I miei venerdì sera diventarono vuoti, persino cantare sul palco non mi dava più la stessa scarica di energia. I miei occhi vagavano senza sosta per il locale, senza ritrovare quei familiari occhi marroni. Ghost era partito e io non potevo fare nulla, se non aspettare il suo ritorno.
C'erano dei momenti in cui mi sentivo una totale idiota, stavo aspettando qualcuno che non avevo nemmeno mai baciato. Tuttavia c'era qualcosa di tragicamente romantico nell'attendere il ritorno di qualcuno, la mia passione per i romanzi riusciva a rendere quella tormentosa attesa sopportabile. Andrew mi aveva presa in giro, Rosalie mi aveva lanciato un'occhiata perplessa, ma il suo animo da inguaribile romantica l'aveva convinta a darmi il suo sostegno.
Le settimane erano passate senza grandi avvenimenti, ogni tanto riuscivo a fare qualche soldo extra lavorando come grafica freelance, spesso si trattava di creare loghi per ristoranti, altre volte di photoshoppare via l'ex fidanzato da una foto. Non mi lamentavo, avevo abbastanza soldi per permettermi il mio piccolo appartamento e vivere dignitosamente con il mio gatto, mettendo via qualcosa per delle future vacanze in destinazioni esotiche con Rosalie.
Per tenere occupato il tempo avevo persino accettato di aiutare Andrew con la festa di Halloween, Rosalie si era subito unita a noi, ma iniziavo a dubitare che lo facesse in nome della nostra amicizia, ogni giorno che passava mi sembrava sempre più palese che fosse disposta a tutto pur di passare del tempo in più con Andrew.
La sera di Halloween sarebbe stato il trentesimo giorno dalla partenza di Ghost ed era di venerdì. Dentro di me speravo di vederlo tra la folla, ma sapevo che era impossibile, mi consolava il fatto che non avrei cantato, ma avrei partecipato alla festa, un ottimo modo per distrarmi. Avevamo optato per chiamare un dj e creato una piccola pista da ballo in mezzo al locale spostando i tavoli, riempito ogni angolo di decorazioni a forma di zucca, gatti neri, scheletri e ragnatele.
Io e Rosalie avevamo deciso di travestirci assieme, i nostri costumi erano sempre di coppia e quell'anno toccava a Rosalie decidere. Lei aveva optato per due vestiti da cameriere, in stile anime giapponese, con gonnelline svolazzanti e uno scollo a forma di cuore. Non mi ero ribellata, era chiaro che volesse fare colpo su Andrew. Lui aveva un debole per quel genere di travestimento.
-Non pensi che il guinzaglio sia un po'... troppo?-
Chiesi mentre toccavo il collare in pelle che avevo al collo e la catena ad esso attaccata. La luce del flash mi fece voltare, troppo forte per i miei occhi. Rosalie mi ignorò, continuando a scattare polaroid di noi due.
-Questa è uscita sfuocata, ma è carina-
Commentò porgendomi la polaroid che si era appena formata, non si vedeva il mio volto, nascosto dai capelli, ma la foto aveva qualcosa di etereo.
Annuii compiaciuta di sembrare uscita da un blog di Tumblr nel 2010, mettendo la polaroid nella mia pochette. Il locale si era riempito di persone, nonostante fossero solo le dieci di sera, le luci leggermente basse davano la giusta atmosfera, la musica era un po' alta per i miei gusti, ma per una sera si poteva fare. Appoggiai la schiena contro il bancone, mentre ammiravo con una certa soddisfazione l'espressione rapita di Andrew. Non riusciva a staccare gli occhi da Rosalie, che fingeva di non accorgersene, mentre scattava ancora qualche selfie con la polaroid insieme alle altre cameriere. Sentii una punta d'invidia, avrei voluto che Ghost mi vedesse, che espressione avrebbero fatto i suoi occhi? Gli sarei piaciuta? Forse non gli sarebbe importato molto, impossibile dirlo. Mi sistemai le parigine che continuavano a scivolare dalle mie cosce, poi mi sporsi verso Rosalie con un sorrisetto malizioso, sussurrandole all'orecchio.
-Credo che Andrew morirà di questo passo, dovresti fargli capire quello che provi-
Rosalie alzò un sopracciglio, fingendo di non avere idea di cosa io stessi parlando. Risposi al suo sguardo imitandola.
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Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader Civilian
Fanfic-Parli di me come se fossi qualcosa che non sono.- Per quanto potessi trovare dolce il suo modo di vedermi, di immaginarmi, come se fossi qualcosa di puro e buono, incorruttibile, nel profondo quell'idea mi feriva e mi allontanava. Era insopportabi...
