I need somewhere to begin (Simon's POV)

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Oh, simple thing, where have you gone?
I'm getting old, and I need something to rely on
So, tell me when you're gonna let me in
I'm getting tired, and I need somewhere to begin


Quell'estate il caldo era opprimente, l'aria era così pesante e intrisa di umidità da soffocare ogni respiro. Nonostante il sole stesse finalmente iniziando a calare, non c'era salvezza da quella calura e Simon Riley si era trovato costretto a sfilarsi il balaclava una volta uscito dalla base.

Il pezzo di stoffa era intriso di sudore e sangue, sapeva che avrebbe dovuto buttarlo alla fine.

La missione era andata bene, era stata portata a termine senza feriti o perdite, ma Simon non riusciva a togliersi dalla testa le urla di quel bambino, riverso sul corpo della madre, che giaceva immobile sull'asfalto polveroso.

Erano le ineluttabilità della guerra, i bambini erano sempre i primi a scoprire con i loro occhi le atrocità che era in grado di compiere l'essere umano. Erano i primi ad essere abbandonati a loro stessi in mezzo alle macerie.

Simon non aveva potuto fare nulla, se non passare accanto al bambino che soffocava nei propri singhiozzi in una lingua sconosciuta. Non serviva un interprete per capire cosa stesse dicendo, il dolore era una linguaggio universale che lui conosceva fin troppo bene.

Non c'era spazio per la compassione, la missione era l'unica cosa sui cui doveva concentrarsi.

Il bambino era solo uno dei tanti volti senza nome, quel villaggio distrutto uno dei tanti finiti in macerie, quella nazione era solo uno dei tanti luoghi dimenticati dall'opinione pubblica.

Simon lo sapeva bene.

Tuttavia quel frammento di orrore si appiccicò sulla sua pelle sudata come cenere dopo un'esplosione. In genere riusciva a scrollarsele di dosso, quelle immagini terribili, altre volte semplicemente restavano su di lui, aleggiando nella sua mente insieme a tutti gli altri fantasmi.

Non sapeva dire perché questa volta fosse diverso, perché quelle urla fossero state in grado di strisciare sotto il suo equipaggiamento così in profondità, fino a raggiungere la pelle ed infine le sue ossa.

Forse perché aveva rivisto se stesso da bambino, che scuoteva il corpo privo di sensi di sua madre e ne osservava con orrore il volto tumefatto.

O forse aveva rivisto in quella posa, in quei corpi straziati dal dolore, quella notte atroce di anni prima. La notte in cui era corso da Steven, per trovare la casa del proprio superiore in un bagno di sangue.

Qualsiasi fosse stato il motivo, sapeva che quella straziante immagine lo avrebbe accompagnato fin nel suo letto.

Non era più in grado di capire se stesse soffocando per il caldo o per i ricordi, per questo, quando Price aveva proposto a lui e a Gaz di andare nel pub del fratello, Simon aveva accettato.

Qualsiasi cosa pur di non restare solo con la propria mente, almeno per qualche ora.

Aveva ignorato la sorpresa negli occhi dei due uomini, abituati ai suoi rifiuti secchi.

In quel momento Simon avrebbe accettato qualsiasi proposta pur di scappare dai suoi pensieri e sapeva che se si fosse diretto nel proprio appartamento sarebbe impazzito, visto che Price aveva ordinato di prendersi qualche giorno di licenza al ritorno della missione.

Il tempismo di Price, osservò Simon, era pessimo.

Simon aveva fatto della solitudine la propria compagna, non l'amava, ma era una necessità, per sopravvivere.

Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader CivilianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora