IL RITROVAMENTO DEL CAMION

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CAPITOLO 46

Gautieri era immerso nei suoi pensieri, piano piano tutte le tessere del puzzle stavano tornando al loro posto. Il disegno ormai era chiaro in quasi tutti i suoi contorni.
Poche ore prima una telefonata da parte di un collega  della questura di Parma gli annunciava  che il verbale del ritrovamento del camion aveva un omissis. In realtà la telefonata anonima che rivelava la presenza del camion aveva aggiunto una ulteriore informazione di vitale importanza.  Nel camion c'era un sottofondo, ma la voce anonima non aggiunse altro.

Era una giornata afosa, non tirava un filo d'aria nella campagna circostante. Una pattuglia della polizia stava assistendo ai tentativi di recuperare quel grosso camion. Il sovrintendente Dibernardino dentro la macchina di servizio sudava abbondantemente e tra se' si stava dicendo che l'incarico di presiedere al recupero del camion era una raffinata vendetta di Gautieri.
In lontananza protetto da un filare di alberi Rocco assisteva alla scena.
Finalmente l'autogru riuscì' a sollevare e riportare al di fuori della cava il mezzo. Un autotreno di appoggio con un verricello aggancio' il camion e si avviò'  verso la provinciale seguito dall' auto della polizia, mentre due motociclisti precedevano il convoglio verso l'innesto autostradale.
Rocco li segui' con lo sguardo finché' il gruppo non scomparve alla vista. Poi mise in moto lo scooter di Elide e si avviò verso la cascina non distante dal fiume dove per il momento  si era sistemato.
Dibernardino con voce atona avviso' Gautieri che il camion era stato recuperato. " Bene, replicò', non  perdetelo di vista", aggiunse in tono sarcastico.
Il camion ritrovato nella cava venne trasportato nel deposito giudiziario della questura dove operava  l'ispettore capo Gautieri, dopo una consultazione  con  il collega  di Parma.
I

l tir da una analisi della matricola del mezzo risultava di proprietà' di Rocco Salimbeni con targa svizzera in quanto il precedente proprietario era cittadino di quella nazione.
Il rimorchio era vuoto. La polizia scientifica si mise all'opera per rilevare eventuali tracce di stupefacenti o altri materiali interessanti per le indagini, ma i  risultati furono negativi.
Quando Gautieri ebbe la relazione sul suo tavolo scuoteva impercettibilmente la testa, segnale preciso del suo profondo disappunto in chi lo conosceva bene,  come l'agente Bonafede che gli stava davanti.
Poi bofonchiò "ma lo  hanno trovato sto cazzo di doppio fondo i soloni della scientifica?"
Bonafede si senti' coinvolto nel soliloquio del suo capo e rispose " non hanno trovato nessun sottofondo nel camion che è' stato perquisito  da cima a fondo".                                                                  Ad un tratto Gautieri esclamò' " i cani". Bonafede lo guardò' con un' espressione interrogativa non osando  interloquire.
L'agente conosceva bene i colpi di genio del suo capo ma anche i suoi scatti d'ira che preferibilmente scaricava su di lui.
"Ma si, continuo', chiamate la Guardia di Finanza, loro si servono di Labrador appositamente addestrati per scovare denaro nascosto." " Denaro?, interloqui' l'agente, ma non si parlava di un carico di droga? "
Gautieri fece un lungo respiro e cerco' di rimanere calmo, " se la scientifica ha passato palmo a palmo il rimorchio e non ha trovato niente, forse, rimane come ipotesi che  il carico, per il quale finora direttamente o indirettamente abbiamo contato due delitti,  possa essere denaro, soldi da riciclare", poi con tono scherzoso disse " Su Bonafede muoviti fai venire qui Diberardino, sempre che si sia ripreso dallo shampoo dell'altro giorno," ridacchiò.

Il sovrintendente capo Diberardino ne aveva piene le tasche.
A cominciare  dal liscio e busso che si era beccato da Gautieri per la telefonata intercettata in piena notte che non l'aveva messo in allerta, facendo perdere ore preziose, secondo Gautieri, ma al riguardo Diberardino non condivideva affatto le opinioni del capo.
Per non parlare poi del ritrovamento del camion che lo aveva costretto ad una missione per presidiare le operazioni di recupero in quella cava sotto un caldo soffocante.
Ora di malavoglia prese  contatto con il comando della Guardia di finanza per chiedere la collaborazione del reparto che operava con l'ausilio dei cani addestrati. Quando riferì a Gautieri che per il momento il reparto era impegnato in una operazione in aeroporto e non sarebbe stato disponibile forse non prima di un paio di giorni Gautieri si rivolse a Diberardino
"  Ma è mai possibile che non ne fai una giusta"?
Poi congedato Diberardino apri' la sua agendina e trovato il nominativo che cercava si attacco' al telefono " ciao collega sono Gautieri ho bisogna di un favore", poi rivolto a Bonafede "di' a Diberardino che domani mattina è di servizio al deposito giudiziario per accogliere due agenti della Guardia di finanza con i cani."
Non aggiunse altro ma la sua espressione era piuttosto eloquente.

I due Labrador tenuti al guinzagliò dai loro tutor annusavano il camion prima all'esterno, soffermandosi sulle gomme dove forse rilevarono odori lasciati da altri cani, poi risaliti sul rimorchio ripresero la loro caccia.
Passarono alcuni minuti con i cani che si muovevano all'interno del rimorchio con il naso a terra. Ad un tratto uno dei due si mise a guaire seguendo una traccia che si fermava all'altezza della cabina di guida.
L'agente attirato dal suo cane cominciò a passare la mano sotto la cornice del vetro che divideva la zona di guida dal rimorchio e noto' una intercapedine molto ben simulata tenuta da quattro viti. Avevano trovato quello che da giorni stavano cercando.
Le buste in plastica con il denaro furono prese in consegna dagli agenti del commissariato che provvidero alla verifica dell'esatto ammontare della cifra e stesero verbale di consegna a Gautieri.
Non rimaneva a questo punto che predisporre istanza di sequestro  della intera somma alla autorità giudiziaria, a cui spettava emettere il relativo provvedimento.

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