Let's go to bed, before you say how you feel

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'Cause you talk to me
And it comes off the wall
You talk to me
And it goes over my head


Così Simon se n'era andato di nuovo, l'ultimo bacio datogli sulla porta del mio appartamento mi aveva lasciato un sapore amaro.

Una parte di me era furiosa con me stessa, perché dovevo rimanerci male per una cosa così insignificante? Alla fine Capodanno non era qualcosa di così importante ed era plausibile e sensato che lui avesse qualcosa di più importante da fare.

Forse doveva stare con la sua famiglia, anche se avrebbe potuto semplicemente dirmelo. Sarebbe di certo stata una risposta migliore, alla quale mi sarei potuta aggrappare.

Sapevo di non doverci restare male, me lo ero ripetuto almeno un miliardo di volte, ma il mio patetico cuore aveva deciso che soffrire era un buon allenamento cardio.

Mi sentivo una completa idiota, ma non riuscivo a scrollarmi di dosso la pesante sensazione che non ci fosse un vero equilibrio nella nostra relazione, nella nostra situazione.

Non avevo davvero potere, lui aveva il coltello dalla parte del manico, lui aveva tutte le informazioni che voleva su di me, gli avevo raccontato della mia vita, della mia famiglia, delle mie amicizie, ma di lui io non sapevo praticamente nulla.


Forse lo avrei tollerata meglio se non fossi stata quella più presa dalla nostra relazione, quella che restava a casa nella vana speranza di ricevere la sua visita.

Come un cane in attesa del proprio padrone.

Digrignai i denti davanti a quell'immagine.

-Ecco a lei-

Poggiai la birra sul tavolo con il mio sorriso più cordiale, mentre raccoglievo i soldi che il cliente mi aveva lasciato. Trattenni a fatica uno sbadiglio, mentre tornavo al bancone del bar con il mio vassoio. Rosalie da dietro al bancone mi lanciò uno sguardo inquisitore.

-Stanca?-

Annuii mentre alzavo il lato reclinabile del bancone per raggiungerla dietro di esso, ora il sorriso cordiale era sparito dalla mia faccia.

-Non ho dormito un granché stanotte-

Sospirai, ripensando a quando avevo salutato Simon, sapendo che non l'avrei visto almeno fino all'inizio del nuovo anno e al bacio amaro che ci eravamo dati.


Mi ero aggrappata a lui con forza, la punta delle mie dita si era insinuata sotto il tessuto del suo passamontagna accarezzando l'attaccatura dei suoi capelli. Lui mi aveva lasciato fare, non aveva spostato le mie mani, mi aveva premuta contro di sé, senza lasciarmi anche quando il bacio era finito. Poi con un colpo secco si era liberato dalla mia presa e in silenzio se n'era andato.

A tenermi compagnia nel mio letto erano tornati gli incubi, anche se forse non potevo realmente bollarli come tali, erano più una raccolta di ricordi. Istanti congelati nel tempo che fuoriuscivano dagli angoli più remoti della mia mente, cose che avevo passato tutta la vita a cancellare.

Ma come mi aveva spiegato più volte anche la mia terapista, più cercavo di sopprimerli più questi sarebbero riemersi con violenza. Lei diceva che dovevo solo accettarli, lasciarli fluire, ma come potevo placidamente lasciarli navigare nella mia testa senza uscire completamente di testa?

Era normale, mi ripetevo, le feste sono sempre un periodo stressante e il mio disturbo ansioso sembrava avere un tempismo perfetto per certe cose. Dovevo solo non farmi colpire totalmente impreparata dal panico, ne sarei uscita come ogni volta. Avevo già ordinato i farmaci, che tenevo nel cassetto del bagno, pronti al bisogno, ma per il momento cercavo di stringere i denti ancora un po', vedere quanto potevo spingermi senza.

Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader CivilianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora