IL PIANO

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CAPITOLO 25

Rocco fu svegliato di soprassalto dal clacson prolungato del camion che Dario gli aveva mandato, non conosceva l'autista che , dopo aver azionato i fari con il segnale convenuto con Dario, fermo' il mezzo con il muso verso il bar ristoro distante una cinquantina di metri. Sceso dal mezzo si stiracchio' e si avvicinò' al camion di Rocco.
Era un ragazzo piuttosto alto e magro, nero di capelli e di carnagione scura, parlava un italiano stentato con un forte accento dell'est. Un altro del gruppo di Darko penso' Rocco, aprendo il cofano del suo mezzo. Il giovane comincio' a scrutare nel buio il vano motore. "Dammi una luce" gli chiese nel suo incerto italiano. Rocco si allontanò' e ricomparve con una torcia, nascondendo, per precauzione, una chiave da 16 nel tascone della sua tuta. Con gli uomini di Darko penso', può' succedere di tutto. Lo lascio' armeggiare per un po', ben sapendo che quanto aveva predisposto per la sceneggiata non poteva essere individuato in breve tempo.
Il ragazzo con la testa china sul motore era in un'ottima posizione per essere aggredito con la chiave inglese che aveva in tasca.
Ciò' avrebbe facilitato le sue mosse successive anche se non faceva parte del piano programmato con Dario. Scacciò subito l'idea: troppo pericoloso disfarsi del giovanotto e poi preferì' attenersi al suo piano d'azione. Si avvicinò' e gli propose più' a gesti che a parole una pausa x mangiare qualcosa.

Era ormai notte. Il traffico sull'autostrada si era diradato e i rumori arrivavano soffusi dove si erano seduti.
Il ragazzo si chiamava Miki e, come Rocco aveva sospettato, era bielorusso e lavorava da pochi mesi per Darko. Rocco lo guardò' mentre divorava il suo panino scolando una lattina di birra. Era veramente un ragazzo e gli fece una certa tenerezza. Ordinarono altri panini accompagnati da altre birre.
La cameriera, una biondina slavata anche lei originaria dell'est, forse moldava, scambio' due chiacchiere con loro, prima in italiano e poi in una lingua sconosciuta. Il ragazzo cominciava a mostrare segni di stanchezza e si appoggiava sul tavolino. La ragazza li guardava dal bancone. Rocco si rese conto che la sua vittima era piuttosto brilla, emetteva suoni incomprensibili con voce strascicata, si avvicinò' alla cassa e guardando in direzione di Miki scambio' due chiacchiere con la ragazza.
Era di turno da un paio d'ore e il collega che l'avrebbe sostituita non sarebbe arrivato prima delle 6 del giorno dopo. Disse che era ben stufa di quella vita, venendo in Italia aveva altre aspettative.

Rocco la incoraggiava a parlare anche se si rendeva conto che ogni minuto che passava, per lui era un tempo sottratto al suo piano.
Guardò l'orologio e vista l'ora fu spinto ad agire. "Quanto pago?" E tiro' fuori un biglietto da cento, la ragazza lo guardò' sospettosa dicendo che non aveva moneta per il resto. "Vedi in che condizioni e' il mio collega? se mi dai una mano a metterlo sul camion, il resto è' tuo."
La ragazza guardò' la banconota avidamente. Rocco realizzo' che poteva insospettirsi e insinuo' che per quella cifra poteva essere un po' carina con lui. Preso sottobraccio non senza fatica il ragazzo lo trascinarono verso il suo mezzo, lo osservo' per qualche istante mentre buttato sulla cuccetta dormiva profondamente.
Prese per mano la ragazza la fece salire sul suo camion e si misero comodi. Rocco le offri' una sigaretta e si misero a fumare in silenzio, poi la strinse a se' e mentre la baciava le poso' una mano tra le gambe e non si fermò' li, si sdraiarono nella cuccetta.
" Ora devo rientrare tra un po' ci sarà' movimento per l'apertura dell'officina, disse lei.
" Ascolta io e il mio collega siamo autisti a cottimo. I nostri capi ci sorvegliano. Non abbiamo neanche il tempo di riposarci un po'. Oggi mi sono ribellato, ma se verrà' qualcuno a fare domande tu non ci hai visto. Capito?"
La ragazza annui. Rocco le passo' una mano tra i capelli e la guardò' mentre rientrava. Poi si mise all'opera.

Per prima cosa elimino' la sim di un operatore straniero dal telefonino del ragazzo sostituendola con la sua e la inseri' sul suo cellulare. In tal modo avrebbe controllato le eventuali chiamate di Darko.
Poi applico' la targa svizzera del suo mezzo al camion del bielorusso e sostitui' sul suo la targa del ragazzo.
Non rimaneva a questo punto che recuperare il malloppo. Prese la borsa che aveva preparata per quello scopo, la riempi' di carta e, a circa tre quarti della capienza, colloco' un certo quantitativo di banconote.
Ad un controllo sbrigativo poteva sembrare pieno di soldi. Era l'esca che aveva pensato per gli uomini di Morabito nel caso avessero individuato il camion con la targa svizzera. Era una mossa ingenua, se ne rendeva conto, ma poteva funzionare.
La borsa la nascose nella cabina di Miki e poi si diede da fare per attuare la prima parte del piano. Il resto delle banconote le nascose nel sottofondo del camion.Con mosse svelte e precise ripristino' il carburatore che aveva manomesso e si mise in movimento .
Aveva molta strada da fare e non era affatto sicuro che il suo progetto potesse avere troppe probabilità' di successo.

La trama invisibile dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora