LA VERITA' CORRE IN RETE

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CAPITOLO  31

Per il sovrintendente Camillo Carapallese la giornata non era  cominciata nel migliore dei modi. La moglie era andata ad assistere la  sera prima la sorella che stava per partorire. Di solito le incombenze  della sveglia, colazione e vestizione del figlio  le svolgeva lei,  mentre lui si occupava di accompagnarlo a scuola. Ma con un po' di  affanno riuscì' a disimpegnarsi.  I guai cominciarono appena usciti di  casa. Sistemato il figlio sul seggiolino  posteriore, si mise  al volante e si rese subito conto che non c'era modo di far partire   l'auto: provò più volte a far girare il motore, ma  l'unico effetto fu  un ansimare sempre più flebile. Dopo vari tentativi si arrese, la  batteria era scarica. Si ricordo' che il vicino di pianerottolo  già' in  un'altra occasione lo aveva aiutato e gli citofono'. L'uomo scese nel  box sotto casa, tiro' fuori la sua macchina e si presento' con i  cavetti. Collego' i morsetti alle due batterie e,  con diversi   sfrigolii, l'auto  dopo un paio di tentativi si rianimo'.

Lasciato  il ragazzino alla scuola materna, prosegui' verso il commissariato dove  lavorava come addetto al controllo e alla trascrizione delle  intercettazioni telefoniche. Era un po' in ritardo quando arrivò' in  sede per prendere la sua postazione dal collega Scutieri a fine turno.  "Tranquillo finora non ci sono state chiamate di rilievo, solo una lunga  telefonata alle 21,45, tra Alberti Guendalina  ( utenza telefonica  360xxxxxxxx)  e  un certo Mario, che dovrebbe risultare essere  dipendente della ditta". Nella prima parte, la conversazione e' molto  privata di poco o nullo interesse per le indagini e credo che sarà'  oggetto di " omissis" , la seconda parte invece è' piuttosto  interessante disse appena lo vide e se ne ando'.                                                                   Salutata la collega  Annamaria Parisi che svolgeva analoga mansione andarono insieme alla  macchinetta del caffè'. C'era un gruppetto di agenti che stavano  chiacchierando e  si unìrono a loro.

Rientrato nella sua  postazione comincio' a controllare le registrazioni del turno  precedente, come precisato dal collega, l'unico audio di un certo  interesse riguardava la telefonata delle 21,45 durata fino alle 22,03.  Di scarso interesse a quanto aveva potuto capire le quattro telefonate   delle 18,25 tra l'utenza 328xxxxxx intestata a Alimenti Dario con  soggetto non identificabile, ma certamente non italiano, e delle ore  19,21 e 20,08 sempre con soggetti non identificabili. Più' interessante  ma non ai fini delle indagini una telefonata tra l'Alimenti e una voce  femminile ore 21,30. Carapallese si mise in ascolto e ridacchio' nel  sentire come Alimenti Dario le stessé tentando tutte per convincere una  certa Rama a uscire insieme Si appresto' a sbobinare la registrazione e  si mise ad  ascoltare gli aspetti salienti della conversazione per  redarre il brogliaccio da sottoporre a Gautieri.

Guendalina: Mario che fine hai fatto non ti si vede più' da giorni
Mario: sono in malattia
G.: ti sei ficcato in qualche guaio
M.: no ho un problema ad una spalla
G.: ti sei fatto male in magazzino?
M: si e no, mi sono fatto male lì' ma non ero al lavoro
G.:  sei il solito pirla. Che ci facevi fuori orario? Lo sai quello che è'  successo no? Sei rimasto solo tu da interrogare per la morte del  guardiano
M.: lungo silenzio. È' proprio per questo che mi sono fatto male.
G.: che vuoi dire?
M.:  stavo in magazzino per finire di catalogare dei colli, tu mi capisci  eh...quando è' arrivato Garibaldi. Abbiamo avuto una discussione, lui ha  tirato fuori la pistola, ci siamo accapigliati. È' partito un colpo che  mi ha ferito di striscio.
G.:mi stai dicendo che sai chi ha ammazzato Garibaldi?
M.  Io mi sono difeso. Sono riuscito a divincolarmi e l'ho colpito alla  nuca. Lui si è' accasciato. Non sapevo che fare. Non potevo rischiare  che Garibaldi mi accusasse ancora. Tuo marito l'ultima volta è' stato  chiaro. Ho chiamato un paio di amici. Poi mi sono allontanato, fortuna  che la pallottola mi ha preso di striscio.
G.: Mi stai dicendo che sono stati loro?
M.: Non so niente di più' di quello che ti ho detto.

La trama invisibile dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora