IL VIAGGIO

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CAPITOLO 17

Nel primo pomeriggio Rocco si mise in marcia alla guida del suo tir con un carico di tondini di ferro da consegnare ad un cantiere in Calabria. Una trasferta diversa da quelle che fino ad allora la ditta Alberti gli aveva sempre proposto ed era ben pagata.
Tranquillo come sempre, con le cuffiette che trasmettevano pezzi rock.
Partito con il suo carico, Rocco fece una prima deviazione presso un magazzino che fabbricava tutti i tipi di carta e cartoni e, secondo le istruzioni condivise con Dario, carico' nella cuccetta, ben nascosto, il materiale che sarebbe servito per mettere in opera la prima parte del loro piano di azione.
Poi mise in funzione il suo smartphone con l'ultima compilation che gli aveva preparato suo figlio e si avvio' verso lo svincolo dell'autostrada, mentre dal baracchino sentiva le voci di altri camionisti che transitavano nei pressi.
Quel pomeriggio Rocco si sentiva particolarmente coinvolto anche emotivamente nella avventura che stava per incominciare.
Da Dario alla fine della fiera non aveva ancora ricevuto un ok pieno all'azione che voleva realizzare. Ma lo conosceva.
Bravo a muoversi nelle attività' da organizzare ma scarso nelle strategie.
Comunque si riprometteva, via via che il progetto avviato con i soci di Dario prendeva corpo, di stargli appresso, di offrirgli al bisogno una soluzione.
Certo a pensarci bene anche Rocco non era per niente convinto che l'impresa potesse essere avviata. Ma aveva una forza interiore dentro che lo spingeva.
Ma sopratutto ciò che lo gasava era l'atteggiamento del boss nei suoi confronti. Non era più il tappabuchi a sua disposizione.
Sapeva che ci guadagna sempre qualcosa dalle sue trasferte.
In fondo non erano i cinquanta euro che lo rendevano insofferente, ma la certezza che per Dario quella cresta altro non era che un modo per sottolineare la posizione di predominio su di lui.
Gli stava tornando la voglia di vivere, di riprendersi quello che il destino gli aveva sottratto, la morte di sua moglie, l'incidente in autostrada. Sentiva che la sua vita stava cambiando e il vento cominciava a soffiare in suo favore.
Le mezze parole del cognato quando si erano incontrati avevano avuto su di lui un effetto lievito, si stava liberando dal suo cliché' di ragazzo padre e voleva assumere un diverso atteggiamento verso la vita. Forse la proposta di Dario era arrivata al momento giusto.
A questo deciso cambio di passo non era neanche estranea la sua storia con Elide. Si sentiva capito da lei, vedeva un sostegno insperato che gli faceva vedere il futuro con altri occhi.
L'aveva sentita al telefono poco prima di mettersi in viaggio.
" Ciao amore tra un po' mi metto in marcia, starò' via per una settimanella più o meno"
" Così tanto?" disse lei,
" questa volta faccio il giro d' Italia, dalla Calabria fino alla Romagna" " Non riesci a farmi un salutino?"
" Proprio no amore ma mi faccio sentire appena posso e poi al rientro ci vediamo sicuramente", concluse Rocco.
Poco dopo le sue riflessioni vennero interrotte dallo squillo del cellulare. Era Cesare " Ciao Pà", il ragazzo aveva una grande complicità con il padre.
Il tono serio del figlio lo mise subito sull'avviso " Che c'è? replicò in tono allarmato, ti avrei chiamato io stasera come d'accordo".
"Niente- disse il ragazzo- ma la voce tradiva una certa preoccupazione- ho incontrato zio Aldo poco fa e mi ha fatto capire che devi stare attento e di tenere gli occhi aperti. Ho provato a chiedergli spiegazioni ma sai come è fatto...ti stai cacciando in qualche casino Rocco?," e chiamandolo per nome esprimeva una forma di protezione verso suo padre.
"Ma no che vai a pensare, un tragitto più lungo del solito devo arrivare in Calabria neanche so di preciso dove, nel catanzarese, per scaricare il materiale per un cantiere e poi verso Salerno per un carico di pomodori. Rientrero' al più tardi dopodomani, magari all'ultimo momento mi arriverà una telefonata di Dario per un ritiro non previsto, tutto come al solito, non ti preoccupare" e liquidò suo figlio chiedendogli della partita di volley del pomeriggio.
Chiusa la comunicazione lo assali ' un po' di agitazione, era strano il comportamento del cognato.
Prima quasi per caso gli mostra il sottofondo del camion e lo mette sull'avviso e poi lo fa chiamare dal figlio." L'Aldo mi sottovaluta non ha ancora capito come sono fatto", si disse.
Viaggiava ormai da più di sei ore e Rocco decise di fermarsi per un po' in un'area di sosta.
Scese dal camion si sgranchì' un po' le gambe e, attraverso un sottopassaggio, entro' nel grill per mangiare qualcosa. Poi ritorno' indietro, sali' sul mezzo e si addormentò'.

La trama invisibile dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora