UN INCONTRO INASPETTATO

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CAPITOLO 20

Era un pomeriggio tiepido, l'aria era appena increspata da un venticello primaverile, il cielo di un azzurro intenso  si rifletteva sul lago con le colline sullo sfondo a fare da quinta.
"Certo questi colori, rifletteva tra se' e se'  Sandra si trovano solo dalle nostre parti."
Nonostante le vicende di quei giorni si sentiva piacevolmente rasserenata. Decise di fare due passi in centro prima di recarsi al  corso di fotografia. Aveva  proprio bisogno di sfuggire ai timori che l'affliggevano.
Arrivata nello studio sede della lezione si fermo' a guardare alcuni modelli di camere esposte. Era affascinata dal tipo di obiettivi.
Entro' in aula con un po' di ritardo mentre l'esperto stava trattando il tema delle fotocamere a fuoco fisso. Più si addentrava nelle spiegazioni della differenza tra la esposizione programmata e gli zoom motorizzati più' la mente di Sandra vagava verso gli episodi di quei giorni.
Era talmente presa dai suoi pensieri che non si accorse che si stava organizzando un'uscita pratica per il prossimo week end. " e tu Sandra sei d'accordo ?" Improvvisamente si senti' gli occhi addosso da parte di tutti e arrossì'.
Riprendendo la strada di casa le venne in mente all' improvviso che, uscita rapidamente dal lavoro, di aver lasciata inserita la chiave del server che gestiva tutte le attività' della ditta, con conseguenze immaginabili se qualcuno fosse entrato nella stanza,  cosa che le sarebbe costata uno shampoo bello tosto da parte di Guendalina.
Prese il suo motorino parcheggiato sotto casa, si mise in contatto con Pericle, con il quale aveva un mezzo appuntamento per la serata, e lo avverti' che stava per recarsi in ditta, e  un attimo    dopo avvio' il suo scooter.
Erano rimasti d'accordo che si sarebbero sentiti nel tardo pomeriggio,  Pericle l'aveva anche avvertita di avere un intenso giro di appuntamenti e si sarebbe fatto vivo appena libero.
Sandra si considerava una single nonostante la presenza di Pericle nella sua vita non fosse né saltuaria né occasionale.
Ormai si frequentavano da tempo. Ma dentro di sé manteneva una certa autonomia ed era piuttosto restia a chiamarlo in modo compulsivo.
Se avesse chiamato in tempo utile per combinare, bene. In caso contrario si sarebbero sentiti per telefono in serata.
Parcheggiato lo scooter dal lato dell'uscita di sicurezza fece rapidamente il giro del capannone e sbircio' in lontananza il guardiano notturno che aveva lasciato incustodita la sua postazione e stava giocando sul piazzale con il suo cane.
Entrata si diresse verso la sua stanza che era illuminata dal neon e  fu attirata da voci alterate che provenivano dalla stanzetta del signor Alberti.
Non riusciva a capire esattamente le parole ma riconobbe la voce acuta di Guendalina inframmezzata dal vocione di Dario.
Parlavano di un carico con destinazione imprecisata  e successivi tragitti verso nord, ma non riuscì' a capire a chi avessero affidato la trasferta, le sembrava di aver colto il nome di Rocco, ma non ne era sicura. Sapeva che di solito le  trasferte  che gli affidavano erano piuttosto brevi.

"Insomma te che ti senti un grande manager hai capito in che guaio mi stai cacciando? "
Erano passate da poco le 8 di sera e tra gli scaffali del magazzino ormai vuoto rimbombava la voce di Guendalina seduta nell' ufficetto-scrivania di suo marito, che insieme a Dario  la guardavano senza parlare.
"Ma hai capito grand'uomo che se le cose finiscono male la ditta finisce nella merda? Che quelli là diventano i padroni?
Il marito provava a calmare le acque pigolando "amore, amore dai" ma Guendalina era un fiume in piena.
"Ma no che vai a pensare provò ad introdursi Dario, gli affari con loro sono sempre filati lisci"
"Già ma questa volta, lo zittì,  dobbiamo far passare il camion alla frontiera, superare i controlli e se la Finanza scopre tutto? tu sai come finisce pirla," concluse Guendalina.
"Devi stare tranquilla, continuò Dario in tono remissivo, è tutto sotto controllo, ho organizzato la cosa con la massima  attenzione.  Andrà'  come deve andare, tanto ormai  il camion e' già in viaggio  per la Calabria, con il carico per il cantiere dei nostri amici."
Dario provò ad ammiccare ma, vista l'accoglienza gelida, continuò a spiegare " dal cantiere preso quello che sai andiamo su a Scafati per i carico di pomodori da consegnare per la fabbrica del mio amico Amadesi e poi leggeri leggeri su su fino al confine.
"Ma di questo cazzo di Darko possiamo fidarci? Mastica un italiano da clandestino e se lo fermano? Ne usciamo con le ossa rotte e non solo metaforicamente"
Ogni tanto Guendalina dava sfoggio di qualche pillola di cultura che le era rimasta impigliata nella memoria come unico ricordo di un flirt estivo. Si incontrava con un liceale in villeggiatura che si riempiva la bocca di citazioni latine e di storie mitologiche per far colpo su di lei. Si erano scambiati qualche bacio ma nulla di più',  era troppo sprovveduto rispetto a quella ragazzina che già sapeva cosa voleva dalla vita.

La trama invisibile dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora