For one more hour

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Just a moment

Right before all the song and dance

Wasn't brave enough to tell you

But there ain't gonna be another chance

It's not long until

All that I have

And everything's still

The minutes are racin'



Certe giornate scorrono lievi, caratterizzate da una monotonia che rassicura: ti alzi, fai colazione, porti i maglioni di lana in lavanderia (perché tu davvero non hai il coraggio di provare da sola a lavarli in lavatrice, non dopo l'ultimo disastro) e la giornata ti scivola via.

Così con questa calma tipica delle giornate piatte, mi ero diretta al pub per le pulizie prima dell'apertura. Avevo spazzato il pavimento e pulito i tavoli con un certo livello di impegno, arrivando persino a riuscire a togliere dal legno la loro tipica spiacevole patina appiccicosa.

Rosalie ed Andrew sarebbero subentrati solo in serata, a Marie sarebbe andato il primo turno, quello più lento e quasi totalmente privo di clienti, eccezion fatta per i più fidati ed abitudinari. Dovevo aspettarla per farmi dare il cambio e lasciarle in gestione il locale, poi me ne sarei tornata a casa, dove una doccia calda e rilassante mi aspettava.

Era tutto organizzato, semplice. Come la vita dovrebbe sempre essere. 

Niente sorprese, niente drammi, niente bombe o interrogatori.

Non avevo più rivisto Simon, dopo quell'ultimo impacciato incontro. Con lui se n'era andata anche quella follia da film d'azione.

Mi sembrava di essere davvero passata oltre, di aver chiuso uno strano e doloroso capitolo della mia vita. Non provavo rancore per Simon: sentivo una strana gratitudine nei suoi confronti, in un certo senso, grazie a lui avevo dovuto affrontare i fantasmi che avevo passato una vita intera ad ignorare. Avevo vomitato tutto fuori e finalmente avevo iniziato a stare meglio, a guarire, piano piano.

Mi sentivo più leggera, la mia mente non era più un scatola piena di urla, stretta ed asfissiante, c'era spazio per altro, per respirare.

Una parte di me, tuttavia, non poteva ignorare il vuoto incolmabile che lui aveva creato dentro al mio petto. Il modo in cui mi aveva ferita, come aveva lasciato che le sue ossessioni distruggessero anche quell'ultimo nostro legame, mi riempiva di rabbia e malinconia. 

Era come se qualcosa dentro di me si fosse rotto e fosse poi guarito, ma nella posizione sbagliata. Quando inspiravo troppo forte, potevo sentire una fitta, sorda e dolorosa.

Forse era per quello che portavo sempre con me quel dannato vecchio telefono.

Non avevo necessità di utilizzarlo, ormai era tutto finito tra me e Simon, passato, ma non riuscivo proprio a trovare la fermezza per liberarmene. Quel telefono vintage era diventato il mio piccolo talismano, il mio ultimo ricordo di lui.

Mi ripetevo che col tempo mi sarebbe passata, che con lo scorrere dei mesi avrei finito per dimenticarmi dell'esistenza di quel telefono, che l'avrei scordato da qualche parte, con la batteria scarica.

Little Nightingale - Simon Riley "Ghost" (Call Of Duty) x reader CivilianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora