Capitolo Ventotto - Opportunità

79 7 1
                                    

Un cambio di velocità,
Un cambio di stile
Un cambio di scena senza rimpianti
Un'occasione per guardare,
Misurare la distanza

New Dawn Fades - Joy Divison

Le mani percorrevano il mio corpo con una lentezza maledetta, come se volessero sondarlo tutto, come se dovessero tracciare una rotta precisa, studiata apposta per mandarmi in estasi.

Adriano avvicinò il viso spigoloso a un centimetro dal mio, le sue iridi nere si impossessarono dei miei occhi. Non riuscivo a staccarmi, sarei rimasta intrappolata nella loro morsa per sempre.

Quando avvicinò le labbra al mio collo, un piccolo gemito mi uscì dalla bocca. Sentivo bruciare ogni punto che la sua lingua percorreva. Immersi le mani nei suoi capelli corvini e lo spinsi di più verso di me. Non era mai abbastanza vicino.

I dubbi, le insicurezze, le paure erano stati cacciati via. Nessuna bruttura poteva incrinare noi, nessun terribile ricordo stava oscurando quel momento in cui le nostre anime pregavano di unirsi.

«Ti amo, Lara» lo sussurrò a un centimetro del mio orecchio e io credetti di impazzire...

Un suono tedioso mi fece sussultare.

Sollevai il busto di scatto e mi ritrovai sul letto del mio bilocale. Una lieve luce entrava dai buchi della serranda.

Presi il telefono e spensi la sveglia, poi gettai indietro la testa sul cuscino. Mi coprii gli occhi con il braccio e cercai di calmare il respiro. Il battito del cuore era accelerato.

Le sensazioni del sogno erano ancora lì: potevo percepire il tocco di Adriano sulla pelle, la sua voce nell'orecchio.

Non era la prima volta che la mente mi faceva quegli scherzi.

Non poteva continuare a perseguitarmi in quel modo. Sarei completamente uscita fuori di senno, se avessi continuato a sognarlo.

Mi sforzai di alzarmi, attraversai la piccola stanza composta solo dal letto a una piazza e mezza, un comodino e un armadio non troppo grande.

Andai in cucina e mi preparai un caffè, sperando che potesse farmi riprendere, poi mi avviai verso il minuscolo bagno con l'intenzione di fare una lunga doccia rilassante, ma il mio telefono squillò un attimo prima di entrare nel box.

Mi stupii di vedere il nome di Davide sul display. Non parlavamo da quando Francesco mi aveva sparato. Erano passati solo cinque giorni dalla decisione di rendere lui e i suoi amici parte del gruppo, però non glielo avevo ancora comunicato.

Risposi un po' riluttante, ero ancora arrabbiata con lui.

«Pronto.» Tentai di mantenere una voce neutra.

«Allora sei viva» esordì. Mi aveva mandato diversi messaggi ai quali non avevo mai risposto. Lui non si era arreso e aveva chiesto agli altri come stessi e se mi fossi ripresa.

«A quanto pare.» Il tono si incrinò per il fastidio.

Lo sentii sbuffare. «Lara, quanto deve andare avanti questo astio tra di noi? Non lo sopporto, sei una delle mie più care amiche e ti proibisco di continuare ad avercela con me.»

Quelle parole furono come una camomilla sulla mia anima irrequieta. Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere.

«Sono felice che io ti faccia divertire così tanto.» Non c'era ironia nelle sue parole, era sincero.

«Non ti ho ancora perdonato, ma mi sono stancata anche io di questa situazione» ammisi. «Mi manca la tua stupidità» lo presi in giro.

«Ti ringrazio, sei sempre troppo gentile.» Lo sentii ridere. «Come stai?»

SYS 2 - La società degli splendenti. il ritorno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora