But it's over, then you're drivin' me home

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Un piccolo respiro, solo un altro piccolo respiro, alla fine non stavo facendo niente di così eclatante. 

Era solo una serata, in fondo dovevo "solo" salire sul palco, molto più bello e ampio di quello nel pub di Andrew, con vere luci di scena e un vero fonico.

L'avevo fatto davvero: avevo preso contatti con la proprietaria di alcuni locali alla moda della zona che si era rivelata molto interessata a me, avevo fatto una piccola audizione e firmato un contratto. Per due sere a settimana avrei cantato in quel posto dall'aria incredibilmente chic e curata. Ci ero riuscita. Il mio primo passo verso una nuova versione di me stessa, più intraprendente e meno spaventata.

Mi sistemai per la tredicesima volta il cerchietto di fiori, avevo pensato che fosse una cosa carina, "un'accessorio di scena", ma più il momento di dovermi esibire si avvicinava più dubitavo delle mie scelte di stile. 

Marie mi sorrise incoraggiante, con un bicchiere di long Island in mano e il cellulare nell'altra, pronta a scattarmi foto di repertorio per la mia futura pagina Instagram come cantante. Più tempo passavo con lei, più mi rendevo conto che nonostante la parlantina sempre sciolta e leggera, Marie fosse una persona su cui poter effettivamente contare. Visto che Rosalie era di turno, si era offerta per farmi compagnia per la mia prima serata da cantante nel locale.

-Se stecco, Marie, promettimi di iniziare a tossire così forte da coprirmi- Gemetti al suo orecchio per poi sedermi ad uno dei tavoli vicini al palco che la direzione aveva lasciato libero per me e Marie, il locale era decisamente vivace e pieno di persone. Era davvero lontano dal pub di Andrew, il pubblico era ben diverso e le persone sembravano davvero interessate ai musicisti che si alternavano sul palco. Forse un po' hipster per il mio comfort, ma c'era una bella vibrazione nell'aria, mi sentivo accolta.

L'unica mia consolazione era che se avessi fatto una figuraccia, nessuno mi avrebbe riconosciuta.

-Posso anche fare di meglio baby: mi metto a cantare a squarciagola passando per l'ubriacona della serata- Marie indicò il suo drink con un sorrisetto malefico. -Così non capiranno se sei stata tu a steccare oppure io-

Ridacchiai piano, promettendomi che avrei ricambiato il prima possibile la gentilezza di Marie.

 Una mano calda si posò sulla mia spalla, mi voltai e trovai la proprietaria del locale, un'affascinante donna sulla cinquantina dai lunghi capelli bianchi perfettamente piastrati.

-Dieci minuti e poi ti conviene prepararti a salire-

Annuii e le feci un generoso sorriso, ingoiando il nervosismo, volevo apparire una donna sicura delle proprie capacità. Alla fine non c'era il detto "Fake it untill you make it"?

-Certo, grazie mille-

Alzai la testa per guardarmi attorno un'ultima volta, per studiare la folla, per rassicurarmi che davvero, non ci fosse nessuno di conosciuto che avrebbe potuto testimoniare una mia terribile gaffe. 

Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader CivilianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora