IL VIAGGIO CONTINUA

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CAPITOLO 45

Dario si sentiva sotto tiro. Devita era irraggiungibile. Tutti i  tentativi di parlare con lui erano andati tutti a vuoto, il numero di cellulare  dava uno strano segnale di occupato, probabilmente lo aveva bloccato.
Ugualmente senza successo le chiamate al centralino del suo ufficio, la voce gentile ma risoluta di una segretaria faceva da tampone " il geometra e' in riunione" ovvero " il geometra e' fuori per servizio".
Il sorprendente arresto di Aurelio era un' ulteriore dimostrazione che il castello di carte che avevano messo in piedi stava miseramente crollando.
Con Rocco avevano escogitato una possibile via di uscita. Tutte le alternative le avevano scartate. Riconsegnare il mal tolto a Morabito e soci non dava nessuna sicurezza sulla loro incolumità. Avevano perduto con l' arresto  di Aurelio la loro unica risorsa che avrebbe potuto negoziare con la famiglia la messa in sicurezza dell'affare.
E poi Rocco ormai da pedina del gioco si stava trasformando in protagonista. La casualità lo aveva aiutato, la eliminazione del bielorusso gli aveva consentito un po' di respiro. Ora era lui ad avere in mano il pallino.

Rocco stava proseguendo il suo viaggio. Ma dare seguito al piano iniziale, cioè' procedere verso Scafati per recuperare il carico di pomodori gli sembrò a quel punto inutile e forse dannoso. Decise di puntare decisamente verso nord. Sapeva dove andare? Qualche idea bislacca gli ronzava in testa. Ma sapeva che il cerchio si stava chiudendo su di loro.
Dario si sentiva in trappola e nei loro colloqui si limitava a rispondere a monosillabi.
Riprese i contatti con suo figlio. La notizia della sua morte circolata per breve tempo non lo aveva scosso più' di tanto, sapeva che suo padre si era mosso con destrezza ed era riuscito a sfuggire a chi lo stava inseguendo in giro per mezza Italia.
Di solito si sentivano per pochi minuti e spesso solo per chat. 
Nel loro ultimo contatto telefonico Rocco avverti' il figlio che Dario era in una situazione drammatica e gli suggerì' di avvisare Sandra per cercare di farlo metterlo   sotto tutela dalla polizia.

Rocco  era perfettamente consapevole che avvicinarsi a casa  non solo era rischioso ma anche controproducente. Una possibile meta per nascondersi in attesa di capire il giro del fumo e trarne le conseguenze poteva essere la zona dove viveva Elide. L'uomo era piuttosto combattuto. La sua scomparsa e la successiva latitanza lo avevano messo in condizione di pensare a se' stesso e alla sua sopravvivenza. 
Il pensiero della donna non l'aveva mai abbandonato ma la situazione in cui si trovava l'aveva indotto a tagliare i ponti con il mondo. Quando si decise a chiamarla, dopo qualche tentennamento, non era sicuro che avrebbe risposto. Si era volatilizzato per troppo tempo. La scheda sim bielorussa lo aiuto'.
Lei infatti incuriosita dallo strano numero di telefono rispose alla chiamata. Poi il desiderio di sapere che fine avesse fatto non le fece troncare la comunicazione. Fu una telefonata che riuscì' a chiarire la  situazione, i pericoli incombenti e la voglia di trovare rifugio da lei.

Ormai aveva deciso. Avrebbe abbandonato il camion e la telefonata di Cesare lo avrebbe fatto ritrovare con il suo prezioso carico. Non c'erano altre soluzioni praticabili.  L'unica speranza era che la polizia, sequestrato il mezzo, potesse essere indirizzata alla scoperta dei soldi nascosti nel sottofondo del suo camion.
A quel punto lui ne sarebbe uscito pulito, come persona inconsapevole di trasportare un tale carico e certamente il sequestro del denaro lo avrebbe messo probabilmente al sicuro dalla vendetta della famiglia. E poi una  certa idea gli ronzava in testa.

Ora il suo problema principale era di arrivare al più presto ad abbandonare il suo mezzo.
Si dette appuntamento con Elide che lo condusse in una strada di campagna. Intorno  appezzamenti di terreno coltivati a girasoli a perdita d'occhio, qualche casolare isolato.
La zona era poco trafficata e gli sembrò' particolarmente adatta, solo segni sulla carreggiata di schegge rinsecchite di materiale fangoso lasciato da  mezzi pesanti, probabilmente cingolati.
Si avviò' verso una radura che portava ad una cava abbandonata. Le piogge dei giorni precedenti avevano creato una pozza di acque stagnanti. Era certamente un luogo propizio per nascondere almeno per un po' le tracce.
Avvicinò' il camion alla ripida discesa, fermo' le ruote davanti con dei massi, risali' in cabina e tolse il freno, rapidamente scese dal camion, libero' le ruote anteriori e guardò' il suo camion che dapprima lentamente e poi sempre più' velocemente si muoveva verso il dirupo che portava al centro della cava piena d'acqua.
Il mezzo si inabisso', la cabina si vedeva appena. Rocco rimase a guardare il suo camion.
In quel frangente la sua memoria, come un nastro che si avvolge, gli fece passare davanti dei flash. Il momento dell'arrivo a casa con il camion appena acquistato, la accoglienza di  Cesare ancora bambino che gli correva incontro e chiedeva a viva voce di farlo salire in cabina,  il giorno dell'incidente...
Rimase ancora un po' a guardare la scena del suo camion, mentre Elide gli prese la mano con tenerezza, il segnale forse di una nuova vita.

A Cesare arrivò' un messaggino lo stesso pomeriggio con le direttive del padre.
Il ragazzo si mosse come Rocco  gli aveva richiesto e con le cautele e la delicatezza che  la situazione richiedeva.
La sua telefonata  alla questura di Parma fu telegrafica per evitare che la chiamata fosse rintracciabile. Si limitò ad informare il centralino della presenza di un camion abbandonato con targa bielorussa,  in  zona isolata, presso la confluenza della strada provinciale 62 R con la 72, concludendo la telefonata con l'avvertenza che il camion poteva riservare una grande sorpresa. Alla richiesta di spiegazioni Cesare chiuse il collegamento.
Verbale  polizia di stato questura di Parma " in data odierna è' stato comunicato da anonimo con chiamata al centralino alle ore 5   che un camion con targa bielorussa e' stato abbandonato in località Sorbolo Mezzani. Una pattuglia prontamente allertata si recata sul posto e rinveniva il  mezzo che trovasi mezzo sommerso in una cava abbandonata."

La trama invisibile dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora