Jesus Christ, you're so confusing

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I'm tired of waitin', I was never good at sports
Save the games for the girls on the tennis court
Say you need me, but lately, you feel unsure
Come on to me, come on to me, I need more


-Perché sei entrato nell'esercito?-

Chiesi mentre mi versavo una generosa quantità di latte nel mio caffè, prima di mettermi seduta al tavolo. Era la mia routine, senza una buona dose di caffeina il mio cervello non riusciva a partire, anche se alla mia solita routine si era appena aggiunto un burbero militare, che ora stava facendo colazione davanti a me.

-Volevo andarmene via di casa-

Mormorò in risposta Simon, mentre strizzava meticolosamente la bustina di the. Avevo comprato una quantità imbarazzante di varietà di the solo per lui, per le sue visite, anche se non lo avrei mai ammesso ad alta voce. Ogni volta studiavo la sua reazione quando gli proponevo una tipologia di the, la sua espressione dopo il primo sorso e mentalmente mi appuntavo quali fossero più graditi. 

Il suo sguardo era concentrato sulla sua tazza, impenetrabile come sempre.

-Non ti trovavi...bene?-

Alla mia nuova domanda lui si limitò a scrollare le spalle, senza aggiungere altro, ma era già un traguardo il fatto che mi avesse risposto la prima volta.

Eravamo entrati in una strana routine, ogni volta che era in congedo veniva a trovarmi, a volte passava a prendermi al locale, altre volte si presentava alla mia porta dopo avermi mandato un messaggio.

Nessun primo appuntamento alla fine, nessuna uscita, fatta forse eccezione per quelle rare occasioni in cui mi accompagnava se dovevo fare qualche piccola commissione. Si trattava per lo più di accompagnarmi a prendere qualcosa al supermercato dietro l'angolo, cose più adatte ad una coppia ben rodata da anni di relazione, piuttosto che a due che a malapena avevano iniziato ad uscire. Era come se avessimo saltato a piè pari un pezzo di relazione, di nuovo.

Non sapevo se dirmi davvero felice di questo, era strano, disorientante, certo non ero mai stata una persona particolarmente sociale e mi piaceva restare in casa, per il resto avevo le mie amiche. Non era una normale relazione, facevamo coppia? Sì. Eravamo fidanzati? Difficile dirlo con un uomo che pesava ogni sua parola e viveva nel mistero.

Io poi non ero abbastanza coraggiosa per chiederglielo in maniera diretta, terrorizzata all'idea di un rifiuto. Era più facile corrucciarmi in silenzio e lasciarmi divorare dai dubbi nel tempo libero.

Non potevo dire che Simon non mi dedicasse attenzioni, a modo suo era attento, quando era in servizio mi scriveva, per assicurarsi del mio benessere e quando veniva a trovarmi le sue mani erano ovunque sul mio corpo. Superata la parentesi iniziale, dove era molto più restio, avevo scoperto che Simon fosse un uomo da contatto fisico, le sue braccia erano sempre pronte a cingermi la vita o le spalle e le sue mani trovavano sempre un appiglio sul mio corpo.

Mi piaceva illudermi con l'idea di avere una qualche forza attrattiva sul suo corpo, visto che ogni volta che mi vedeva si attaccava a me come un magnete. 

Guardai il tavolo, sul quale la sera precedente, appena arrivato, aveva deciso di prendermi, piegandomi su di esso come se fossi una piccola bambola, così facile da manovrare. Non avevo neanche avuto tempo di salutarlo, chiedergli come stesse, che la sua bocca si era scontrata con la mia, rubandomi avidamente tutto l'ossigeno che avevo in corpo.

I suoi occhi mi erano sembrati stanchi, più bui del solito e mentre mi spogliava avevo notato sul suo avambraccio sinistro dei nuovi segni, dei tagli freschi.

Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader CivilianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora