Capitolo Tredici - Situazioni Inatesse

69 10 3
                                    

Non darmi nessun ordine
Per persone come me
Non c'è ordine
Scommetto che pensavi di aver risolto tutto
Scommetto che pensavi di sapere di cosa parlavo
Scommetto che pensavi di aver risolto tutti i tuoi problemi
Ma sei tu il problema

Problems - Sex Pistols

10 marzo 2012

Seduto sulla dura pietra, chiusi gli occhi, lasciandomi pervadere dall'odore di salsedine e dal rumore delle onde che si infrangevano sulla banchina. La leggera brezza mi scompigliava i capelli, facendoli cadere sul viso. Gli spruzzi d'acqua mi bagnavano i jeans scuri con piccole gocce.

Non me ne curavo. Quelli erano i momenti che preferivo, quando potevo godere degli scorci più belli di Palermo.

Alle mie spalle le macchine procedevano lente sull'asfalto in file disordinate, e più indietro antiche chiese si alternavano a palazzi nuovi, storie antiche e moderne si mescolavano tra loro. Davanti a me le barche attraccate al porticciolo, dalle forme e dimensioni più disparate, ondeggiavano lentamente.

Quel luogo era un miscuglio di paesaggi diversi, uniti formavano un unico ambiente che nel suo caos trovava comunque un equilibrio. Lo sentivo molto vicino a me. Anche io sentivo di essere un'accozzaglia di emozioni divergenti, solo che io vivevo nel caos e stavo lottando per trovare un equilibrio.

La primavera stava per arrivare, le brutte giornate stavano lasciando posto al cielo limpido. Finalmente l'aria si sarebbe scaldata.

Mi ero concesso quel momento di relax, lontano da tutto. Il mio cuore stava diventando sempre più nero e l'unica cosa che sapeva rasserenarlo era il mare, era sempre stato il mare.

Ma se era la redenzione quella che stavo cercando, ero veramente un povero illuso. Nell'ultimo mese avevo compiuto cose che un tempo mi avrebbero fatto rabbrividire. E ciò che mi disturbava di più era che le facevo come se fossero parte di un normale lavoro. La meccanicità e la razionalità erano sempre più presenti, solo la notte i sensi di colpa si facevano sentire, mi perseguitavano.

Un rumore di passi alle mie spalle mi ridestò dai miei pensieri.

«Credo sia questo il tuo segreto.» Tommaso si sedette accanto a me e mi porse una bottiglia di birra.

Non ci vedevamo più spesso come durante gli anni del liceo, anzi, succedeva molto di rado. Gli impegni che mi dava mio padre erano sempre più numerosi e io cercavo di tenere lontano il mio amico dalla vita che facevo. Ogni tanto però, la mia parte egoista prendeva il sopravvento e quindi eccomi lì con lui, ad ammirare la distesa d'acqua di fronte a noi.

«Quale segreto?» Sollevai il viso, godendomi il cielo colorato di una tenue sfumatura celeste. Il sole si preparava a tramontare.

«Con le ragazze» precisò lui in tono malizioso. «Le porti qui, fai quella faccia da uomo misterioso e te le porti a letto.»

Lo guardai, alzando un sopracciglio. «È invidia quella che sento, amico mio?» Mi finsi indignato. «Tu non sei fidanzato e perdutamente innamorato?»

«Sfotti pure.» Poggiò una mano sul fianco per risultare minaccioso, ma assunse una postura quasi comica. «Ma è arrivato il momento che anche tu ti trovi qualcuna e metti la testa a posto.»

Sollevai le spalle con noncuranza e sorseggiai la birra. Mi ero sempre limitato ad avventure di una notte. Avevo creato un'armatura di ghiaccio intorno al mio cuore: non potevo permettermi di innamorarmi, nessuna meritava di stare con un mostro come me. Un essere che torturava, minacciava e non trovava il coraggio di mettersi contro suo padre. Che non riusciva a trovare un'alternativa.

SYS 2 - La società degli splendenti. il ritorno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora