Perché il buio di questa casa
Possiede il meglio di noi
E ci possiedono anche le tenebre
Che sono in questa cittàIndependence Day - Bruce Springsteen
7giugno 2012
Stare in quella stanza incolore, in attesa di mio padre, era già un'agonia. Starci con mio fratello era una punizione infernale.
Sulla faccia aveva ancora i segni del mio pestaggio, come io portavo i suoi. Vederlo conciato in quel modo era una tenue consolazione. Avevo ancora voglia di prenderlo a pugni per aver rovinato tutto, per aver rivelato a nostro padre ciò che aveva scoperto.
So rovinare tutto anche senza l'aiuto di Francesco. A quel pensiero la mano si chiuse a pugno sul tavolo e le nocche diventarono bianche. Avrei dovuto eliminare subito quelle prove schiaccianti, tutte quelle foto e quelle registrazioni che, lo avevo sempre saputo, avrebbero messo lei in pericolo. Invece avevo esitato, avevo fatto passare del tempo, e Francesco aveva trovato tutto. Ero stato uno stupido.
Lara mi aveva scritto proprio quella mattina e mi ero comportato come se nulla fosse, da bravo bugiardo qual ero. Fortunatamente non mi aveva chiesto di vederci, era impegnata con le ultime interrogazioni prima della fine della scuola e con gli esami imminenti, altrimenti non avrei saputo cosa inventarmi per giustificare il mio volto tumefatto. Il labbro spaccato faceva ancora male e al minimo movimento il mio corpo mi ricordava ogni calcio che mi aveva inflitto Francesco.
Lo guardai per un istante, era poggiato al muro e intento a ridere per qualche cazzata sul cellulare.
Prima o poi ti toglierò quello stupido sorriso dalla faccia.
Inspirai ed espirai a fondo. Dovevo darmi un contegno, dovevo tenere dentro quel vulcano di rabbia che rischiava di esplodere. L'unica cosa da fare in quel momento era convincere mio padre che Francesco aveva frainteso, che non c'era nulla tra me e Lara e che lei non faceva parte di nessuna società segreta.
Una passeggiata.
La porta finalmente si aprì. Mio padre, ancora più robusto dell'ultima volta, apparve insieme a due guardie che andarono via dopo un suo cenno del capo.
Si comportava come se fosse il re lì dentro, quasi più di quando era libero.
Che società di merda. Mi facevano venire da vomitare.
«Buongiorno, papà.» Francesco si avvicinò a lui e si salutarono con un bacio su ciascuna guancia. Notai che mio padre fu più affettuoso del solito. Ed eravamo solo noi tre, non aveva bisogno di fingersi un padre premuroso.
Ma stava dimostrando qualcosa: io ero sceso dal piedistallo nel quale lui stesso mi aveva innalzato e Francesco si era guadagnato il posto d'onore che aveva sempre ambito.
Giuseppe Mersiglia mi squadrò come se volesse incenerirmi con il solo sguardo, aspettando probabilmente che mi alzassi per salutarlo. Non gli avevo mai dato certe soddisfazioni, ma questa volta era diverso. Dovevo rimediare a un torto troppo grande: il tradimento.
Non che me ne fregasse qualcosa di averlo tradito, mi interessava solo mantenerlo buono perché non poteva fare male a Lara. Non lo avrei permesso.
Mi alzai lentamente e mi avvicinai a lui, l'odore forte del suo dopobarba mi fece rivoltare lo stomaco. Rimase impassibile mentre appoggiavo la mia guancia sulla sua, prima da un lato poi dall'altro. Mi scansai di poco, trattenendo il disgusto.
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SYS 2 - La società degli splendenti. il ritorno
ChickLitCosa accadrebbe se il figlio di un boss mafioso fosse attratto irrimediabilmente da una ragazza decisa a estirpare la mafia dalla sua città? Palermo, 2012. Adriano è un ragazzo cresciuto nell'odio e nella violenza. Compie atti terribili sotto il com...