Capitolo Quattro - Parole Lontane

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Adesso lasciami credere che questo sia reale
Che sento l'ansia che sale
Bevo le lacrime amare
Ti prego lasciami perdere
Dentro l'acqua del mare,
Che le parole lontane,
Giuro, te le voglio urlare.

Parole lontane - Måneskin

«Dobbiamo scoprire chi è quel ragazzo!» Maria entrò alla base quasi correndo.

«Siamo già al lavoro» rispose prontamente Raffaele, chino sul suo PC.

«Le telecamere del locale in fondo alla strada non l'hanno ripreso bene» ci informò Daniele accanto a lui.

Christian si sedette al grande tavolo al centro della base. «Perché credete che sia intervenuto?» domandò.

«Perché era giusto farlo?» ironizzò Stephan, aprendo il piccolo frigo in fondo alla stanza.

«Secondo me si è semplicemente trovato a passare di lì.» Alex cinse Luna con un abbraccio. Lei si lasciò cullare da quella stretta.

Il solo osservarli spinse le mie labbra a incurvarsi verso l'alto. Mi riempiva il cuore vederli di nuovo così, in quell'intimità che li contraddistingueva. Il loro era un amore puro e vero, uno di quegli amori candidi, che fanno stare bene.

«Tu che ne pensi?» Luna si rivolse a me, forse aveva notato che la stavo fissando.

Distolsi lo sguardo, mi tolsi il giubbotto e sistemai le armi nello stanzino in fondo. «Non lo so. Probabilmente ha ragione Alex, passava di lì e si è ritrovato quel rapinatore davanti.» Ma neanche io ero convinta delle mie stesse parole. «Qualche ricerca però non costa nulla ai nostri esperti informatici.»

«Sempre quel tono ironico.» Daniele si rivolse al suo gemello.

Raffaele mosse la mano come per scacciare qualcosa di fastidioso. «Ignorala, è solo invidiosa.»

Non riuscii a trattenere un sorriso. «Non vi deconcentrate dal resto, però, dobbiamo completare la mappa della zona dei negozi che sono costretti a pagare il pizzo, voglio entrare in azione il più presto possibile» sentenziai.

Da un mese ci appostavamo quasi tutte le sere quando i negozi stavano per chiudere, per capire se i proprietari avessero strane visite. Avevamo deciso all'unanimità che ci saremmo occupati di quell'aspetto che metteva in ginocchio i piccoli commercianti della città. Stavamo completando una sorta di mappa che comprendeva i negozi della zona adiacente alla stazione centrale. Presto avremmo potuto colpire proprio nel momento in cui gli scagnozzi dei boss andavano a riscuotere il denaro.

«Di cosa state parlando?» Nicole apparve sulla soglia, seguita da Emily.

«Oh, le sorelle maggiori ci onorano con la loro presenza!» Stephan aprì la lattina di birra e si sedette accanto a Christian.

Amava punzecchiare, era una delle cose che più adoravo nel carattere del mio migliore amico.

«Noto che la tua simpatia aumenta ogni giorno che passa, Step» esordì mia sorella con un sorriso ironico.

Non mi ero ancora del tutto abituata alla sua presenza. Il tempo aveva cambiato il suo corpo, ma, se possibile, aveva reso il suo spirito ancora più combattivo.

Nell'ultimo periodo lei e Nicole difficilmente si univano alle nostre azioni sul campo, per il semplice fatto che stavano cercando di riorganizzare le loro vite: il lavoro e anche, nel caso di mia sorella, la famiglia.

Ricordai la sorpresa che avevo provato nel conoscere la mia nipotina. Il brivido di gioia che aveva pervaso il mio corpo quando, un paio di mesi prima, avevo posato per la prima volta lo sguardo su quella piccola peste dalle grandi iridi nocciola.

SYS 2 - La società degli splendenti. il ritorno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora