Tu mi hai dato qualcosa che non avevo
Ma non serviva
Ero troppo debole per cedere
Troppo forte per perdere
Il mio cuore è di nuovo in arresto
Ma mi libererò
La mia testa mi sta dando la vita e la morte
Ma non posso scegliere
Giuro che non mi arrenderò mai
Mi rifiutoBest of you - Foo Fighters
I miei piedi si muovevano avanti e indietro, come in una strana danza. I pugni serrati, coperti dai guantoni, fendevano l'aria davanti a me. Le cuffiette nelle orecchie sparavano a tutto volume un pezzo degli ACDC. La fronte era imperlata di sudore, il respiro si stava facendo ansante. Ma non me ne curavo.Mi sentivo al sicuro dentro il ring della base, come protetta da attacchi esterni. Dovevo solo riuscire a proteggermi dalla mia stessa mente, anche se questo era molto più difficile.
Alle parole che Adriano mi aveva detto dopo la sua cattura, si aggiungevano adesso quelle del giorno prima. Avevo visto il suo lampo di rabbia, ma anche qualcos'altro. Sembrava quasi spaventato.
Mio fratello non le proteggerà.
Quella frase continuava a ronzarmi in testa, come una pericolosa ape pronta a pungermi.
A chi si riferiva?
Ma io in fondo lo sapevo, perché in passato mi aveva raccontato molte cose della sua vita, che mi avevano fatto commuovere e disprezzare suo padre ancora di più. Solo che, dopo tutto quello che era successo, mi rifiutavo di credere che ci fosse della verità nelle sue parole.
Girai su me stessa e scagliai un calcio a un avversario immaginario. Vidi Christian che avanzava verso di me, si fermò proprio sotto il ring e le sue labbra si mossero.
Mi fermai, liberai un timpano dalla cuffietta. «Cosa hai detto?» chiesi cercando di riprendere fiato.
«Povero il tuo rivale» ripeté lui con un mezzo sorriso.
Non risposi. Tolsi i guantoni, andai verso l'angolo del ring e presi la bottiglietta poggiata a terra. Lasciai che l'acqua mi rinfrescasse la gola e poi ne versai un po' sul mio viso sudato.
Agguantai l'asciugamano appesa nelle corde e mi asciugai.
Tornai a guardare verso il basso: Christian era ancora lì.
Le mani erano dentro le tasche dei jeans stretti che aderivano perfettamente alle sue gambe muscolose, e portava una maglietta bianca che lasciava intravedere gli addominali scolpiti. I suoi occhi verdi mi stavano squadrando in un misto di malizia e preoccupazione.
Quando era uscito dall'ospedale, avevo cercato di tenerlo lontano il più possibile da me. Lui aveva rispettato i miei spazi, non mi aveva assillata perché gli parlassi di noi e di cosa avevo provato con la cattura di Adriano. Ma nelle sue iridi, che conoscevo così bene, riuscivo a percepire un dolore silenzioso.
Non potevo tenerlo vicino mentre la mia testa, tanto per cambiare, era un turbine di emozioni contrastanti. Non potevo illuderlo, perché, anche se non sapevo se credessi o meno alle parole di Adriano, sentivo che non sarebbe cambiato nulla. Provavo per Christian un affetto profondo, ma non riuscivo a pensare più a noi due come coppia.
Christian meritava una persona che lo amasse incondizionatamente, senza dubbi e incertezze.
All'improvviso sollevò le corde e salì sul ring. «Avanti» mi disse, posizionandosi al centro.
Sollevai un sopracciglio. «Non so se ti conviene.» Non riuscii a fare a meno di provocarlo.
«Sopravviverò.» Strizzò la palpebra e mi fece cenno con l'indice di avvicinarmi.
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SYS 2 - La società degli splendenti. il ritorno
ChickLitCosa accadrebbe se il figlio di un boss mafioso fosse attratto irrimediabilmente da una ragazza decisa a estirpare la mafia dalla sua città? Palermo, 2012. Adriano è un ragazzo cresciuto nell'odio e nella violenza. Compie atti terribili sotto il com...