Draw me a circle and I'll protect

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And I ride in my red dress
And time stretchеs endless
With my gun in my hand
You know I always get my man

Il tempo si era rivelato generoso con me, era passato un mese da quel giorno al cimitero e potevo sentire lentamente le ferite rimarginarsi. Lembi di pelle riavvicinarsi dolcemente là dove la lama aveva squarciato, ora si riabbracciavano portando con loro uno strano senso di calma.

Ero più calma di quanto non lo fossi mai stata, così tanto che avevo persino ripreso il mio percorso di terapia.

All'inizio era stato strano, quasi imbarazzante, tornare dopo tutti quegli anni per ammettere che no, non avevo mai davvero chiuso quel capitolo della mia vita, non ci avevo mai neanche provato.

Ma come aveva detto anche la dottoressa Bishop, per aggiustare le cose non ci vuole solo determinazione e voglia, ma anche tempismo. A volte dei pezzi di noi dovevano allinearsi prima di potersi aggiustare.

Persino il dolore per l'abbandono di Simon, con i giorni si era quietato, anche se mai del tutto andato. Lui restava lì, sotto pelle, come un proiettile conficcato nella carne, la carne si stava cicatrizzando attorno, permettendomi persino di dimenticarmene, a tratti, finché un piccolo deliberato movimento mi riportava a quel dolore nascosto.

A volte era come se non se ne fosse davvero andato, potevo avvertire il suo profumo in alcuni angoli del mio appartamento al mio ritorno da una lunga serata di lavoro al pub. Istintivamente le mie narici si dilatavano, catturando la familiare fragranza di quegli orribili 2 in 1 detergenti al mentolo.

Mi ero convinta che in qualche modo anche se mi aveva lasciata, una parte di lui, nella mia testa, fosse rimasta ad infestare il mio appartamento. Come un vero fantasma.

Persino la mia mente si offriva di ingannarmi, pur di aggrapparmi al suo ricordo.

Una mattina ero uscita di corsa da casa, avevo lanciato senza cura un maglione rosso sulla poltrona accanto al mio letto, mancandone clamorosamente la mira.

Ero certa di aver deciso di ignorare il problema, troppo in ritardo per occuparmi di raccoglierlo e piegarlo.

Quando ero ritornata a casa, a notte inoltrata, non ci avevo fatto più neanche caso, me n'ero totalmente dimenticata, interessata solo a gettarmi sotto le coperte dopo aver sfamato Colonnello e averlo trascinato con me nel letto.

Il mattino seguente, decisa a mettere in ordine il caos che lentamente avevo lasciato formarsi nella mia camera, avevo realizzato che il maglione non giaceva più sul pavimento.

Era comodamente adagiato sul bracciolo della poltrona. Al suo posto.

Avvertii una fitta al cuore, ricordandomi di quanto Simon fosse attento all'ordine, alla cura che metteva nell'aiutarmi sistemare il mio appartamento, senza aspettarsi nulla in cambio, come una vera coppia.

Era ovvio che la sera prima, dovevo essermi convinta a sistemarlo, un riflesso naturale di una mente troppo esausta per ricordarlo, ma in ogni caso, mi illusi, per un secondo, di avere davvero un fantasma nel mio appartamento.

Mi ero poi ritrovata a stringere al petto quello stupido maglione rosso.


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-Ci penso io, Rosalie-

-Posso farcela-

-Lo so bene, ma non voglio che tu lo debba fare-

Mi voltai per osservare quella che a me pareva la coppia, "non-coppia", più sposata del mondo.

Andrew stava lottando per far cedere la presa a Rosalie della pesante cassa di birre.

Sarebbe stato uno spettacolo adorabile se non fosse stato che Andrew fosse un idiota che continuava a respingere Rosalie, nonostante fosse palese a tutti, che ne era perdutamente innamorato.

Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader CivilianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora