Love enough to drown it out

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If I keep myself at home

I won't make the same mistake

That I made for fifteen years
I could be a new girl
I will be a new girl

Non ero certa che Simon avesse dormito quella notte.

Avevo sempre avuto il sonno pesante, ma vista la novità di avere qualcuno nel mio letto, ero rimasta vigile anche nel dormiveglia.

Simon era rimasto nella stessa posizione per tutta la notte, ma di certo non immobile. Con mia grande sorpresa scoprii che il suo corpo, una volta rilassato o forse addormentato, tendeva ad emettere dei piccoli movimenti, degli scatti, secchi movimenti muscolari.

Come se fosse stato teso per così tanto tempo, che una volta a riposo questo continuava spasmodicamente a contorcersi in piccoli bruschi movimenti. Il suo respiro era corto e a tratti irregolare, e ogni volta che mi giravo sotto le coperte potevo sentirlo scattare in risposta, improvvisamente vigile e attento.

Il braccio destro era quello che più di tutti si muoveva, insieme alla mano. Mentre mi teneva stretta a sé, potevo sentire l'indice della sua mano destra tendersi.

Mi ci volle un po' per comprendere che cosa mi ricordasse quel movimento. Qualcosa che avevo visto fare alla televisione almeno un milione di volte, qualcosa che io stessa avevo fatto ad una partita di paintball a cui avevo partecipato anni prima.

Stava premendo un grilletto e il suo braccio era pronto ad accogliere il conseguente rinculo dell'arma.

Mi chiesi come potesse trovare un minimo di riposo e conforto da un sonno così stressante. Ogni volta che sentivo il suo braccio scattare, accarezzavo la pelle del suo avambraccio con la punta delle dita, nel tentativo, inutile, di confortarlo.

Ora le profonde occhiaie attorno ai suoi occhi avevano senso.

Quando riaprii gli occhi era mattina, potevo percepire la luce filtrare attraverso le tapparelle. Non era stata la migliore notte di sonno della mia vita, non era semplice spiegare al mio cervello che era normale che ci fosse un grande uomo nel mio letto, un grande uomo che si muoveva parecchio.

Mi stiracchiai, allungando il mio corpo come una stella marina sul materasso, i miei occhi erano ancora appannati, ma iniziavo a mettere a fuoco le cose attorno a me.

C'era spazio.
Troppo spazio in quel letto per due persone.

Lui non c'era.

Quella realizzazione mi colpì bruscamente, come un pugno diretto sui denti.

Mi misi a sedere sul letto, tesi le orecchie alla ricerca di un qualsiasi suono che mi provasse che si trovava ancora in casa, ma il silenzio regnava sovrano nel mio appartamento. 

Ecco.

Sentii il mio stomaco contorcersi con un doloroso spasmo, mentre l'ansia si avvolgeva attorno al mio collo come le spire di un serpente. 

Forse se fossi stata una persona diversa, non mi sarei lasciata prendere così facilmente da pensieri catastrofici e disfattisti, ma per quanto desiderassi essere diversa, rimanevo sempre la stessa, insicura, donna.

Non di nuovo.

Davvero, non poteva essere sparito di nuovo, mi alzai dal letto e non mi misi nemmeno le ciabatte, iniziai ad aggirarmi  per il mio appartamento come se non lo conoscessi. Quella non era più casa mia, solo lo scenario di un incubo.

L'appartamento era vuoto e di lui non c'era traccia, persino le sue scarpe erano scomparse. Quando vidi Colonnello mangiare sereno i croccantini nella ciotola credetti di essere tornata indietro nel tempo. La sensazione di deja-vù era inevitabile e non fece altro che peggiorare la mia ansia.

Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader CivilianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora