Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader Civilian

Tell me what you want to burn away 'cause I could be your stoker

Mi ero convinta che sarebbe stato più facile, dopo esserci chiariti, iniziare una relazione con Ghost, ma era ovvio che mi illudevo. Che ingenua.

Doveva andare, di nuovo, in qualche posto di cui non potevo sapere nulla, a fare qualcosa di cui non poteva parlarmi per due intere settimane.

Sapevo di non potermi lamentare, quello era il suo lavoro, forse persino una parte integrante della sua identità, non potevo di certo mettermi a piagnucolare con lui perché non ero riuscita nemmeno ad avere un appuntamento.

Quella si prospettava essere la mia nuova routine, mi convinsi che non ero l'unica a vivere una situazione simile. C'erano molti lavori dove si era costretti a continui viaggi e trasferte. Peccato che nella gran parte dei casi la tua nuova fiamma non ci andava armata fino ai denti.

Se Ghost non era molto loquace, via messaggio era anche peggio. Le sue risposte erano brevi, concise, quasi telegrafiche. Non c'era reale spazio per chiacchierare o convenevoli, per la maggior parte del tempo rispondeva alla domande che gli ponevo e dove poteva si limitava a rispondere "Affermativo" o "Negativo". Alquanto frustrante e demotivante, mi sarei potuta convincere che non avesse voglia di sentirmi, se non fosse stato che lui si preoccupava di chiedermi ogni giorno come stavo.

Ogni mattina mi scriveva, niente di eclatante ovviamente, solo un semplice "Tutto ok?". Mentre alla sera, se ero uscita o tornavo dal bar, mi chiedeva se fossi tornata a casa. I suoi messaggi arrivavano quasi sempre allo stesso orario, ancora non capivo come potesse alzarsi ogni giorno alle quattro e mezza del mattino, per me era inconcepibile. Tuttavia non potevo negare quanto mi rendesse felice trovare al mio risveglio quel suo conciso messaggio, mi riscaldava il cuore, come se qualcuno mi avvolgesse in una comoda e calda coperta.

"Blocco delle comunicazioni. Ti scrivo io."

Tragico esempio delle sue abilità comunicative.

Sospettavo che prima o poi avrebbe smesso di scrivermi, se era in missione di certo non poteva perdere tempo a scrivere alla sua ragazza. Alcune mattine mi chiedevo se fossi davvero la sua ragazza per lui, ma avevo deciso di non impuntarmi su etichette, almeno lui aveva reso chiaro che ci fosse un rapporto esclusivo tra di noi e la sua costanza nel contattarmi mi faceva sperare che i nostri sentimenti coincidessero in qualche modo.

Fu doloroso scoprire a quanto mi fossi abituata ai suoi scarni messaggi, quando il mattino successivo non trovai il suo solito messaggio. Non potevo farci molto, l'unica cosa che potevo fare era aspettare.

Era odioso aspettare, più aspettavo più l'ansia mi assaliva. Mi ripetevo che non per forza fosse in una missione pericolosa, c'erano anche "robe militari" meno serie, come delle esercitazioni o simili.

Per evitare di soccombere alla mia stessa mente, decisi di occupare ogni mio momento libero, di stancarmi così tanto da farmi crollare, la sera, nel letto.

I lavori di casa avevano improvvisamente acquisito un fascino irresistibile, una domenica mi ritrovai a montare persino uno scaffale, visto che la mia piccola libreria iniziava a cedere, incapace di reggere il peso di altri libri.

Mi resi ben presto conto che non ero un granché portata per questo generi di lavori, al contrario di Rosalie che era letteralmente in grado di montare qualsiasi cosa. Lo scaffale era storto e pericolante, a paragonarlo con l'immagine sul libretto di istruzioni del montaggio appariva come La Creatura di Frankenstein.

Quando questo crollò a terra nel cuore della notte per poco non morii d'infarto.

-Vuoi che venga da te ad aggiustarlo?-

Rosalie stava sorseggiando il suo frappuccino alla fragola, il colore rosato della bevanda si abbinava alla perfezione al suo vestitino di lana dai bordi in pelliccia sintetica bianca. Sapeva davvero come vestirsi per valorizzare la sua bellezza senza mai apparire banale.