GLI AUGURI DI PASQUA

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CAPITOLO 54

Gautieri era andato in questura per parlare con il responsabile della polizia scientifica, dottor Semeraro.
Dopo che gli ebbe esposto il suo piano, Semeraro si rivolse a lui con un'aria di ammirazione che poteva anche essere interpretato come un amichevole sfottò " certo che hai una bella creatività, noi ti possiamo fornire una cimice ambientale da collegare ad un gps. Ovviamente dovrai dislocare nelle vicinanze un centro d'ascolto."
"Mi raccomando soltanto di darci un dispositivo occultabile facilmente e di dimensioni ridottissime", avverti' Gautieri. " Pensavo di dotarti di una cimice quarzata che opera su frequenza UHF" concluse Semeraro.

Subito dopo si reco' presso la Procura della Repubblica a conferire con il sostituto che seguiva la intricata vicenda degli omicidi del guardiano e del giovane bielorusso.
Era un magistrato di mezza età che dimostrava una spiccata abitudine a mantenere rapporti di stretta collaborazione con la polizia giudiziaria. Gautieri gli riassunse la necessità di una indagine ambientale nella casa di Devita. Le argomentazioni del poliziotto a sostegno della richiesta non  sembrarono inoppugnabili al magistrato.
" Ispettore conosciamo sia lei che io che tipo sia l'indagato e su quali alleanze possa contare. Io ci andrei più cauto. Comunque mi riservo di farle sapere per l' autorizzazione". Gautieri fu sorpreso da questa presa di posizione, a ben vedere non si sentiva di criticare la sua prudenza conoscendo le ampie protezioni di cui godeva Devita.
Decise comunque di procedere, augurandosi di trovare successiva copertura alla indagine ambientale che stava organizzando.
Rientrato  in commissariato Gautieri ne parlo' con Lepore. "Tutti teniamo famiglia caro Michele, vedro' se il questore sarà dalla nostra parte, intanto procediamo" lo incoraggio'.
Gautieri si dette subito da fare, chiamo'  Bonafede. " Quel tuo compaesano ha sempre quel laboratorio di pasticceria?"
" Certo ispettore ogni volta che mi invita mi prepara la torta " sette veli", una specialità delle mie parti." " Allora  appena la scientifica ci fa sapere se la cimice e' pronta  e utilizzabile, ecco quello che dovrai fare"

Il sovrintendente Diberardino era piuttosto nervoso quella mattina, gli montava un po' di agitazione per l'incarico che gli aveva affidato Gautieri. Non nascondeva una certa soddisfazione, finalmente i rapporti tra di loro si erano messi sul binario giusto, magari caratterialmente non c'era una simpatia reciproca, quello no, ma sapeva che il capo poteva contare su di lui, aldilà dei gradi gerarchici.
Chiamo' l'appuntato Curro' e gli dette l' indirizzo della pasticceria dove avrebbe ritirato il dolce pasquale da consegnare al geometra Devita.

Quando arrivò' la telefonata di Diberardino l'appuntato Curro' fini' nel tunnel del panico più' nero. Mentre cercava di razionalizzare la situazione si sentiva la bocca secca. Purtroppo sì era infilato in una situazione pericolosa e l'unica via di uscita era quella di farsi carico di quanto aveva accettato di compiere nel colloquio con l'ispettore Gautieri.
Ma poi perché' si era venuto a trovare in quella strada senza uscita? Per rispetto verso Devita e quello che rappresentava per la sua famiglia o per una forma di gratitudine?
Comunque non poteva più' chiamarsi fuori, cominciò a scrivere un bigliettino di auguri, poi al momento di vergare il destinatario si fermo' un attimo a pensare. " Lo invio direttamente al geometra Devita o alla famiglia? "
Opto' per questa seconda ipotesi gli sembrò più' conviviale. Si mise il bigliettino in tasca e si avviò' verso la pasticceria per ritirare le "cuzzupe" da consegnare al suo conterraneo.
Arrivato sotto casa di Devita suono' al citofono, rispose la moglie e lui con perfetto accento le disse" ho un pensierino per don Vitaliano, un dolce che gli ricorderà' la sua terra." " Salga su che le preparo un caffè". " Guardi signora come avessi accettato ma sono in servizio".
Sapeva bene che non sarebbe uscito di li' senza aver preso qualcosa.

" Si accomodi, disse la signora  e Curro' comincio' a memorizzare la disposizione dei mobili, finché' i suoi occhi si posarono con attenzione  su un tavolino liberty  proprio di fronte alla poltroncina in falso stile rinascimentale su cui era seduto.
Nella parte anteriore si apriva un piccolo leggio  a libretto e di lato un piccolo cassettino, poco visibile alla vista.
Uscito dal palazzo respiro' forte più' volte per scacciare la tensione, informo' Diberardino e con passo lento rientro' verso il commissariato.

Subito scatto' il piano per piazzare la cimice.  La società' dei telefoni mando' un operaio a mettere fuori uso  i collegamenti che portavano la linea fino alla utenza di Devita. Da quel momento il telefono era praticamente morto. Appena mezz'ora dopo dal cellulare di Corrado parti' una chiamata che chiedeva un intervento sulla linea fissa di casa Devita. Era quello che l'uomo della scientifica aspettava.
Un agente con la tuta da operaio della società' si presentò' non più' tardi di un'ora al citofono di via Parini 23.  Mentre l'agente si intratteneva con la signora spiegandole che probabilmente si trattava di un sovraccarico sulle linee, l'operaio della società' sistemava i collegamenti nel sottostante armadio stradale.
L'agente approfitto del breve momento in cui rimase solo per piazzare la cimice nel cassettino del tavolino accanto al divano.
Nel frattempo venne   reperito un furgone- spia con scritte di un negozio di mobili  che doveva essere   il centro d'ascolto per captare  quanto la cimice ambientale avrebbe potuto registrare.
Il mezzo guidato da Bonafede si mosse verso la casa di Devita e parcheggiato in una stradina laterale lui e  Maspero avrebbero svolto il primo turno di sorveglianza.

La voce stentorea di Devita veniva captata dal centro d'ascolto, in quel momento era l'agente Maspero che, con le cuffie in testa, seguiva la registrazione, mentre la voce della moglie più' flebile si sentiva a tratti.
Devita chiedeva alla moglie del dolce pasquale e lei diceva che l'aveva portato un certo agente Curro'. " Lo conosci? mi e' sembrato un bravo figlio" " si rispose il marito e' delle nostre parti."
Squillo' il cellulare " Papà' ti devo parlare" subito la voce di Devita lo interruppe " Quante volte devo dirti di non chiamarmi qui", lo sai che mi controllano, se e' così' importante passa adesso, ma sbrigati".
Poi rivolto alla moglie " quando sono venuti a riparare il,telefono di casa?"
" Nel primo pomeriggio ", " strano, sono stati molto solleciti, strano davvero".
Appena arrivato a casa dei suoi, Devita lo accolse molto gelidamente " allora cosa devi dirmi di così' importante?
Il ragazzo gli riferì' la strana vicenda che gli era capitata uscendo da casa sua. " Hai fatto passare tutto questo tempo" a Devita sfuggi' un'imprecazione.
" Ho provato a chiamarti sul fisso ma dava un segnale di occupato", si giustificò' il figlio.
" Questi grandissimi figli di buona mamma, sibilo' tra se Devita, vogliono mettermi pressione, ma ci vuole altro per me". Piuttosto di quel morto di sonno di Dante Alimenti che mi dici?"
" Ci siamo incontrati alla finanziaria ieri mattina, lui sostiene che è' stato giocato da quel suo autista"
" Sta giocando sporco ma non sa che noi abbiamo il resoconto della telefonata tra lui e quel Rocco Salimbeni e alla fine è' uscita fuori la combine con Aurelio."
A proposito chiama Depascale e dagli un appuntamento per dopodomani, ha fatto un buon lavoro con Aurelio, il prossimo sarà' Dante Alimenti"

La trama invisibile dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora