We've got obsessions

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We've got obsessions
You never told me what it was
that made you strong and 

what it was that made you weak

-Simon cosa...-

-Ti ho chiamato sette volte.-

Simon era davanti a me, la sua figura riempiva perfettamente la cornice della mia porta, schermando la luce al neon del corridoio dall'entrare nel mio appartamento. Il suo volto era nascosto come sempre dal suo balaklava nero. Avevo notato che la sua voce fosse più bassa del solito, ma anche più raschiante, come se uscisse con fatica dalla sua gola. Anche i suoi occhi erano diversi, più stanchi, più scuri.

Lo guardai frastornata e confusa, mi sembrava di essermi persa qualcosa, come se non avessi tutte le informazioni.

Ero convinta che mancasse ancora una settimana al suo ritorno e il tempo non era passato di certo così velocemente. Senza togliere il fatto che non avevamo mai parlato di venire a trovarmi a casa mia, men che meno nel cuore della notte.

Da un lato ero felice di vederlo, sano e salvo davanti ai miei occhi, dall'altro lato qualcosa nel modo in cui mi fissava e nel suo tono, mi mettevano a disagio.

-Stai bene?-

Non era una domanda di cortesia, me resi conto guardandolo, mentre studiava ogni centimetro del mio volto alla spasmodica ricerca di qualcosa, che sembrò trovare nei miei occhi.

Fece qualche passo verso di me, torreggiandomi con la sua altezza. Poggiò una mano sulla mia guancia destra, più che una carezza mi sembrava l'attenta analisi di un dottore.

Alzai un sopracciglio, confusa, mentre la sua espressione si induriva.

-Sto bene, ma...-

Non rimase ad ascoltare la risposta, mi superò entrando nel mio appartamento senza chiedermi il permesso.

Mi corrucciai davanti alla sua maleducazione e lo seguii. Con pesanti falcate attraversò la zona giorno, arrivò alla porta del bagno e l'aprì con un colpo secco, successivamente fu il turno per la mia camera da letto.

Sembrava una perquisizione e lui un cane addestrato.

Dovetti affrettare il passo per stargli dietro, per fermarlo da quella totale violazione della mia privacy.

-Cosa stai facendo?!-

Gli urlai entrando nella mia camera, desiderosa di buttarlo fuori. Lo trovai ad osservare la strada dalla piccola finestra, attraverso le tapparelle.

-Posso sapere che diamine stai facendo?-

Gli chiesi di nuovo, sempre più stressata dal suo comportamento da pazzo. Finalmente la mia voce raggiunse le sue orecchie e si voltò verso di me, le sopracciglia corrucciate, pensieroso.

-Hai pianto?-

La sua domanda mi prese in contro piede.

Lo guardai perplessa, non riuscivo a capire da dove venisse quella domanda, c'era un collegamento al suo agire come un cane poliziotto?

Mi portai il palmo della mano a strofinare con delicatezza il mio occhio.

Fu in quel momento che realizzai.

I miei occhi erano arrossati, probabilmente a furia di strofinarli an le mie palpebre si erano gonfiate, potevo sentire quello spiacevole pizzicore insinuarsi sotto la mia pelle.

-Mi è andato dello shampoo negli occhi...-

Alla mia risposta tra di noi calò il silenzio e un peso sembrò togliersi dalle spalle di Simon, che si rilassarono.

Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader CivilianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora