I glow pink in the night in my room

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I glow pink in the night in my room
I've been blossoming alone over you
And I hear my heart breaking tonight
I hear my heart breaking tonight
Do you hear it too?


In risposta la figura afferrò al volo il mio telefono con una mano, appena prima che lo colpisse.

-Smettila di urlare.-

Riconobbi immediatamente quella voce roca e il terrore di essere davanti ad un fantasma lasciò spazio ad un altro tipo di panico. L'uomo che meno volevo vedere si era materializzato davanti ai miei occhi.

-S-Simon?-

Osservai con più attenzione la figura, che si era alzata e ora avanzava verso di me.

Il fantasma davanti a me non indossava il suo solito balaklava nero. La sua aria minacciosa era rafforzata dalla sagoma di un teschio, che avevo già visto, mesi e mesi prima. A fatica riuscivo a distinguere i suoi occhi dalle cavità oscure della maschera.

Deglutii piano, mentre la mia mente, passato lo spavento iniziale, tornava a funzionare.

-Cosa ci fai qui...Aspetta- Iniziai a chiedergli, ma mi bloccai e guardai la porta del mio appartamento. -Come hai fatto ad entrare?-

Il mio tono era salito di almeno un'ottava, di certo io non gli avevo dato le chiavi di casa.

Lui non sembrava turbato, o almeno così credevo, visto quanto poco mi fosse concesso di vedere del suo volto dietro quella dannata maschera. Per l'ennesima volta le sue emozioni mi erano precluse.

Ecco lo squilibrio.

Ogni volta che si avvicinava a me, lo faceva con un'armatura, senza mai spogliarsi del tutto, mentre io restavo nuda, vulnerabile. 

Lui si nascondeva.

Era ingiusto.

-Aprire una serratura non è così difficile-

Sgranai gli occhi, sconvolta dalla nonchalance con cui aveva ammesso l'effrazione, alzai le braccia, ma le lasciai cadere contro i miei fianchi. Come se già sentissi di aver perso una battaglia, non sembrava minimamente preoccupato dalla mia reazione.

-Ti sembra normale?-

Lui non si scompose e fece un'altro passo verso di me, porgendomi il cellulare. Una sensazione di deja-vù.

Era come se fossimo tornati indietro nel tempo, a quando aveva ammesso di aver indagato sulla mia vita privata. Come allora lui non sembrava preoccupato dalle conseguenze del suo gesto, non che non le conoscesse, ma semplicemente era pronto ad accoglierle.

-Perché, sparire nel nulla lo è?-

La sua risposta mi fece irrigidire, strappai il cellulare dalle sue mani e feci un altro passo indietro, per allontanarmi da lui.

-Sappiamo entrambi che non hanno lo stesso peso, spero che tu te ne renda conto.-

Ribattei, sottolineando di nuovo l'assurdità di quella situazione.

Lui distolse lo sguardo, forse sentendosi finalmente colpevole e non rispose, così decisi di raccogliere il mio coraggio e ripetere la domanda che prima non ero riuscita a porgli.

-Cosa ci fai qui Simon?-

Lui non rispose immediatamente, da sotto la maschera udii un sospiro. La penombra lo avvolgeva, rendendo la sua statuaria figura ancora più sinistra. Avrei voluto accendere la luce, ma non ne avevo davvero il coraggio, perché quella semi-oscurità era in grado di nascondere le emozioni che si dipingevano sul mio viso. La mia ultima difesa contro di lui.

Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader CivilianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora