breve un contatto con Guendalina.
Certo nella sua vita non c'era solo il lavoro, anche se lo impegnava molto. Ora, infatti era alle prese con una morettina, cassiera del bar dove andava per il caffè'. Dario non era quello che si poteva definire un bell'uomo, un fisico appesantito da una vita sregolata, senza orari, con la camicia che scappava sempre fuori dai pantaloni. Non si faceva illusioni sulle donne, loro sapevano quello che voleva e lui ricambiava con una certa generosità.

La trama invisibile dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora